Aziende e settori che guadagnano nei giorni del Covid-19
(Emanuele Cremaschi, Getty Images)
Economia

Aziende e settori che guadagnano nei giorni del Covid-19

Gran parte dell'economia del paese sta passando un periodo nerissimo, ma per alcuni la quarantena è un vantaggio commerciale ed economico

Un amico che lavora per un'azienda che fa packaging in cartone mi sussurra che in marzo il fatturato è cresciuto del 10 per cento rispetto a un anno prima. Un altro, impiegato in un'impresa che produce attrezzi per fare ginnastica, mi dice che in tre mesi ha già incassato quanto era previsto per l'intero anno. Un'amica titolare di un gruppo leader della cosmetica per ora non si dispera, visto che i suoi prodotti sono in vendita nelle farmacie, tutte aperte. E poi un collega mi parla di una società attiva nella plastica, e in particolare nell'imballaggio di alimenti, che sta mettendo a segno un balzo dei ricavi del 60%. Tanto basta per mettermi al lavoro e indagare: è possibile che in un'Italia in lockdown, il cui Pil è previsto in calo quest'anno dell'8-10 per cento, ci siano dei settori che non solo resistono ma addirittura vanno alla grande?

Per rispondere a questa domanda bisogna intanto ricordare che dal 9 marzo, giorno in cui il governo ha imposto la quarantena, 60,48 milioni di italiani si sono chiusi in casa ma non hanno smesso di consumare né di uscire a fare la spesa. E hanno anzi aumentato alcuni consumi. Dati a disposizione, soprattutto da parte delle aziende e delle associazioni di categoria, sono ancora pochi. Ma qualcosa sono riuscito a trovarla. Per esempio sul sito della Nielsen, società di ricerche di mercato che monitora i consumi.

Leggendo i suoi report settimanali si capisce subito che i primi a beneficiare dell'emergenza Coronavirus sono le catene della grande distribuzione organizzata (e in particolare i supermarket più piccoli, sotto i 100 metri quadrati). Per tre settimane consecutive, fino al 15 marzo, le vendite nella grande distribuzione sono cresciute a doppia cifra rispetto al 2019: dal 9 al 15 marzo hanno messo a segno un balzo del 16,4%. Poi, durante la settimana tra lunedì 16 marzo e domenica 22 marzo, hanno rallentato la corsa ma sono ancora aumentate del 5,4%. E nell'ultima settimana di marzo, quella conclusa il 29, le vendite nei supermarket sono salite del 2,7%, con punte del +7% nel Nord Est e del +6,3% al Sud.

Parallelamente è esplosa la spesa online: le vendite di prodotti di largo consumo acquistate sul web sono aumentate del 162,1% da lunedì 23 a domenica 29 marzo, in rialzo di 20 punti rispetto al trend della settimana precedente.

Ma che cosa comprano gli italiani in quarantena e quali sono quindi le aziende premiate in questa fase di emergenza? Restando nel settore alimentare e spulciando tra i dati della Nielsen ho notato alcune tendenze interessanti che dovrebbere aver sostenuto i fatturati di aziende come Lavazza, Mutti, Barilla, Ferrero. Confermando infatti gli andamenti registrati dall'inizio della quarantena, nell'ultima settimana di marzo sono salite di parecchio le vendite di farine (+212,7%, fatturato triplicato rispetto al 2019 con relativo rincaro dei prezzi), conserve rosse (+52,9%), caffè macinato (+21,4%), pasta (+19,3%), biscotti (+14,6%), burro (+85,9%), zucchero (+55,2%), creme spalmabili dolci (+72,5%), miele (+67,9%), patatine (+23,5%), pop-corn (+89,8%), merendine (+13,3%). Molto positivi anche i dati sul vino le cui vendite sono salite del 18,5%, visto che non si esce più per fare gli aperitivi né per cenare.

Fuori dall'alimentare, a sorridere ci sono i produttori di carta casa o igienica: nella grande distribuzione gli acquisti di questi due beni sono cresciute rispettivamente del 40,5% e del 18,6% nell'ultima settimana di marzo. E poi naturalmente stanno guadagnando terreno le aziende che si occupano di igiene e salute: in forte aumento le vendite di guanti (+163,3%), detergenti superfici (+36,3%), sapone per le mani solido e liquido (+56,8%), candeggina (+52,9%), alcol denaturato (+100,4%), salviettine umidificate (+24,5%). Anche tutto il settore farmaceutico e della cosmetica per ora regge, visto che il canale delle farmacie non è stato chiuso. Ma c'è chi potrebbe fare anche netto balzo in avanti: come la Menarini, che ha annunciato di aver messo a punto un kit per un test rapido di diagnostica molecolare, in grado di effettuare una diagnosi di Covid-19 in soli 20 minuti.

Un altro settore che sta resistendo bene alla crisi è quello degli attrezzi da fitness: non potendo più andare in palestra, molti italiani si tengono in allenamento a casa. Tra i best seller più richiesti sulla piattaforma online di Amazon ci sono perciò le tute da ginnastica, le corde per saltare e gli elastici per le trazioni. Dai rivenditori specializzati si segnala un forte aumento della domanda di tapis roulant, cyclette, bilancieri tanto da aver messo a dura prova i magazzini.

Sempre su Amazon tra i prodotti più venduti ci sono le macchine per fare il caffè con la cialde e le ricariche per le stampanti, visto che tutti lavoriamo da casa e i nostri figli devono stampare tonnellate di schede per i compiti.Questa enorme massa di vendite online dovrebbe sostenere il settore delle consegne a domicilio e il mondo dei corrieri. I quali hanno registrato al 13 marzo un aumento delle consegne di e-commerce del 26% rispetto al mese precedente. E visto che tutti questi beni sono impacchettati, anche le aziende che producono imballaggi, un settore da oltre 33 miliardi di euro, e in particolare quelle specializzati nell'alimentare, dovrebbero superare la pandemia senza troppi danni.

Poiché la domanda di servizi online è esplosa (dallo streaming in stile Netflix alle videochiamate), anche nel settore delle telecomunicazioni le cose non vanno male. La domanda di banda larga rimane estremamente forte (in alcuni casi, più elevata a causa dell'aumento del lavoro da casa e delle misure di isolamento) e quindi le società che producono server (come la Cisco) o che si occupano di reti in fibra dovrebbero continuare a crescere. Secondo la società di ricerche Idc "ci saranno grandi opportunità per il software e i servizi correlati nel corso dei prossimi sei mesi, poiché le organizzazioni aziendali devono adeguarsi all'aumento del lavoro a distanza".

Quanto tutto questo possa frenare la caduta del Pil è difficile dirlo: come avete letto si tratta solo di una serie di flash e di suggestioni: occorreranno settimane prima di avere dati più solidi sui settori dell'economia che chiuderanno l'anno con un segno più davanti al fatturato. Incrociamo le dita.

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Guido Fontanelli