Floriano Omoboni, un «vulcano» in montagna
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Floriano Omoboni, un «vulcano» in montagna

Inarrestabile, entusiasta, amante della natura in ogni sua forma. Da anni ci racconta, anzi, ci apre il mondo e ci racconta il nuovo amore degli italiani per sentieri e passeggiate

Ci sono persone che nella vita hanno fatto una cosa sola e ci sono persone che invece di cose ne fanno mille e più e a cui forse una vita sola non basta. Floriano Omoboni è di sicuro appartenente a questa seconda categoria, anzi, ad ascoltarlo raccontare la sua vita si capisce bene che potrebbe essere il massimo esempio di questo gruppo di persone sempre alla ricerca, sempre in avanti.

«In effetti è così. Fermo proprio non ci so stare» ci racconta mentre si sposta da una montagna all’altra in quello che è solo l’ultimo ambiente che racconta con i suoi programmi tv. «Si, sono programmi miei in tutto e per tutto. Ho cominciato con la tv diversi decenni fa ma ho capito in fretta che il tempo delle grandi produzioni interne stava finendo. Bisognava farsi le cose da se e poi proporle alle emittenti cui certi contenuti servono come il pane. Così ho cominciato ad armeggiare con telecamera e microfoni, a scrivere testi, soprattutto a pensare format. Ed eccomi qui».

Eppure prima di arrivare a tutto questo Floriano ha compiuto un percorso che definire vario e tortuoso è dire poco: animatore nei villaggi turistici? Fatto. Esperto di moda? Fatto (fu lui a scoprire e lanciare diversi marchi soprattutto legati all’abbigliamento sportivo, dall’acqua (con lo storico marchio Arena), alla montagna. «Tutto quello che ho fatto mi ha dato la possibilità di mettermi in contatto con persone interessanti, imprenditori pronti ad investire, uomini e donne alla ricerca di un’idea e così ho trovato la mia strada. Partendo prima dal mare, il nuoto, i costumi, per poi percepire che stava arrivando il tempo della montagna (erano gli anni di Tomba e l’Italia impazziva per la neve ndr.) per poi anticipare tutti nel catturare la nuova tendenza della vita con e nella natura: l’outdoor».

Mare, montagna, colline, prati, laghi e fiumi. Se c’è una cosa che unisce una vita tanto movimentata è, come si capisce benissimo, l’amore per la natura in tutte le sue forme. natura che Floriano, leone impossibile da mettere in gabbia, vuole catturare con tutto se stesso, costi quel che costi. Gli parliamo infatti alla vigilia della Marcialonga, per i pochi con la conoscessero la più grande competizione di granfondo di sci d’Italia, ed una delle più importanti del mondo. Roba non solo da atleti veri, ma da leoni della neve, soprattutto per la forza mentale che richiede. «È stata dura ma ce l’ho fatta» ci scrive il giorno dopo inviandoci la foto all’arrivo…

Com’è cambiata la montagna in questi anni, Anzi, com’è cambiato l’approccio con la montagna degli italiani?

«C’è stata una vera e propria rivoluzione copernicana. Fino a 10 anni fa la montagna era solo neve ed inverno. Le attività lavoravano dall’inizio dicembre a marzo, aprile; 4-5 mesi in cui dovevano concentrare idee e produrre ricchezze. L’estate era vista solo per anziani. Di famiglie nemmeno l’ombra. Oggi è tutto diverso. Ormai il turismo estivo ha pareggiato quello invernale, siamo al famoso 50-50. E per questo località ed aziende si sono dovute adattare ed adeguare. Gli impianti di risalita funzionano anche d’inverno con le poche linee che bastano per trasportare genitori e figli in altura. Qui si aprono sentieri e passeggiate per ogni gusto verso l’immancabile rifugio ormai divenuti locali di ristorazione lontani, molto lontani dallo storico bivacco per alpinisti. Ora c’è design, food ricercato, carta dei vini e musica…».

Sta dicendo che ormai è diventato tutto troppo commerciale?

«No, non sono di quella linea; non sono un montanaro duro e puro. Ben venga la gente e le feste. ben vengano soprattutto le famiglie. A me piace che la gente vive nella e «LA» natura…».

Floriano Omoboni ha vissuto e raccontato l’acqua, la terra, gli mancherebbe il fuoco per chiudere il cerchio. Sarà facile per lui, più che un uomo, un vulcano

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Andrea Soglio