Decreto Lavoro, così Giovannini ha cambiato i contratti a termine
Pause di 10-20 giorni tra le scadenze e i rinnovi. Ecco le nuove norme sulle assunzioni temporanee
Non solo incentivi per le assunzioni dei giovani e per gli stage di inserimento professionale. L'ultimo Decreto Lavoro del governo Letta poggia anche su un altro pilastro. Si tratta di un insieme di provvedimenti a costo zero, che cambiano alcune norme dell'ultima riforma del welfare, ideata dall'ex-ministro Elsa Fornero.
In particolare, vengono abolite alcune regole introdotte dalla Legge Fornero sul lavoro a tempo determinato, che sono considerate troppo severe e che rappresentano un disincentivo alle nuove assunzioni. Ecco cosa cambierà nei prossimi mesi.
PAUSE BREVI
Per disincentivare le aziende a utilizzare troppo di frequente i contratti a termine, l'ultima riforma del welfare del 2012 ha allungato il periodo di tempo che deve trascorrere tra la scadenza un'assunzione temporanea e il suo successivo rinnovo. Se il rapporto di lavoro iniziale aveva una durata superiore a 6 mesi, oggi bisogna attendere almeno 60 giorni per poter riassumere lo stesso dipendente; se invece il contratto aveva in origine una scadenza ultra-semestrale, l'intervallo previsto dalla legge è di 90 giorni. Soltanto gli accordi collettivi nazionali di lavoro possono stabilire delle pause più brevi, senza però ridurle al di sotto dei 20-30 giorni. Presto, tutto tornerà come prima e verrà reintrodotto il regime in vigore fino al'estate dell'anno scorso, che prevedeva un intervallo di appena 10 giorni tra un contratto e l'altro, se l'assunzione iniziale aveva una durata inferiore a 6 mesi e di 20 giorni se invece il rapporto di lavoro temporaneo aveva in origine una scadenza superiore a un semestre.