Iberdrola arriva in Italia: i progetti
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Economia

Iberdrola arriva in Italia: i progetti

Il maggiore operatore elettrico in Spagna e primo al mondo nell'eolico, entra nel nostro mercato. Obiettivo, conquistare un milione di clienti

In dicembre ha esordito sulla scena del mercato elettrico nazionale un nuovo operatore, la Iberdrola, la maggiore azienda energetica spagnola con cento milioni di clienti in giro per il mondo.

I suoi obiettivi sono “ambiziosi” come riconosce il country manager Lorenzo Costantini: convincere nel giro di 2-3 anni un milione di famiglie e di piccole imprese ad attaccarsi alla sua spina e conquistare così il 5-7 per cento del mercato italiano. Per portare a termine la missione, il gruppo metterà sul piatto 500 milioni di euro di investimenti. E cercherà di smuovere una clientela poco abituata al cambiamento (i vantaggi economici tra un’offerta e l’altra in effetti sono risibili) proponendo servizi nuovi. Per esempio, dare la possibilità al cliente di scegliere la fascia oraria o i periodi dell’anno in cui usufruire di tariffe più basse. Oppure offrire il pacchetto “auto elettrica” completo di sistema di ricarica e di assicurazione.

Ma Iberdrola potrà fare leva anche su un’altra caratteristica: quella di essere una delle aziende produttrici di energia elettrica più verde del mondo. La società sostiene infatti di essere la leader mondiale nell’eolico: è al primo posto nella produzione di energia eolica in Europa, al primo nel Regno Unito, al terzo negli Stati Uniti. Della sua produzione totale di elettricità, il 59 per cento proviene da fonti rinnovabili e le sue emissioni sono del 67 per cento più basse rispetto alla media dei concorrenti europei.

Nel centro di controllo delle turbine

Per rendersi conto del livello di esperienza accumulato dalla società spagnola nel vento, occorre andare a Toledo per visitare il centro di controllo dove vengono monitorate su grandi schermi sui muri e su decine di monitor ben 6.186 turbine che fanno parte di 236 impianti eolici in 8 Paesi, dal Brasile fino all’Ungheria. L’operatore effettua una serie di zoom successivi fino a proiettare sugli schermi lo schema di una turbina in Texas, verificando in diretta se la temperatura dell’olio è corretta o se ci sono anomalie, e magari modificare l’inclinazione delle pale. Nel centro di Toledo lavora una quarantina di persone che si alternano 24 ore su 24. E grazie alle informazioni raccolte negli anni, unite a quelle in tempo reale provenienti dai centri meteo, la società sa tutto sul vento (quanto ce ne sarà, da dove arriverà, quanto durerà, tutto questo per ogni singola turbina). L’obiettivo è massimizzare l’efficienza del sistema.

Per evitare di sprecare l’energia prodotta dalle pale nei momenti di bassa richiesta, la Iberdrola punta sui sistemi di pompaggio nelle centrali idroelettriche, considerati una strada più praticabile rispetto a quella dell’accumulo di elettricità in grandi batterie. Ne ha realizzato uno vicino a Valencia, il più grande d’Europa, che ha una potenza installata pari a quasi due centrali nucleari. Un impianto idroelettrico simile è in costruzione in Portogallo che potrebbe soddisfare quasi l’intera domanda elettrica della città di Oporto.

30 miliardi di fatturato

“Il mix del futuro” ha spiegato Fernandez Albendea, investor relations manager nel corso di un incontro a Bilbao con la stampa italiana “non potrà più avere né il carbone né, in prospettiva, il gas per via delle emissioni di anidride carbonica mentre il nucleare è troppo costoso. Di conseguenza, le rinnovabili avranno un’importanza crescente”. Tra il 2016 e il 2020 la Iberdrola sta realizzado un piano di investimenti da 25 miliardi destinati per il 42 per cento alle rinnovabili (per esempio in nuovi campi eolici nel Regno Unito e nel mar Baltico) e per un altro 42 per cento alle reti.
I padroni spagnoli del vento hanno messo a segno in questi anno una crescita impressionante: nel 2000 il gruppo (da sempre privato) fatturava 7 miliardi di euro, ora viaggia oltre i 30 miliardi con utili per 2,7 miliardi nel 2016 e con un numero di dipendenti abbastanza modesto: 33 mila persone a livello globale.

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Guido Fontanelli