​Michelle Hunziker
Niccolò Cambi
Lifestyle

Vi racconto la nuova Michelle

La showgirl si confessa, in esclusiva, con Panorama: dal dolore - che ha lasciato segni - per la separazione con Tomaso Trussardi, al nuovo amore di cui si vocifera; dal rapporto col padre in un’infanzia difficile, al suo bilancio come madre... E sulla tv italiana dice: «Ora è in mano alle donne».

Robert Frost, uno dei più grandi poeti americani, amato da JFK, scrisse: «In tre parole posso riassumere tutto ciò che ho imparato sulla vita: si va avanti». Sembra il mantra perfetto per Michelle Hunziker. Lei è andata sempre avanti: un’infanzia difficile, un padre alcolista, l’esperienza drammatica nella setta, la fine di due matrimoni, ma inesorabile ha continuato ad avanzare. Non è da tutti. Ora dopo aver concluso la 18esima edizione consecutiva come conduttrice, insieme a Gerry Scotti, di Striscia la notizia, la showgirl si ferma a fare un bilancio di un anno per molti versi difficilissimo. «In autunno Mediaset ha confermato con mia grande gioia il programma Michelle Impossible. E poi Striscia non la mollo. Se Antonio Ricci ci vuole, Gerry e io siamo sempre pronti. La felicità si trova tra un ostacolo e l’altro. E alla fine riesco sempre ad afferrarla, anche se non posso dire che questo sia un periodo facile. È complicato, ci vorrà tempo, ma cercare un momento dove sorridi è importantissimo».

In questi vent’anni lei è riuscita a far sorridere molte persone. Come è cambiato il pubblico?

Sono più di 25 anni che lavoro in televisione e sono mutate tante cose. Le donne con impegno hanno vinto molte battaglie. Quando ho iniziato, per riuscire a far sorridere, per essere presa sul serio come artista, facevo molta fatica. Non è mai stato un motivo di scoraggiamento. Ma sicuramente è stata molto, molto dura.

Le discese ardite e le risalite, cantava Lucio Battisti. Per lei quali furono?

C’era ancora tantissima misoginia, emancipazione era solo una parola. Oggi possiamo dire che ormai in Italia la televisione è nelle mani delle donne.

Come ci si sente ad affrontare il quotidiano processo sui social?

Tutto fa parte di un grande gioco, che può anche diventare serio quando partono offese, insulti. Non dico che anch’io non ne abbia sofferto, ma non gli do tutta questa importanza. Quando torno a casa faccio due respiri profondi e ristabilisco le priorità. E quando sembra che il mondo mi precipiti addosso so che in due giorni sarà tutto passato. Gli haters troveranno qualcun altro da massacrare. Fin quando non rovinano la tua immagine con una dannata fake news, che viene ripresa da tutti, penso che bisogna ignorarli, non rispondere, non cancellare, lasciare che si scannino tra loro. Se sei un personaggio pubblico siamo in ballo e balliamo. Prendiamo le cose belle e anche il lato oscuro della popolarità.

Dopo la fine del suo matrimonio con Tomaso Trussardi si è trovata al centro di un’attenzione morbosa, come ha reagito?

Anche quando c’è stata la rottura con Eros ci sono andati giù pesanti. Non c’erano i social, ma c’erano i giornali e se volevano metterti in mezzo lo facevano. Adesso è tutto più immediato, il fango si scioglie velocemente. Sono come vampate: bruciano e spariscono. L’importante è riuscire a ignorare le provocazioni.

Le hanno fatto male?

Sì, sono feroci, cattivi, soprattutto se prendono di mira la tua famiglia. Come quando hanno minacciato di morte mia figlia Aurora, offendendola crudelmente.

Come ha reagito?

Penso che se l’offesa mi fosse arrivata da una donna come Rita Levi Montalcini mi sarei chiusa in casa e messa in discussione. Ma se la cattiveria proviene da una persona frustrata, allora chi se ne frega.

Siamo peggiorati dopo la pandemia?

Sì, la gente è nervosa, provata psicologicamente, incattivita. Con la Fondazione «Doppia Difesa», insieme all’avvocato Giulia Bongiorno, non abbiamo mai ricevuto così tante richieste d’aiuto come durante il Covid. Un 60 per cento di violenze in più rispetto alla normalità.

Anche contro gli uomini?

La Fondazione è bipartisan: chiunque può rivolgersi a noi. L’80 per cento delle denunce provengono dalle donne, ma sono in aumento anche gli attacchi con l’acido contro i ragazzi e i padri che non riescono a vedere i loro figli, perché le madri esercitano «l’alienazione parentale».

Sono cambiati gli equilibri nella coppia?

Nella cultura maschile è in corso un dramma: «Dove mi posiziono, cosa ci sto a fare?» si chiedono. Il processo verso una rivoluzione è sempre doloroso, le trasformazioni impauriscono. Per arrivare a ottenere un obiettivo, determinati equilibri vengono a mancare. Le donne stesse si sono indurite. I loro compagni si sentono destabilizzati nel ruolo. Io da un uomo voglio sentirmi tutelata, protetta, amata.

I suoi uomini l’hanno tutelata, protetta, amata?

(Partono i famosi due respiri). Sì, anche se non vorrei entrare in questo argomento. Non sarei separata se fossi stata felice. Con Eros ci fu tolto un amore nel momento in cui eravamo più innamorati. Fu una cosa diversa, un dramma.

E con Tomaso Trussardi?

Le separazioni sono enormi stress psicologici, passerei oltre. Il dolore è troppo fresco. La fine di un amore è come un lutto.

Passiamo a un uomo che non l’ha mai delusa, Gerry Scotti.

È un bellissimo rapporto d’amicizia, è come un fratello. Ci stimiamo profondamente e penso che questo si veda. È un uomo risolto, come io mi reputo una donna risolta. Approcciamo il nostro lavoro con gratitudine. Ci divertiamo e ci vogliamo bene.

Cosa significa essere una donna risolta?

Essere indipendente. Il mio mantra è: bisogna uscire dalla modalità di compiacere sempre gli altri, di essere la brava ragazza. Invece bisogna darsi una pacca sulla spalla e dirsi che quello che hai te lo sei guadagnato da sola, facendoti un gran mazzo. Ringrazio la mia tenacia e a 45 anni scelgo cosa fare e con chi, e cosa invece non voglio più fare.

Per esempio?

Regalare tempo prezioso a chi non se ne rende neanche conto, che non capisce. Bisogna scremare e alla fine se hai cinque persone su cui contare sei ricchissimo. E io le ho.

I media si sono già buttati sul suo presunto nuovo amore con il chirurgo Giovanni Angiolini. È innamorata?

Anche il tacere sul mio stato emotivo, su quello che vivo in questo momento di passaggio e dolore, ma anche di grande libertà conquistata, è un lusso che mi sto concedendo. Non l’ho mai fatto, eppure ora sento l’esigenza di stare in silenzio e capire cosa voglio davvero.

Qual è la sua priorità?

Le mie figlie. Sono il primo pensiero e anche l’ultimo, non c’è niente altro di più importante. Poi viene il lavoro, la realizzazione, il divertimento nel creare nuove sfide. Sempre con la gioia nel cuore. Finché siamo tutti sani possiamo risolvere qualsiasi cosa. Quando sono in un momento difficilissimo mi dico: «Arriverà la fine di questa giornata infernale».

È sempre riuscita a superare le giornate infernali?

C’è stato un periodo che ero insofferente. Dovevo trovare un modo per farmi amare, per sentirmi amata. Oggi ho capito che siamo individui soli. E se stai bene con te stesso, starai bene con gli altri.

Da chi ha ereditato questo atteggiamento zen?

Il seme della spiritualità arriva da papà. Un uomo fragile e sensibile, che si è perso nel demone dell’alcol. Tutto quello che ho vissuto da piccola mi ha creato «la pellaccia». Se sopravvivi alle difficoltà da bambina, quando cresci ce la farai. È come una benedizione, un viatico.

Si può dire che lei ce l’abbia fatta.

Ritengo di essere stata fortunata, ma sono stata allenata alla sofferenza. Poi c’è un tempo per soffrire e un tempo per rialzarsi.

Dopo questa esperienza, che madre è diventata?

Quando ho avuto Aurora avevo 19 anni. Ero senza esperienza, ma venivo da un Paese dove la disciplina è al primo posto. Le regole sono state la mia salvezza. È una ragazza strutturata, tranquilla, brava, se la sa cavare. Anche per tutti i «no» che le ho detto.

E con Sole e Celeste?

La maternità a 35 e 38 anni è completamente diversa. Ti rilassi, sai che certe cose le puoi lasciare andare. Concedo di più. Forse era meglio quando mi aggrappavo alle regole.

Cosa farà questa estate?

Mi godrò le bambine. Da brava svizzera ho già programmato tutto.

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Terry Marocco