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(Ansa)
Economia

Al via il ricorso contro il taglio della rivalutazione delle pensioni

Carmelo Barbagallo (Uil Pensionati): "Il nostro obiettino è arrivare alla pronuncia della Corte sull'illegittimità costituzionale dell'articolo della Legge di Bilancio". La misura a oggi interessa circa 3 milioni e mezzo di italiani

Entra nel vivo l’attacco dei pensionati contro il meccanismo di rivalutazione degli assegni, che penalizza quelli medio-alti.

“Con la prima udienza del 5 aprile comincia l’iter giudiziale che ci auguriamo porti a una pronuncia della Corte Costituzionale” ha commentato il segretario generale Uil Pensionati Carmelo Barbagallo. Al Tribunale Civile di Roma, si è svolta infatti l’udienza iniziale del primo dei 5 ricorsi contro il taglio della rivalutazione delle pensioni di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo Inps disposto dalla Legge di Bilancio 2023, che ha reintrodotto il meccanismo non per scaglioni ma per importi complessivi.

I ricorsi sono stati avviati dalla Uilp per conto di cinque pensionati pubblici e privati provenienti da diverse aree geografiche del Paese. Le spese sono ovviamente a carico della Uilp.

“Il nostro obiettivo” continua Barbagallo “è arrivare alla pronuncia della Corte sulla illegittimità costituzionale dell’articolo della Legge di Bilancio che ha previsto il taglio. Una misura ingiusta, che ha interessato una platea vastissima di pensionate e pensionati, circa 3 milioni e mezzo. Inoltre la Legge di Bilancio 2024 non solo ha confermato il taglio, ma lo ha anche peggiorato, portando la rivalutazione per le pensioni superiori a 10 volte il minimo dal 32% al 22%. I danni sono permanenti e irreversibili, perché si ripercuotono sugli anni successivi”.

Il ricorrente della causa del 5 aprile, per esempio, con il meccanismo in vigore ha perso, nel solo 2023, circa 2200 euro. Si stima una perdita, nel corso degli anni, di oltre 30mila euro.

“I pensionati di questo Paese sono stufi di essere trattati come un bancomat” sostengono al sindacato. “Non è possibile che ogni volta che servono risorse si vadano a prendere dai pensionati. Non siamo un salvadanaio da rompere all’occorrenza. Le pensioni sono frutto di anni di lavoro e contributi e quelle italiane sono tassate il doppio della media europea. La rivalutazione non è un aumento, è un parziale adeguamento all’inflazione dell’anno precedente. Quando l’inflazione è alle stelle, come è stato negli anni passati, una piena rivalutazione di tutte le pensioni è più che necessaria, perché è l’unico strumento per tutelare il potere d’acquisto dei pensionati. La Uilp crede fortemente in questa battaglia, che sarà lunga e impegnativa. Contiamo di arrivare a un importante risultato.”

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Guido Fontanelli