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Sean Gallup/Getty Images
Economia

La classifica di passaporti e cittadinanze migliori

Top ten dominata dall'Europa. Italia in 13esima posizione

Quanto vale una cittadinanza? In linea generale si tende a pensare che i bambini nati in un paese ricco avranno una vita più lunga e con maggiori opportunità rispetto a chi nasce in un contesto povero e in via di sviluppo. Tuttavia, non è facile quantificare i vantaggi che possono derivare dal possesso di una cittadinanza anziché di un'altra.

The Economist ha provato a immaginare un metodo per risolvere questo problema, elaborando una serie di variabili da tenere in considerazione per valutare l'importanza di una cittadinanza e i vantaggi associati alla stessa. Il numero di paesi in cui ogni passaporto ci permette di viaggiare senza restrizioni è sicuramente importante, ma almeno tanto quanto un'analisi più oggettiva sull'appeal degli stessi. L'esempio della Russia citato sempre da Economist è particolarmente calzante, perché gli abitanti di questo paese possono viaggiare liberamente in più di cento altre nazioni, ma nessuna di queste è un'economia sviluppata del cosiddetto "primo mondo". Anche il peso di un'economia è una variabile importante, che tuttavia dice poco o nulla sulle effettive possibilità di trasferirsi e stabilirsi in un paese che, sulla carta, sembra molto ricco e attraente.

Per risolvere questo enigma gli esperti di The Economist si sono quindi rivolti alla società di consulenza Henley & Partners, che ha elaborato di recente un quality of nationality index (QNI), ovvero un indice della qualità della nazionalità, che si basa su due variabili, quella "interna" e quella "esterna". La prima fa riferimento alla forza e alla solidità dell'economia del paese in questione, al suo punteggio nella classifica dei paesi sviluppati elaborata dalle Nazioni Unite, e dal livello di stabilità della nazione. Il secondo, invece, fa riferimento al numero di paesi in cui chi ha una certa nazionalità può viaggiare liberamente pesando questi ultimi per solidità economica e stabilità interna.

Non è poi così sorprendente scoprire che nella top ten ci sono solo nazioni europee: sul podio ci sono Germania, Danimarca e Finlandia, seguite da Norvegia, Svezia, Islanda, Irlanda, Austria, Francia, Svizzera e Olanda. L'Italia è in tredicesima posizione, a pari merito con la Spagna, ma quello che sorprende di più è che gli Stati Uniti si piazzino al 28esimo posto, dopo la maggior parte delle nazioni dell'Europa dell’est. Seguono Giappone (30), Nuova Zelanda (31), Canada (32) e Australia (33).

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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