L’anarchia del mercato del nichel
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Industria

L’anarchia del mercato del nichel

Oggi il ruolo dei metalli sta diventando sempre più strategico. Dalla transizione energetica all’industria dei semiconduttori, dalle tecnologie digitali a quelle militari è in atto una corsa globale all’accaparramento ed al controllo di queste risorse

L’8 marzo 2022, il London Metal Exchange decise di sospendere le negoziazioni sul nichel a causadella crescita incontrollata dei prezzi, sul contratto a tre mesi, che aveva superato i 100.000 dollari per tonnellata con un incremento del 250% in due sedute. Si trattò di una decisione senza precedenti: non tanto per la sospensione delle contrattazioni quanto perché, il più antico mercato dei metalli del mondo, decise di cancellare tutte le negoziazioni di nichel che avevano avuto luogo in precedenza quella mattina.

L'amministratore delegato del London Metal Exchange, Matthew Chamberlain, per salvare i broker dalle margin call che non potevano permettersi di pagare, stimate in oltre 12miliardi di dollari, ha annullato le transazioni che regolarmente avevano avuto luogo prima della sospensione, spazzando via miliardi di dollari di operazioni (Corto circuito nichel - Energia (rivistaenergia.it)). Secondo Chamberlain il mercato si trovava davanti al pericolo di un "rischio sistemico" ed ha agito nell’interesse della stabilità sistemica e dell’integrità del mercato.

Ma a non pensarla come Chamberlain sono in parecchi. A partire dall'hedge fund Elliott Associates e dall’operatore finanziario JSGT, Jane Street Global, che accusano l’LME, e naturalmente Chamberlain, di aver preso decisioni illegali e chiedono un risarcimento di quasi mezzo miliardo di dollari. Solo in fondo Elliott afferma di essere stato privato di 728 milioni di dollari di proventi lordi a causa della cancellazione delle transazioni.

Secondo Chamberlain il più antico mercato dei metalli del mondo non si era mai trovato in una situazione in cui più di un membro era inadempiente allo stesso tempo: un fatto che rappresentava, per l’appunto, “un rischio sistemico”perché, oltre a minacciare la stabilità di altri mercati delle materie prime, poteva condurre l’LME al default. Quando un membro è inadempiente, è il mercato stesso che deve intervenire per coprire quegli scambi. Anche la condotta di Chamberlain però è da stigmatizzare: che non fosse al corrente di quanto stava accadendo nelle negoziazioni che si svolgono al di fuori dei circuiti borsistici ufficiali è una giustificazione debole.

Sta di fatto che le decisioni che verranno prese alla Royal Courts of Justice di Londra in cui, in questi giorni, si sta discutendo il ricorso di Elliott e Jane Street Global potrebbero innescare un terremoto le cui onde sismiche potrebbero interessare i mercati globali. Sia stabilendo dei precedenti, applicabili anche ad altri scambi, nel merito dei comportamenti da tenersi nelle situazioni di crisi, ma soprattutto potrebbero mettere in gioco, non solo l’LME, ma anche il ruolo di Londra stessa come centro finanziario.

Perché le accuse di Elliot ed JSGT toccano un punto cruciale: l’effettiva indipendenza delle scelte operate dall’LME. L’accusa di averannullato 12 miliardi di dollari di scambi per "salvare" Tsingshan, di proprietà del magnate cinese Xiang Guangda, mette in dubbio anche il ruolo dell’unico azionista dell’LME, la Hong Kong Exchanges and Clearing Limited. Nota in tutto il mondo come HKEx, la Borsa di Hong Kong vede oggi la sua crescente dipendenza dalle aziende cinesi sul banco degli imputati.

I dubbi di alcuni membri sulle potenziali interferenze da parte del Partito comunista cinese, quando, 12 anni fa, HKExprese il controllo di quello che da 135 anni era il cuore del mercato globale dei metalli, furono parzialmente fugati dalle numerose assicurazioni dell’allora amministratore delegato, Charles Li, sul fatto che HKEx fosse una realtà di Hong Kong e non cinese. Ma il maggiore azionista di HKEx è il governo di Hong Kong, che nomina sei dei suoi membri del consiglio di amministrazione ed abbiamo visto quello che è accaduto all’indipendenza di Hong Kong in questi anni ed sotto questa luce che andrebbe valutata la terzietà di HKEx.

Oggi il ruolo dei metalli sta diventando sempre più strategico. Dalla transizione energetica all’industria dei semiconduttori, dalle tecnologie digitali a quelle militari è in atto una corsa globale all’accaparramento ed al controllo di queste risorse. La Cina domina i mercati globali essendo il più grande consumatore di rame, alluminio e minerale di ferro e più in generale per il suo ruolo di “fonderia globale” dei metalli “tecnologici”. La crescita interna e la sua influenza all'estero attraverso i Paesi in via di sviluppo, che aderiscono alla Belt and Road, dipendono fortemente dalla sua capacità di assicurarsi il controllo globale dei metalli.

In questo intreccio di interessi un ruolo fondamentale lo gioca Tsingshan Holding Group, la Apple dell’acciaio inossidabile, di Xiang Guangda. Quest’uomo, un visionario del mondo dei metalli, dopo aver cambiato il modo di produrre l’acciaio inossidabile è stato, di fatto, un precursore della strategia della Via della Seta, attraverso i suoi accordi commerciali che hanno sovente contribuito a suggerire le scelte del governo indonesiano. Esattamente quello che il presidente cineseXi Jinpingcercava per dare lustro ed enfasi alla sua visionedella Via della Seta.

Pertanto Tsingshan non poteva cadere semplicemente perché “too big to fall per gli interessi cinesi.Da tempo il geniale Xiang ha compreso che il suo vantaggio competitivo nell'acciaio inossidabile si è eroso ed ha orientato le sue attività in Indonesia verso il business del secolo: la transizione energetica e l’elettrificazione dei trasporti. Infatti Tsingshan fornisce grandi volumi di nichel ai produttori di batterie per veicoli elettrici in patria. Grazie alla sua tecnologia è in grado di raffinare il nichel di bassa qualità indonesiano utilizzando le medesime strutture produttive con cui produce l’acciaio inossidabile, trasformandolo in nichel di classe I, idoneo all’utilizzo nelle batterie per le auto elettriche.

Naturalmente c’è chi obbietta che questo sia un processo energetico particolarmente intensivo e visto che l’energia che muove il colossale Indonesia Morowali Industrial Parksull’isola di Sulawesi è prodotta con il carbone: pare evidente che di ecologico, le batterie prodotte con questo nichel, abbiano poco. Tuttavia questo non sembra preoccupare i produttori di batterie cinesi, tra cui CATL e GEM Co., che hanno seguito l’esempio di Tsingshaninvestendo pesantemente nelle isole indonesiane di Sulawesi e Maluku, regioni ricche di riserve di nichel. Così dopo aver costruito gran parte delle infrastrutture di supporto intorno alle raffinerie di nichel dell'Indonesia oggidetengono il controllo su chi vi ha accesso.

Xiang non è nuovo a condotte spregiudicate: negli ultimi dieci anni ha operato nel mercato del nichel non come operatore industriale ma con un’attività più simile al trading, frequentemente condizionando l’andamento dei prezzi del mercato del nichel. Lo spettro di Pechino che incombe e le battaglie legali sulla protezione concessa a Xiang continueranno a gettare ulteriore discredito sulla credibilità della borsa dei metalli di Londra. Abituati al credo d iÈ il mercato, bellezza, e tu non ci puoi far niente! Niente! riscontriamo amaramente come la crescente influenza dei regimi autoritari nel settore dei servizi finanziari stia rendendo questa affermazione priva di fondamento.

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Giovanni Brussato