vacanze-italia
iStock
News

Gli italiani in vacanza all'estero hanno speso in media 536 euro

I dati di Revolut mostrano un calo del 70 per cento delle partenze fuori dai confini nazionali e transazioni complessive in discesa rispetto al 2019. Con qualche voce in controtendenza

Più o meno tutto secondo copione: le vacanze in Italia che vincono sui viaggi all'estero, tanto per divieti espliciti quanto per ragioni di opportunità. E poi un generico tirare la cinghia e un'ubbidienza ligia al distanziamento sociale: meno hotel e più case in affitto, pasti fai-da-te preferiti a quelli al ristorante, auto (anche a noleggio) al posto dei mezzi pubblici.

Sono le conseguenze ormai note del coronavirus sull'estate tricolore, ma i dati appena diffusi da Revolut, l'applicazione finanziaria con 13 milioni clienti nel mondo e più di 400 mila lungo la Penisola, permettono di quantificare questa differenza tra il 2019 e il 2020. Di misurarla e stringerla in una serie di percentuali, frutto del cambio di abitudini fotografate dalle minori (e diverse) transazioni con le sue carte di debito.

Per prima cosa, ammontano al 70 per cento in meno gli italiani che si sono spinti fuori dai confini nazionali tra giugno e agosto. E chi è partito comunque, ha preferito nell'ordine Francia, Regno Unito e Svizzera. La Spagna, che generalmente era la meta più gettonata, è scesa al quarto posto. Di certo, le ultime restrizioni che impongono di sottoporsi al tampone al rientro, non hanno aiutato.

Chi ha lasciato lo Stivale, è stato comunque morigerato con le spese. Se l'anno scorso in media si spendevano 659 euro a persona, la quota del 2020 si è abbassata a 536 euro, quasi un quarto in meno. Di più: «Confrontando la spesa domestica con quella estera, quest'anno la cifra media spesa all'estero è oltre quattro volte inferiore a quella spesa in Italia, mentre lo scorso anno le due erano molto simili» scrive Revolut in una nota.

L'informazione è significativa: chi è andato fuori dall'Italia non lo ha fatto per un'incontenibile passione esterofila, per mancanza di attaccamento alla bandiera. Lo ha fatto perché voleva oppure aveva bisogno di risparmiare in vacanza. In effetti, da più parti è stato riscontrato che i prezzi per le località nostrane, specie le preferite dai flussi di turisti, non sono state esattamente abbordabili. Specie nelle due settimane centrali del mese di agosto.

In generale, un appartamento in affitto è stata giudicata una soluzione più logica, e sicura, rispetto a un albergo. I clienti Revolut hanno speso il 12 per cento in meno rispetto al 2019 per gli hotel, mentre per Airbnb e dintorni hanno scucito il 33 per cento in più. E visto che nelle case c'è un'intera cucina a disposizione, tanto vale utilizzarla. Non è stata lasciata a prendere polvere: durante la stagione calda in corso la spesa presso i supermercati è aumentata del 44 per cento, mentre i ristoratori hanno incassato il 23 per cento in meno. Ultimo dato: il noleggio delle auto è cresciuto del 20 per cento, rappresentando un'alternativa a treni, autobus e aerei.

I più letti

avatar-icon

Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

Read More