Furto d'identità: l'Odissea delle vittime che ora non hanno più accesso al credito
Economia

Furto d'identità: l'Odissea delle vittime che ora non hanno più accesso al credito

Secondo il Crif nei primi sei mesi del 2012 circa 9.000 persone, soprattutto giovani, sono rimaste vittime di frodi creditizie. Su Panorama.it le storie di alcuni di loro

Giorgio L., 29 anni, è un libero professionista di Siena. Lo scorso gennaio si è recato in banca per chiedere un finanziamento per l’acquisto di un’automobile, ma ha ricevuto una risposta negativa: era un debitore insolvente. "Eppure in vita mia ho sempre pagato regolarmente alla scadenza ogni rata dei prestiti e del mutuo”, racconta a Panorama.it.

"Approfondendo la questione – prosegue - ho scoperto che qualcuno aveva ottenuto un finanziamento a mio nome per l’acquisto di un costosissimo televisore di ultima generazione senza rimborsarlo. Ho chiesto di visionare il contratto: il documento allegato, anche se riportava i miei dati, non era il mio e così come la foto applicata".

Non è purtroppo, il suo, un caso isolato. In Italia nei primi sei mesi del 2012 si contano circa 9.000 persone vittime di frodi fiscali, molte delle quali considerate loro malgrado "clienti inaffidabili", solo perché qualcun altro aveva rubato loro i dati sensibili per fabbricare una carta d’identità falsa (nel 70% è il documento più utilizzato) e così far man bassa di prestiti senza poi restituire alcunché.

La fotografia emerge dalle ultime elaborazioni dell’Osservatorio sulle frodi creditizie del Crif, secondo cui nel primo semestre del 2012 la maggior parte delle frodi ha riguardato i prestiti finalizzati, ossia quelli che possono essere sottoscritti anche direttamente dal negoziante o rivenditore.

L’incidenza sul totale dei casi, infatti, è dell’82,4% (+5,4% rispetto al 2011), a differenza delle carte di credito (diminuite del 35%), mentre a livello geografico le regioni più colpite sono soprattutto Campania, Lombardia, Sicilia e Lazio, che assieme hanno registrato quasi la metà delle frodi.

Il perché di questo boom è presto detto: "La tecnica più utilizzata dai frodatori consiste nel produrre documenti falsi e tentare la frode soprattutto su prestiti finalizzati di piccolo importo (quello di frodi per importi inferiori ai 1.500 euro sono aumentate rispetto al passato del +45,4%, ndr), spesso erogati direttamente presso i punti vendita e, quindi, soggetti a controlli meno approfonditi” spiega Maria Luisa Cardini, senior business consultant di Crif.

Non solo. I dati del Crif mostrano come le frodi non conoscano crisi, rispetto alla contrazione del credito nell'ultimo anno: il rapporto tra il loro numero e il numero di linee di credito erogate è cresciuto del +17,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Colpa della maggiore facilità per i criminali ad accedere a informazioni personali e riservate, soprattutto tramite i social network, oltre alla quasi certezza per i frodatori di non incorrere in rischi o sanzioni particolarmente severe.

Lo sa bene Sara L., di Ascoli Piceno. Mesi fa tutti i contatti della sua posta elettronica ricevettero questo messaggio: "Sono bloccata a Londra, mi hanno rubato soldi, documenti, carte di credito. Ti prego di inviarmi del denaro tramite Western Union…".

Di conseguenza venne tempestata da decine di chiamate di amici e conoscenti che le chiedevano cosa era successo e se avevano bisogno di soldi: un hacker era entrato in possesso del suo account e aveva cambiato la password del suo profilo, utilizzandolo al suo posto.

Ma non ci sono solo i social network a complicare la vita. Le frodi aumentano, infatti, anche per la difficoltà degli istituti di credito a verificare la rispondenza dei dati e per i tempi di scoperta della frode, che sono ancora troppo lunghi: una su due, infatti, viene intercettata dopo oltre un anno dall’evento.

Come è capitato a P.L., un 28enne toscano. Nel 2010 ha scoperto di essere vittima di un furto d’identità dopo ben quattro anni: uno studio legale e una società di recupero crediti lo chiamarono al telefono spiegando che esigevano da lui il pagamento di rate insolute di un finanziamento da lui acceso nel 2006. Poi si scoprì che a fare l’acquisto era stato invece un frodatore.

Ma non era ancora finita. Convinto che la situazione si fosse risolta semplicemente dichiarando la sua estraneità al fatto, quest’anno il giovane si è rivolto alla sua banca per chiedere un fido: gli è stato negato per la presenza del prestito ottenuto e non rimborsato dal frodatore sulla sua posizione creditizia.

Il giovane, infatti, sottovalutando il furto d’identità , non aveva sporto denuncia: in alcuni casi, spiegano gli esperti del Crif, le vittime sono portate a pensare che si tratti di casi di omonimia, facilmente risolvibili senza ricorrere all’intervento delle forze dell’ordine.

"Purtroppo non è aumentata la consapevolezza di questo fenomeno criminale tra i consumatori" aggiunge Beatrice Rubini, direttore Personal Solutions & Services di Crif.

"Si tratta – prosegue - soprattutto gli under 30 ad essere maggiormente colpiti dal furto d’identità e dalle frodi creditizie. Eppure sono proprio loro che, almeno teoricamente, dovrebbero avere una maggiore sensibilità verso questa tipologia di crimine".

Ma la guardia deve rimanere alta anche fuori dal web. Claudia F., 29 anni, insegnante di una scuola materna a Roma, a marzo si è recata in un punto vendita per acquistare un portatile, sfruttando la possibilità di poterlo pagare a rate con un finanziamento a tasso zero.

Il rivenditore le disse che non poteva usufruire di quella offerta vantaggiosa: a suo nome risultava attivo un finanziamento sul quale gravavano significativi ritardi nei pagamenti delle rate.

Dopo varie ricerche scoprì che un frodatore aveva chiesto a suo nome un finanziamento per l’acquisto di un costosissimo impianto hi - fi in un negozio di Latina, città dove non si recava da anni.

Controllando la copia del documento di identità, che era stato presentato all’atto del finanziamento, l’amara sorpresa: i dati sulla carta di identità erano i suoi, mentre la foto era di un’altra donna. La stessa che circa un anno prima le aveva fatto un colloquio per un lavoro da baby sitter.

I più letti

avatar-icon

Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

Read More