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Lady Enoteca vuole far tornare Siena capitale del vino

Elena D’Aquanno, tenace imprenditrice campana, è riuscita nell’impresa di far rinascere un nome che ha fatto la storia del vino e dell’enologia in Italia: Enoteca Italiana Siena.

Elena D’Aquanno, tenace imprenditrice campana, è riuscita nell’impresa di far rinascere un nome che ha fatto la storia del vino e dell’enologia in Italia: Enoteca Italiana Siena.

Prima e unica enoteca riconosciuta quale Ente di diritto pubblico, nata a Siena nel 1933come Mostra Mercato dei vini tipici, ha guadagnato nei primi decenni di vita notorietà perle sue biennali del vino nella Fortezza medicea di Siena, esposizioni di fatto antenate del Vinitaly di Verona. Poi la trasformazione, risalente al 1960, in mostra permanente e conseguente cambio del nome: Enoteca Italica. Seguirono poi varie negative vicissitudini, sino allo scioglimento dell’ente nel 2017.

Nel 2023 l’acquisizione del marchio da parte diElena D’Aquanno alla guida di un gruppo di imprenditori illuminati, e recentemente l’assegnazione dei bastioni della Fortezza. Enoteca Italiana è sempre stata un’icona, un pezzo di storia del vino italiano, ed ora, a quasi cento anni dalla nascita, grazie a Elena d’Aquanno e alla rete di soggetti economici da lei coordinata, tornerà a recitare un ruolo da protagonista.

Elena D'Aquanno

Ora che il Comune di Siena vi ha assegnato il bando per poter tornare negli storici locali, qual è il primo pensiero?

Il primo non è un pensiero ma una grande emozione per esser riuscita a ridare energia a un nome prestigioso in campo enologico e territoriale. Un pensiero a dire il vero c’è, e va a mio nonno che mi ha portato a Siena e che amava ripetermi e ripetere che Siena era la Capitale Italiana del mondo del vino.

Ogni bicchiere di vino è il migliore ambasciatore di un territorio, dentro ci sono storie di famiglie, tradizioni tramandate da generazioni, profumi e sapori di una terra. Come pensa di poter sviluppare questo ruolo importante per Siena, la Toscana e l’Italia?

Enoteca Italiana Siena è stata e tornerà ad essere ancor di più di prima ambasciatrice del vino italiano in tutto il mondo partendo dalla sua importantissima storia attualizzata ai giorni nostri e pensando alle generazioni future. A Siena, in Toscana, in tutta Italia ho incontrato un entusiasmo che ormai è diventato contagioso.

La missione dell’Enoteca Italiana era quella di fare cultura enologica, promuovere vini selezionati da un’apposita commissione nominata dal Ministero dell’Agricoltura, di essere un punto di aggregazione per appassionati del vino, faceva pubblicazioni, serate, congressi, organizzava la celebre settimana dei vini di Siena dove venivano dibattuti temi scientifici e comunicativi. E per lei cosa dovrà essere l’Enoteca Italiana?

Innanzitutto un hub, un punto di riferimento locale, nazionale ed internazionale in cui si conosce e si parla di vino, di buona cucina, di agroalimentare e di prodotti del territorio toscano. Inoltre dovrà essere un incubatore di eventi culturali di promozione del territorio, di promozione delle tipicità che parla di Siena, della Toscana e di tutta Italia nel mondo dando lustro ad una location storica che dopo l’oblio ritornerà a splendere.

Oltre a riportare agli antichi splendori i bellissimi spazi della Fortezza Medicea, cosa prevede per questa “casa” dei wine lovers?

I due bastioni della Fortezza medicea avranno funzioni complementari se pur diverse: nel bastione San Francesco, oltre ad una ristorazione di qualità funzionale al mondo del vino, ci sarà un museo per i migliori vini di tutta Italia selezionati da una commissione di alte competenze; ci sarà un’esposizione dei vini ma sarà dato anche ampio spazio a un percorso multimediale, sensoriale e di degustazione con i migliori sommelier di tutta Italia. Nel Bastione San Filippo avremo una sala convegni e lo sviluppo del marchio EnotecaToscana, di proprietà del Comune di Siena, dando spazio ai vini toscani e ai prodotti agroalimentari del territorio. Inoltre, sale polivalenti per corsi, mostre e degustazioni dei prodotti.

Che rapporto intende instaurare con la ristorazione senese e con il turismo di Siena troppo “mordi e fuggi” e poco interessato a Siena Capitale del Vino?

Il rapporto con la ristorazione senese mi auguro sia fin da subito un rapporto di sinergia e collaborazione per tutti. Contiamo di attrarre a Siena numerose cerimonie ed eventi e naturalmente la nostra offerta di ristorazione non potrà rispondere a tutta la domanda. Il nostro intento è di creare un’attrattiva importante che possa legare il turista alla città per più giorni con una scaletta di eventi e servizi soprattutto fuori dal periodo del turismo canonico che Siena ha già.

Quanto il vostro progetto punta anche mondo digitale che è divenuto ormai un luogo di cultura, dibattito e conoscenza del mondo del vino e non solo?

Il nostro progetto è imperniato molto sul digitale, soprattutto nella parte esplicativa della storia del vino, del territorio e dei prodotti enogastronomici per essere attrattivo anche per una fascia di clientela giovane e non solo. Nel futuro pensiamo anche ad una app con la quale da qualsiasi parte del mondo ci si possa collegare al nostro museo per usufruire della nostra offerta e dei nostri servizi oltre a poter accedere ad un tour virtuale.

Siena è al centro di grandi denominazioni - il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano, la vernaccia di San Gimignano e poco distati il Morellino di Scansano e Bolgheri - e tutti dovrebbero essere partecipi di questa rinascita. Cosa si aspetta dai consorzi di tutela e come pensa di poterli coinvolgere per poter finalmente iniziare a fare squadra in un settore troppo spesso di solisti?

Abbiamo incontrato tutti i consorzi, confrontandoci con i loro presidenti o rappresentanti. Contiamo di mettere in moto vari progetti congiunti che portino i territori verso Siena e Siena verso i territori.

Per concludere, cosa sogna lei per questo pezzo di storia del Paese? Se ci trovassimo tra venti anni a rifare questa intervista davanti ad un buon bicchiere di vino facendo un bilancio cosa le piacerebbe raccontarmi?

Tra venti anni mi piacerebbe tracciare un bilancio positivo del nuovo corso di EnotecaItaliana Siena in Italia e nel Mondo, e di conseguenza dell’impatto positivo su Siena e tutto il territorio. Così come mi piacerebbe parlare del contributo di Enoteca Italiana Siena alla conoscenza e alla promozione delle eccellenze senesi, toscane, italiane. Eccellenze enologiche in primis, ma anche gastronomiche e culturali. E mi piacerebbe infine parlare di come sono stati raggiunti i risultati, cioè grazie al lavoro della nostra squadra: imprese e professionisti in grado di creare sinergie anche fuori dai confini nazionali, e far conoscere le nuove generazioni che per altri venti anni e più porteranno avanti questo marchio.

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Federico Minghi