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(Ansa)
Economia

La finanza decentralizzata spaventa Wall Street

La capitalizzazione complessiva supera i 100 miliardi di dollari all'interno di una crescita che pare inarrestabile; è l'economia tradizionale, tagliata fuori da tutto questo, si preoccupa

Togliere il controllo sulle economie alle grandi istituzioni bancarie e governative. Questo era il principio alla base della nascita di Bitcoin, creata dal misterioso Satoshi Nakatomo nel lontano 2009. Ora quello che sembrava un sogno, forse potrebbe avere trovato una sua prima concretizzazione. Stiamo parlando della DeFi, abbreviazione di finanza decentralizzata: ed è l'idea che gli imprenditori cripto possano ricreare strumenti finanziari tradizionali in un'architettura decentralizzata, al di fuori appunto da qualsiasi controllo di istituzioni finanziarie ed autorità. Non è un caso se la senatrice democratica Elizabeth Warren della commissione banche e finanze del congresso americano, ai primi di Dicembre abbia affermato che “La Defi è la parte più pericolosa del mondo delle criptovalute… è dove i truffatori, lestofanti ed imbonitori si mescolano tra gli investitori part-time e i trader di criptovalute per la prima volta”. Ma i numeri di questo nuovo rivoluzionario settore legato alle criptovalute raccontano di un vero e proprio boom.

Nell’ottobre del 2021 la capitalizzazione totale ha superato per la prima volta i 100 miliardi di dollari, per toccare un picco a quasi 300 miliardi a dicembre, oltre il 700% in più rispetto al 2020. Se la Defi fosse una banca sarebbe tra le top 50 banche d’affari del mondo per valore di asset gestiti. Ma la DeFi è tutt’altro che una banca, ed anzi il suo scopo è proprio quello di disintermediare e rendere praticamente inutile il ruolo delle banche e delle istituzioni finanziarie che regolano i mercati finanziari. Non esistono autorità centrali che gestiscono la liquidità e il funzionamento dei contratti. Tutto viene “ autogestito”, grazie ad utenti che si occupano di fornire liquidità al mercato. In cambio, ai fornitori di liquidità viene data una percentuale delle commissioni di trading guadagnate. Tutto il meccanismo viene governato dagli ormai celebri smart contract che attraverso software, codici e algoritmi, regolano il funzionamento del mercato. "L'obiettivo della DeFi è ricostruire il sistema bancario per il mondo intero in questo modo aperto e senza autorizzazione", afferma Alex Pack, managing partner di Dragonfly Capital, un fondo crittografico da 100 milioni di dollari. Una ricerca pubblicata di recente dalla Federal Reserve Bank di St. Louis prende in esame l’espansione della finanza decentralizzata e il ruolo di Ethereum in questo ambito. “La DeFi potrebbe causare un cambiamento di paradigma nel settore finanziario e potenzialmente contribuire a un’infrastruttura finanziaria più robusta, aperta e trasparente.” scrive Fabian Schar, autore del report. “La crescita spettacolare di questi asset, insieme ad alcuni protocolli davvero innovativi, suggerisce che la DeFi potrebbe diventare rilevante in un contesto molto più ampio: ha già attirato l’interesse di legislatori, ricercatori e istituzioni finanziarie.” aggiunge Schar. Ed in effetti le istituzioni finanziarie hanno già mosso i primi passi in questo nuovo ecosistema.

A Luglio la banca d’affari Goldman Sachs ha annunciato l’intenzione di lanciare un etf sulla DeFi. Il colosso della carte di pagamento Visa ha stretto un accordo a Luglio con la banca digitale Anchorage, per entrare nel mercato degli Nft, i not fungibile token, che sono una delle ultime espressioni di questa nuova finanza decentralizzata. Diogo Monica, cofounder e presidente di Anchorage, ha affermato che le banche “vogliono avvicinarsi ai millennial, la generazione che sta per ereditare cifre immense da trilioni di dollari dai baby boomers. Una fascia d’età che prova una grande sfiducia per le istituzioni centralizzate della finanza tradizionale”. Le banche non avranno scelta, dovranno conoscere e capire la DeFi, concludendo che: “Ora bisogna capire come, dove e quando riusciranno a entrare in questo mercato”. Perchè la Defi risolve il problema del costo elevato per servire i clienti, dall'onboarding e dall'esecuzione delle negoziazioni, alle attività post-negoziazione come la compensazione e il regolamento.

Secondo una stima della Bank of England, le istituzioni finanziarie spendono circa 20 miliardi di dollari all'anno nell'elaborazione degli scambi. Ecco allora che il fatto che secondo Consensys, società di analisi e dati cripto, il settore potrebbe risparmiare fino all'80% delle spese di regolamento post-negoziazione sfruttando la tecnologia di contabilità distribuita, può ben spiegare il crescente interesse verso la finanza decentralizzata. Ma questi costi di trading, che in alcuni casi sono ancora troppo alti a causa delle commissioni della blockchain Ethereum, che è ancora la più utilizzata, potrebbero essere ulteriormente abbattuti, come spiega Sator Settler, co-fondatore di Civilization, il primo hedge fund DeFi interamente gestito dai propri investitori, che ha appena rilasciato, in partnership con Chainlink, CivTrade, innovativo prodotto di trading che ha già superato gli audit di sicurezza di settore e che grazie alla sua tecnologia ha introdotto gli order book nella finanza decentralizzata consentendo agli utenti di eseguire operazioni a impatto zero per massimizzare il rendimento dello swap ed evitarne gli ancora elevati costi nascosti.

“Chainlink è il fornitore di tecnologia più affidabile, visionario ed entusiasmante della DeFi oggi - dice a Panorama Settler - insieme, stiamo rendendo la DeFi più semplice ed economica per tutti. Ad esempio, se un investitore volesse acquistare 100 Ethereum del nostro token CIV, i nostri test mostrano che riceverebbe fino al 91,1% di token in più utilizzando il nostro CivTrade rispetto ai tradizionali sistemi di swap". Le piattaforme DeFi funzionano in modo simile alle banche tradizionali e alle società di servizi finanziari e potrebbero rappresentare un rischio di grande rottura per il sistema finanziario tradizionale nei prossimi anni secondo John Todaro vicepresidente della sezione asset digitali della Banca americana Needham. "Nell'attuale ambiente affamato di rendimenti, c'è stata una maggiore domanda di piattaforme DeFi che offrono rendimenti significativamente più elevati rispetto ai prodotti finanziari tradizionali". La sfida che la DeFi dovrà affrontare sarà ora quella con le nuove regolamentazioni in arrivo, che il presidente della Bis Benoît Cœuré ha definito, a meta dicembre, in un'intervista al Financial Times come una delle prime priorità per gli enti preposto: “Questi nuovi servizi saranno in competizione con la finanza tradizionale e il denaro fluirà dentro e fuori da un universo all'altro. Questo crea un motivo convincente per avviare una discussione sui principi globali per la regolamentazione delle criptovalute". Appello subito accolto da Janet Yellen segretario del tesoro, che in un discorso alla commissione banche del Senato, ha promesso in tempi brevi l’approvazione di una legge ad hoc contro i rischi sistemici legati all'esplosione di un mercato senza regole come quello della DeFi. Perché i rischi esistono eccome come dimostrato da una causa per presunte irregolarità finanziarie contro Uniswap, il primo exchange della finanza decentralizzata, intentata dalla Sec, la consob americana, ai primi di Novembre. Dopo anni di dicotomia tra Main street, economia reale e Wall Street, economia finanziaria, ora il campo sembra restringersi al solo ambito finanziario, trasformandosi in una nuova sfida globale tra l’innovazione della finanza digitale senza intermediari e la finanza tradizionale, che proprio sul suo ruolo centrale nei mercati finanziari ha costruito ricchezza, potere ed influenza.

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Vincenzo Caccioppoli