Giorgia Soleri
Ansa
Lifestyle

Giorgia, spiegaci, ma sei in ferie da cosa?

L'influencer, famosa per essere la fidanzata di Damiano dei Måneskin, è stata al centro di polemiche sui social per la sua dichiarazione (da Inbiza) « il riposo è un atto politico»

Giorgia Soleri, influencer, poetessa, fidanzata di Damiano dei Måneskin, è volata a Ibiza. E fin qui tutto bene. Ma alla fine della vacanza ha voluto lasciarci un ricordo dei suoi giorni felici, postando una lunga riflessione sotto le foto in bikini sulla battigia: «In una società che richiede la performance, l’iperproduttività e il sacrificio dei propri desideri per aderire a standard inumani dei valori da sfoggiare, il riposo è un atto politico».

Pensiero complesso, articolato (la consecutio questa sconosciuta), davanti al quale una vertigine sociale ci travolge e increduli ci chiediamo: ma cosa c’entra l’atto politico con le ciabatte da spiaggia, la foto del cibo, il cielo blu? Il web non perde tempo a interrogarsi e come un’onda travolge «la signorina Nessuno» (dal titolo della sua raccolta di poesia): «L’atto politico si chiama sciopero, non vacanza. E di solito non te lo pagano», «Ho detto a mio padre che ero stanca e facevo l’atto politico di riposarmi, però anziché mandarmi a Ibiza, mi ha mandato a quel paese», «Sei un insulto alla dignità di chi combatte veramente», «Ecco le femministe privilegiate che non sanno minimamente cosa significa farsi il mazzo ogni giorno, per permettersi una settimana di respiro all’anno», «Ma si riposa da cosa, di grazia?». Ecco che torna Sergio Marchionne che diceva, parlando delle intoccabili ferie d’agosto, la fatidica frase: «Ma in ferie da cosa?».

L’attivista però non si ferma e il post continua tra «corpi non conformi, disabili, queer» («Scusi, ma che sono sti corpi queer?», chiedono preoccupati su Twitter). Per approdare al gran finale dove dovremmo combattere per un mondo più a misura di essere umano. Temiamo che sia assolutamente tardi. Forse come dice Nanni Moretti nel suo ultimo e geniale film, potremmo provare a lottare per un mondo senza sabot. Scarpe che lasciano il tallone scoperto e ci indicano una visione tragica della vita. Quella è una battaglia che ancora si può abbracciare. Il resto è capitalismo piangino frullato alle sponsorizzazioni instagrammabili, attivismo ibizenco, lotta dura, senza pareo da Cala Carbò.

Perché infilarsi in una pippa filosofica quando era tanto più facile fare bei bagni in santa pace e silenzio, senza cadere nel predicozzo politically correct. Siamo al nuddu miscatu cu nenti. Roba da fare girare le scatole neanche ci fosse un minipimer al posto della tastiera: «Svilisci e ridicolizzi 100 anni di lotta reale», «Bisognerebbe imparare a tacere quando si è palesemente dei privilegiati», «Quest’estate farò 15 giorni di atto politico in Sardegna», «Ma tu cosa c’entri con iperproduttività e sacrificio», «Anche meno, dai». Segue un dubbio amletico: «Se riposasse è un atto politico, grattasse le palle che è, un colpo di Stato?». Da Ibiza è tutto. Giorgia, la prossima volta che vai in vacanza basta un «Ciao povery» e siamo tutti più contenti.

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Terry Marocco