Apple e Tim Cook: e se fosse divorzio?
Ecco perché il settimanale Forbes avanza l'ipotesi di un possibile passo indietro del numero uno di Cupertino
Sono rumors. E come tali vanno presi. Con la dovuta distanza e la dovuta attenzione. Ma ci sono, vengono da Wall Street e ne parla per primo l'autorevole settimanale Forbes : Tim Cook, alla guida di Apple nella veste di amministratore delegato dopo la morte di Steve Jobs, potrebbe essere costretto a fare un passo indietro dal suo incarico.
La voce è di indubbio impatto. Soprattutto perché arriva a un giorno dalla presentazione dei dati societari relativi al 2012 che la Borsa ha già anticipato portando il titolo della Mela a perdere impietosamente la metà del proprio valore negli ultimi sei mesi.
I DIECI MOTIVI PER CUI APPLE CROLLA IN BORSA
Le fonti riportate da Forbes sosterrebbero che l'eventuale sostituzione di Cook sarebbe spinta da alcuni manager interni al gruppo che sentono la necessità di una guida più credibile e con maggiori competenze tecnologiche onde evitare che Apple faccia la fine di Hewlett Packard .
L'azienda è solida, per carità. Nessuno potrebbe sostenere il contrario. Ha un cassa di 137 miliardi di dollari, il vero motivo per cui anche gli analisti finanziari continuano a giudicare il titolo uno "strong buy" (da comprare intensamente) o un "moderate buy" (da comprare moderatamente) nonostante (o forse soprattutto perché) abbia perso 290 miliardi di valore (capitalizzazione) in sei mesi. Solo in sei su 35 restano neutrali.
È la cassa il tesoro di Apple, da usare per tentare di sorprendere ancora il mercato con un prodotto innovativo e di successo come l'iPhone e l'iPad che potrebbe salvarla da un potenziale lento declino ora che la concorrenza di Samsung si è fatta molto più pressante.
Questo si aspettano gli investitori: che Tim Cook prenda atto della difficoltà che sta attraversando la società rispetto agli anni d'oro di leader indiscusso del mercato e annunci qualcosa di straordinario. Pena il fatto di vedere il titolo perdere ancora più terreno. Ed essere, chissà, costretto davvero dai suoi azionisti a fare un passo indietro.
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