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(Ansa)
Economia

La Fed rialza i tassi ma più dell'inflazione spaventa la tenuta delle banche Usa

Jerome Powell, come previsto, continua nella politica di rialzo del costo del denaro. Ma le paure dei mercati sono altrove

Un rialzino. La Fed dopo nove rialzi consecutivi continua nella sua politica monetaria, ma alza i tassi solo di 25 punti. La crisi bancaria delle ultime settimane entra a gamba tesa nelle decisioni della banca centrale americana. Il presidente Powell rassicura (“il sistema bancario Usa è sano e resiliente, ma siamo pronti a usare tutti gli strumenti a disposizione per mantenere al sicuro il sistema bancario”) e non arretra (“non è previsto un primo taglio ai tassi entro la fine di quest’anno”). “Si è scelta una via mediana, un compromesso per dare un doppio segnale. Segnale A: si continua a usare la leva dei tassi per rispondere alla dinamica inflattiva. Segnale B: si vede una turbolenza nei mercati che induce a procedere con più cautela, per non stressare il sistema bancario. Si è cercato di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Funzionerà?” spiega Mario Del Pero, Professore di Storia Internazionale e Storia degli Stati Uniti all'Institut d'études politiques - SciencesPo di Parigi.

Il Presidente Powell ha detto chiaramente che le turbolenze del settore bancario “possano determinare un inasprimento delle condizioni di credito per le famiglie e le imprese, che a sua volta influirebbe sui risultati economici”. Questo si è riflesso nella riduzione delle proiezioni per la crescita economica nel 2023 e nel 2024. Le nuove proiezioni puntano a una crescita del Pil dello 0,4% nel 2023, dell'1,2% nel 2024 e dell'1,9% nel 2025, contro rispettivamente il +0,5%, +1,6% e +1,8% atteso a dicembre scorso. Ma, continua il ragionamento della Fed, “è troppo presto per determinare l'entità di questi effetti e quindi per dire come dovrebbe reagire la politica monetaria”. Quindi? “prevediamo che potrebbe essere opportuno un ulteriore irrigidimento della politica”. Un cambiamento non solo di tono, ma di sostanza, dalla formula usata le otto volte precedenti, quel prevediamo "il proseguimento dell'aumento" dei tassi.

“Questo piccolo rialzo è un prendiamo tempo per tutti gli attori coinvolti. Powell, infatti, risponde a più interlocutori: all’ opinione pubblica ma anche alle banche, alle borse e alla politica. Il presidente Biden, che va verso le presidenziali, spera che l’inflazione scenda, ma che gli strumenti usati non abbiano un impatto recessivo troppo marcato. E questo è l’obbiettivo anche di Powell” continua Del Pero

Come hanno reagito i mercati? Wall Street, dopo una prima reazione positiva alla decisione della Fed, ha chiuso in rosso. A spaventare sono state anche le dichiarazioni della segretaria al Tesoro, Janet Yellen, che ha negato la possibilità di estendere la garanzia federale di tutti i depositi bancari, senza limiti. “Siamo entrati in una fase di incertezza in cui i mercati, gli investitori, le banche osservano cosa sta succedendo per capire se ci siano altre Swg in giro e aspettano di vedere i dati sull’ occupazione di febbraio, sperando non sia cresciuta troppo occupazione (un’economia surriscaldata crea a sua volta inflazione). Dopo le turbolenze finanziarie, c’è una sorta di fase di sospensione, anche nei mercati”, continua Del Pero

Powell ieri ha ribadito il “siamo qui, siamo pronti a intervenire” e nelle ultime settimane le crisi bancarie hanno visto una risposta immediata di politica e Fed. In questa fase il mondo finanziario osserva. La prossima mossa? “Le parole d’ordine, quelle proposte di nuova deregolamentazione che sembravano essere popolari nel mondo delle banche fino a qualche settimana fa, oggi hanno perso terreno. Biden ha subito rilanciato operazioni di vigilanza e controllo. Ma siamo in una fase di incertezza e debolezza politica (repubblicani che controllano la camera ndr) che alla fine, come è stato spesso nella storia americana, porta a delegare responsabilità e compiti ad autorità non politiche come La Fed”, conclude Del Pero

Ecco perché Powell ha rassicurato “il sistema bancario statunitense resta solido, resiliente e ben capitalizzato" e "tutti i depositi sono al sicuro". Ma ha aggiunto che le crisi di queste settimane devono far riflettere sulla necessità di un irrigidimento delle regole di vigilanza. E alla fine è comunque tornato lì: la lotta al surriscaldamento dei prezzi al consumo è, e resta, l’obiettivo numero uno. Ecco perché Wall Street ha risposto, chiudendo in rosso alla mini-stretta Fed.

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Cristina Colli