Cipro, quattro considerazioni sul salvataggio
Ecco perché la scelta di tassare fino al 40% i depositi oltre i 100 mila euro è a dir poco pericolosa
Si è dimesso. Il presidente della Bank of Cyprus ha deciso di andarsene, pare, in seguito ai termini del salvataggio concordato con Bruxelles. Fallimento personale? Costretto alle dimissioni? Vergogna? Forse di tutto un po'.
La vicenda del salvataggio di Cipro lascia infatti quantomeno perplessi. Non era mai accaduto che si intervenisse sui risparmi delle persone per coprire un buco dovuto al fallimento di una banca, in questo caso la Laiki Bank che verrà scorporata in due: una banca "buona" in cui confluiranno i depositi garantiti fino a 100 mila euro, e una banca "cattiva" in cui far confluire tutti i depositi da 100 mila euro in su che verranno colpiti dalla mannaia fino al 40% per un totale di 5,8 miliardi di euro, la posta che l'Europa ha chiesto a Cipro per rilasciare altri 10 miliardi (totale: 15,8) necessari a salvare l'isola dal fallimento. La banca "buona" verrà poi fusa con Bank of Cyprus.
Ma questa volta, si è scelto di giocare pesante e di mettere le mani proprio sui risparmi. Alcune considerazioni.
- La scelta dell'Europa è sicuramente motivata dalla volontà di colpire i soldi dei non-ciprioti che sull'isola (considerata un paradiso fiscale) hanno da sempre portato i loro risparmi per non pagare imposte nel loro Paese di origine (russi ma non solo): come fa notare oggi Carlo De Benedetti su IlSole24Ore a Cipro i depositi sono arrivati a 93 miliardi di euro, 8 volte il pil. Ma solo un terzo fa riferimento ai residenti.
- In ogni caso, la scelta è a dir poco pericolosa. Molto pericolosa. Fa pensare che ormai i risparmi depositati in banca non siano più al sicuro. Chi garantisce ora che anche in altri Paesi, e perché no anche in Italia, in caso di crisi bancarie rilevanti, non possa essere presa una decisione analoga? Ma soprattutto, perché a pagare devono essere i risparmiatori?
- L'effetto domino, di cui abbiamo già parlato , è minacciosamente in agguato. Ovvero: la fuga dalle banche. Nel tentativo di mettere i propri soldi in lidi più sicuri. Premesso che difficilmente chi ha la possibilità di lasciare 100 mila euro su un conto corrente, lo fa (la regola base della sana gestione del denaro è diversificare e non lasciare i soldi in banca dove vengono remunerati poco e male), è certo che ora più di prima chi avesse avuto l'idea di fidarsi del proprio "bancario di fiducia", ci penserà due volte. Certo, l'Italia non è Cipro . E il modello di salvataggio non potrebbe essere applicato all'Italia, come ci ha spiegato l'economista Stefano Caselli . Ma a questo punto non ci sono certezze se non la tutela europea (è valsa anche nel caso di Cipro) dei depositi fino a 100 mila euro che sono garantiti.
- Infine è dal 2012 che la agenzie di rating (tanto criticate ma qualche volta il loro lavoro andrebbe quantomeno considerato) hanno classificato come junk (ovvero spazzatura) i titoli di stato ciprioti. Ma non si poteva intervenire prima? Probabilmente sì.
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