Pedro Almodóvar
Ansa/EPA/GUILLAUME HORCAJUELO

Pedro Almodóvar porta a Cannes i tormenti di una madre

Il regista spagnolo torna a esplorare l'universo femminile, tra applausi e qualche mugugno. "Le mamme sono sempre state centrali nei miei film e mi hanno sempre rappresentato"

Julieta, il nuovo film di Pedro Almodóvar passato oggi in concorso al Festival di Cannes, ha diviso la critica: un grande applauso, ma pure commenti scontenti e delusi.

I temi cari al regista spagnolo ci sono tutti. Julieta è un film con al centro il mondo femminile, caro da sempre ad Almodóvar, ma che indaga anche il dolore in due sue forme: il silenzio e il senso di colpa.
Protagonista Julieta (Emma Suarez e Adriana Ugarte), professoressa di cinquantacinque anni, che cerca di spiegare, attraverso una corrispondenza impossibile, a sua figlia Antia (Bianca Pares) tutto ciò che non le ha potuto mai dire negli ultimi trenta anni. Motivo? La ragazza è andata via quando aveva diciotto anni dopo la morte drammatica del padre Xoan (Daniel Grao). È sparita. Insomma lettere a perdere da parte di Julieta, solo un modo di sfogarsi, ma anche di ripercorrere la sua vita sfortunata. Da qui scorrono le immagini della vita della donna, del suo sordo dolore e soprattutto dell'incomprensibilità di quello che è accaduto. Ma il tempo, come si vede nel finale del film, le darà delle risposte, e anche una sorta di risarcimento per quello che ha passato.   

"Le donne, le madri sono sempre state centrali nei miei film e mi hanno sempre rappresentato", ha detto Almodóvar. "Vitali, generose, irruente, questa invece è la più vulnerabile che abbia mai raccontato, la sua è una resistenza passiva e disperata, si porta dentro un dolore indicibile - il marito muore 'a causa sua', la figlia adolescente sparisce e rompe i ponti con la madre per 12 anni - ha una vita in perdita che la mina come persona e nel finale diventa una specie di zombie". 

Il film, che dal 26 maggio sarà nelle sale italiane con la Warner e che doveva chiamarsi Silencio (un titolo a cui il regista spagnolo ha rinunciato perché già scelto da Martin Scorsese per il suo prossimo lavoro), arriva a distanza di tre anni da Gli amanti passeggeri. Nel cast diversi aficionados di Almodóvar, come Rossy de Palma, Inma Cuesta, Pilar Castro, Dario Grandinetti, Daniel Grao, Joaquin Notario e Nathalie Pozo.

Frase chiave del film, tratto dal romanzo In fuga di Alice Munro (Einaudi), quella che Julieta dice solo alla fine rivolta idealmente alla figlia che non vede da 12 anni: "Non le chiederò niente".  
"Alice Munro è una scrittrice che ammiro moltissimo, quando arrivi alla fine dei suoi racconti ne sai meno di quando li hai cominciato", afferma il regista spagnolo. "E poi è una casalinga con 4 figli e scrive di notte, io pure sono un casalingo! Ma i suoi racconti li ho fatti miei, sono davvero poco fedele. Inizialmente avevo pensato di ambientare il film a New York, era già quasi fatta con la protagonista americana, ma non mi sentivo sicuro. Tutto mi riporta sempre a me: le madri in America quando una figlia va all'Università sanno che è l'inizio di una vita indipendente, in Spagna la stessa cosa non significa rompere il vincolo familiare". 

Titoli di coda di Julieta su una stupenda canzone di Chavela Vargas, cantante messicana scomparsa quattro anni fa e amica di Pedro Almodóvar, che dice puntualmente e molto a tema con il film: "Se non te ne vai ti do la mia vita". 

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simonasantoni