Bacardi, storia di un'eredità contesa
Bacardi (iStock)
Industria

Bacardi, storia di un'eredità contesa

La guerra tra eredi finisce in un dossier di denuncia in Italia. Obiettivo: il controllo di uno dei marchi più noti al mondo.

Quella dell'eredità contesa Bacardi è una storia che intreccia i destini di uno dei marchi più conosciuti al mondo. Azienda da oltre 6 miliardi di dollari di fatturato, sede nelle Bermuda e dipendenti ovunque, punto di riferimento a livello mondiale nel settore delle bevande alcoliche che con la fusione con il Gruppo Martini nell'ormai lontano 1993 ha consolidato il suo profilo di leader. Una storia finita in Tribunale per decisione di Lady Monika Bacardi, vedova di Don Luis Bacardi, storico patron del gruppo venuto a mancare nel Principato di Monaco nel 2005.

La donna ha denunciato il Trust Bastille, sede in Liechtestein, fondato dal marito e, secondo le carte prodotte dalla vedova, di proprietà sua e della figlia Maria Luisa appena diventata maggiorenne. Il motivo: l'estromissione da tutte le cariche in concomitanza con il voto (annunciato contrario) che ha dato il via libera alla conferma ai vertici della società di Facundo Bacardi. Una mossa che le ha negato di fatto la possibilità di esprimere il proprio parere sulla governance aziendale visto che il trust detiene di fatto il 6% della Bacardi Ltd.

I DIVIDENDI NEGATI

E' una storia che di soldi. Tanti. "Decine di milioni di euro" li ha quantificati Lady Monica rispondendo alle domande del Corriere della Sera nei giorni in cui la vicenda è tornata prepotentemente a far discutere. Soldi destinati alla figlia Maria Luisa, cui il Trust Bastille risulta intestato insieme alla madre con usufrutto del 50%, ma riscuotibili solo con il raggiungimento della maggiore età. Una serie di accuse sulle quali la Bacardi Ltd - interpellata dall'agenzia Reuters - non ha voluto rilasciare commenti.

Secondo il dossier della denuncia di quei dividenti accumulati nel corso degli anni dopo la morte dello storico patron non c'è stata fin qui traccia malgrado gli accordi. Il Trust Bastille altro non è che l'evoluzione di un altro fondo creato sempre in Liechtestein dalla madre di Don Luis Bacardi e già a sua volta al centro di una contesa giudiziaria tra eredi negli anni Ottanta. E a quel periodo risale l'origine dei contrasti tra rami familiari tanto da spingere già lo storico patron, che aveva provato a concentrare le sue azioni nel fondo per indirizzarle verso la figlia, a tentare la revoca dei professionisti coinvolti nell'atto di costituzione del trust. Azione interrotta dalla morte nel 2005 e da lì in poi portata avanti dalla vedova con scarso successo, però.

Il tutto, nel racconto della donna, condito di storie di minacce di morte e fughe in luoghi riparati dopo la scomparsa del marito, nel timore di poter essere vittime di attentati. Nel frattempo la Bacardi Ltd, che con l'acquisizione del Gruppo Martini era diventata una delle maggiori società di liquori al mondo, ha proseguito nella sua strategia di allargamento sul mercato, concludendo l'acquisto di altri importanti marchi come Dewar's, produttore di whisky, Cazadores e Grey Groose con aperture di punti anche in Cina, completando la trasformazione in multinazionale del settore.

LA DENUNCIA IN ITALIA

Lady Monika Bacardi, sesta moglie di Luis Bacardi, ha presentato in una procura italiana un dossier denuncia molto articolato contenente ipotesi di reato come truffa e associazione per delinquere. Lo ha fatto, ha spiegato, avendo riscontrato il mancato intervento delle autorità del Liechtestein, paese dove ha sede il Trust Bastille.

Contesta soprattutto il metodo di gestione della governance della Bacardi Ltd definita "una delle mano trasparenti al mondo" in cui un azionista non ha nemmeno il diritto di conoscere l'identità degli altri detentori di azioni.

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Giovanni Capuano