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(Ansa)
Economia

Il giusto giro di vite del Governo contro il Superbonus

Il Consiglio dei Ministri ha deciso di mettere un ulteriore freno ad un provvedimento che ha devastato e sta devastando i conti dello Stato

Stop definitivo alla cessione del credito, allo sconto in fattura e sanzioni fino a 10.000 euro per chi fa il furbetto. Il Cdm di ieri ha approvato un decreto legge sul superbonus che prevede misure restrittive per mettere in sicurezza i conti. L’intervento si è reso necessario anche alla luce degli ultimi dati certificati dall’Istat che hanno portato alla revisione del deficit relativo all’anno 2023 arrivando alla misura del 7,2%, revisione al rialzo che segue quella già intervenuta per gli anni 2021 e 2022. Il decreto prevede dunque l’eliminazione, per tutti gli interventi che verranno effettuati dopo che le nuove norme entreranno in vigore, dello sconto in fattura e della cessione del credito. Il governo aveva infatti concesso queste due forme di agevolazione per le case popolari, gli analoghi enti di house providing e per le case che si trovano in zone sismiche. Con il nuovo decreto il governo elimina definitivamente queste ultime eccezioni, facendo rimane come unica opzione la detrazione in 10 anni.

Tra le altre novità troviamo poi anche l'introduzione di nuove misure di controllo e le sanzioni. Da una parte il governo vuole cercare di ottenere maggiori informazioni inerenti alla realizzazione degli interventi legati all’agevolazione e dall’altra vuole evitare comportamenti scorretti da parte degli operatori. L’omessa trasmissione delle informazioni, relative agli interventi già avviati, porterà infatti ad una sanzione amministrativa di 10.000 euro. Nel caso di nuovi interventi la pena sarà invece la decadenza totale dall’agevolazione fiscale. Sempre per contrastare i comportamenti scorretti sono inoltre state introdotte norme per prevenire le frodi in materia di cessione dei crediti Ace, riducendo ad una la possibilità di cessione ed estendendo la responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione, nonché ampliando i controlli preventivi in materia di operazioni sospette. E infine, per evitare poi che i bonus edilizi siano richiesti anche da chi ha debiti nei confronti del fisco si è decisa la sospensione dei crediti di imposta, fino a quando non si salda il debito con l'erario, se chi richiede le agevolazioni risulta essere iscritto a ruolo o ha carichi affidati agli agenti della riscossione per importi complessivamente superiori a 10.000 euro.

La riforma del fisco va avanti: tocca alle dogane

Il nuovo decreto fiscale approvato in prima lettura dal Cdm ha previsto una revisione della disciplina doganale semplificando, da un lato, e rivedendo le pene dall’altro. Le novità principali, contenute nel “decreto legislativo sulla revisione della disciplina doganale e del sistema delle sanzioni in materia di accise e di altre imposte indirette sulla produzione di consumi”, approvato in prima lettura dal Cdm, riguardano dunque le sanzioni amministrative, il settore dei tabacchi lavorati, il contrabbando e la semplificazione di alcuni adempimenti.

Per le sanzioni amministrative partiamo con il dire che la nuova disciplina ne riduce l’ammontare e supera anche il “problema” del doppio livello sanzionatorio penale e amministrativo. Aspetto già incluso nel decreto che ha rivisto il sistema sanzionatorio nel suo complesso. Nel dettaglio parliamo di sanzioni che potranno oscillare da un minimo dell’80 ad un massimo del 150%. Verrà inoltre meno anche la confisca. La disciplina del contrabbando viene semplificata. Nel dettaglio, i casi attualmente previsti saranno sostituiti da sole due ipotesi: il contrabbando per omessa dichiarazione e quello relativo alla dichiarazione infedele. Per entrambi sono state ridotte le sanzioni ma viene prevista la confisca dei beni o nel caso in cui non fosse possibile si andranno ad aggredire le somme di denaro o di beni di valore equivalente a quelle del prodotto. Nei casi più gravi, oltre alla multa, è inoltre anche prevista la reclusione da tre ai cinque anni.

Tabacchi, beni energetici e alcool al via nuove sanzioni

Altre novità riguardano i reati che sono connessi ai tabacchi lavorati o ai prodotti energetici. Nel primo caso chi sottrae “con qualsiasi mezzo e modalità all’accertamento o al pagamento dell’accisa i tabacchi lavorati è punito con la reclusione da due a cinque anni", si legge nel testo del decreto. Nel dettaglio viene previsto che quando le frodi riguardano un quantitativo di tabacco lavorato fino a 15 chilogrammi si applicherà una sanzione amministrativa di 5 euro per ogni grammo. In ogni caso la sanzione non potrà essere inferiore ai 5.000 euro. Se il quantitativo di tabacchi sottratto all’accertamento o al pagamento dell’accisa risulta essere non superiore ai 200 grammi, la sanzione sarà di 500 euro, mentre se dovesse essere tra i 200 e i 400 grammi, la sanzione amministrativa sarà di 1.000 euro. Nel caso in cui non si riesca a stabilire il quantitativo, il decreto prevede una sanzione amministrativa che andrà da un minimo di 3.000 ad un massimo di 30.000 euro. Le pene sono poi aumentate se i reati "sono commessi adoperando mezzi di trasporto appartenenti a persone estranee al reato, la pena è aumentata". Da evidenziare come "i beni mobili, compresi quelli iscritti in pubblici registri, le navi, le imbarcazioni, i natanti e gli aeromobili sequestrati nel corso di operazioni di polizia di contrasto" al contrabbando di tabacchi lavorati "sono affidati dalle autorità competenti in custodia giudiziale agli organi di polizia che ne facciano richiesta per l’impiego in attività di polizia ovvero possono essere affidati ad altri organi dello Stato o ad altri enti pubblici non economici, per finalità di giustizia, di protezione civile o di tutela ambientale”. Inoltre, se all’interno di un negozio si hanno tabacchi lavorati in forma abusiva si rischia non solo la multa ma anche la chiusura del negozio o la sospensione della licenza per un periodo non inferiore ai 5 giorni e non superiore al mese. Se si dovesse reiterare il comportamento la chiusura sarà di uno o due mesi e nel caso in cui la contestazione dovesse avvenire per più di due volte ci sarà la chiusura definitiva dell’esercizio. Nel caso si violasse, allora si dovrà pagare una multa da 10 a 50.000 euro.

Infine, per i prodotti energetici il decreto aumenta da 2.000 a 10.000 kg la soglia di prodotti energetici sottratti ad accisa oltre la quale la pena prevista è quella della reclusione da uno a cinque anni, oltre la multa. Per i prodotti energetici sottratti all'accertamento o al pagamento di accisa inferiore a 1.000 Kg si applicherà la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro dal doppio al decuplo dell’imposta evasa. Se la quantità di gas naturale sottratto all’accertamento o al pagamento dell’accisa è inferiore a 10.000 metri cubi (finora la soglia era di 5mila metri cubi) si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, in ogni caso non inferiore a 5.000 (oggi la soglia è di 516 euro).

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Giorgia Pacione Di Bello