elon musk
(Ansa)
Economia

Musk, una superpotenza mondiale che noi trattiamo come uomo da cabaret

Ogni azione del fondatore di Tesla viene presentata come il gesto di un mezzo folle o quantomeno, un personaggio stravagante. Che però ha fatto cose come pochi altri al mondo

Ci avete mai fatto caso? Ogni volta che il mondo dell'informazione ci parla di Elon Musk lo fa trattando qualsiasi cosa come fosse uno scherzo. Prendete ad esempio quanto successo pochi giorni fa. La notizia è legata all vendita di un grosso pacchetto azionario di Tesla (la società tecnologica, gioiello mondiale fondata appunto da Musk) che lo stesso fondatore ha portato a termine per motivi fiscali e non solo (qui sotto l'analisi di un esperto sull'intera operazione). Eppure se tutto questo ha provocato uno scossone enorme nel mondo economico e nel mercato azionario Usa in molti hanno sottolineato solo la «stranezza» o l'ultima stranezza di questa operazione raccontando come Musk abbia chiesto su twitter al mondo del web e dei social se fosse il caso di vendere il 10% delle sue azioni.

Musk l'eccentrico, Musk, il tipo strano, Musk che viene descritto sempre come se fosse un ibrido, metà follia, metà genio.

Tutto questo però ormai ha stancato. Dietro ai suoi gesti, ai suoi giubbotti di pelle, alle apparizioni tv, all'attività social ci stiamo però dimenticando quanto di concreto Musk abbia fatto in questi anni.

Stiamo parlando di un uomo che la lanciato la corsa di tutto il mondo all'auto elettrica e che, da questo punto di vista è avanti agli altri di un decennio; è l'uomo che ha inventato un razzo (SpaceX) capace di andare nello spazio e tornare per poi essere riutilizzato per una nuova missione mentre prima un razzo era un oggetto da un viaggio e via. Sappiate che per questo la Nasa non smetterà mai di ringraziarlo dato il risparmio (da centinaia e centinaia di milioni di dollari) a trasferta spaziale; è l'uomo che ha reso ricche migliaia di persone che hanno investito in borsa sulla sua società il cui titolo negli ultimi 5 anni è passato da 37 dollari a 1023 (30 volte tanto) e negli ultimi 12 mesi da 400 dollari a 1000. Mica male.

Eppure noi ci ridiamo, noi ci divertiamo a evidenziare le sue presunte «stranezze» dentro le quali c'è sostanza, tanta sostanza.

Nell'ultima sua operazione finanziaria si sono mossi 5 mld di dollari. Una cifra che in diversi paesi, anche europei, corrisponde all'intera manovra economica.

Forse sarebbe il caso di cambiare lo sguardo, di renderci conto di come siano davvero le cose.

Elon Musk non è un uomo da cabaret, anche se forse un po' gli piacerebbe esserlo. È ormai insieme a Zuckerberg e Bezos una potenza mondiale, da invitare con tutta la serietà del caso, al prossimo G7.

Cosa c'è dietro l'ultima operazione di Musk (da 5 mld)

Elon Musk, il fondatore della Tesla, vuole convincerci di essere una vittima del sistema fiscale americano che lo "costringerebbe" a vendere le proprie azioni per pagare una bolletta di quasi 15 miliardi di dollari. In un suo recente tweet Musk aveva infatti scritto come dato che "non prendo uno stipendio in contanti o un bonus da nessuna parte. Ho solo azioni, quindi l'unico modo per pagare le tasse personalmente è vendere azioni". Ma vorrebbe anche convincerci di prendere consigli di natura finanziaria dai suoi follower sui social. Il fondatore di Tesla durante il fine settimana ha infatti chiesto ai suoi 62,7 milioni di follower su Twitter se avrebbe dovuto vendere il 10% delle sue azioni di Tesla: "Ultimamente si parla molto di guadagni non realizzati come mezzo di elusione fiscale, quindi propongo di vendere il 10% delle mie azioni Tesla", ha twittato. Aggiungendo come avrebbe rispettato qualsiasi risultato (il 58% ha votato a favore della vendita e il 42% contrario). E infatti ha venduto 4,5 milioni di azioni per un controvalore di quasi cinque miliardi di dollari. La cessione è avvenuta in tre giorni (lunedì, martedì e mercoledì), come emerge dai documenti dell'Autorità statunitense di vigilanza sui mercati (Sec). Contestualmente però Musk ha esercitato il diritto di stock option comprando 2,1 milioni di azioni a 6,2 dollari l'una, a fronte di un valore di mercato che supera i mille dollari. Il contratto di Musk gli ha infatti dato la possibilità di acquistare quasi 23 milioni di azioni Tesla a 6,24 dollari ciascuna (beneficio che scadeva il prossimo agosto), portando nelle tasche del miliardario un bel bottino.

Il sondaggio che però Musk si è impegnato a rispettare sconta alcune omissioni, che portano a pensare che il fondare di Tesla avrebbe venduto indipendentemente dal risultato del sondaggio, rispettando il piano precedentemente prestabilito. Musk avrebbe infatti presto dovuto vendere una grossa fetta della sue azioni. Il motivo? Il miliardario detiene quasi 23 milioni di stock option, assegnate nel 2012, che scadranno nell'agosto 2022 (da ricordare come la maggior parte delle stock grant consentono ai dirigenti delle aziende di evitare di pagare le tasse per anni, e forse per sempre, a patto che non vendano le azioni, ottenendo un compenso). Inoltre, secondo diversi analisti americani Musk si trova in una situazione fiscale pericolosa dato che è molto improbabile che le opzioni del 2012, per come sono strutturate, possano beneficiare del trattamento fiscale preferenziale. E dunque il Ceo di Tesla dovrà affrontare una bolletta di oltre 15 miliardi di dollari nei prossimi mesi sulle stock option, rendendo dunque probabile una vendita delle sue azioni di Tesla, indipendentemente dal voto di Twitter. Da ricordare che non è la prima volta che Musk si diverte sul social network. Pensiamo a quando ha influenzato il valore del Bitcoin, perché si era accorto improvvisamente che questo inquinava, o quando era entrato a gamba tesa sulla questione GameStop. I suoi interventi muovono e influenzano il mercato e di certo Musk non è una vittima, come vorrebbe far credere, del sistema fiscale americano.
La Bilionar tax Si prevedono momenti difficili per i paperoni come Elon Musk. Negli Usa si sta infatti lavorando alla "Bilionar tax" che andrebbe a colpire i patrimoni "virtuali" dei miliardari. La misura prevederebbe infatti la possibilità di tassare il profitto delle azioni anche se non riscosse. E per soggetti come Musk che detengono gran parte della loro ricchezza sotto questa forma è proprio una cattiva notizia. Da ricordare come il miliardario, durante la pandemia, ha più che raddoppiato il proprio patrimonio che è salito da 27 miliardi (prima del Covid) a 323 miliardi di quest'anno (rilevazione Bloomberg), con le azioni di Tesla che sono passate da 408,50 dollari (12 novembre 2020) a 1.063,51 dollari (11 novembre 2021). Un salto che nonostante lo abbia fatto posizionare nella Top10 degli uomini più ricchi al mondo, non lo ha spinto ad impegnarsi particolarmente in cause filantropiche. Stando alla classifica di Forbes 400, è stato infatti stimato che Musk abbia donato circa 100 milioni di dollari in beneficenza, meno dell'1% del proprio patrimonio netto.





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