Chi si assomiglia si piglia ... o no?

Quanto efficaci sono le strategie persuasive basate sulla somiglianza?

Stiamo passeggiando per un marciapiede ascoltando il nostro brano preferito degli AC/DC … la chitarra di Angus Young ci sta deliziando con un assolo, ma a un certo punto, davanti a noi, intravediamo due ragazzi con in mano dei volantini. I due giovani sono simili fra loro, ma divergono per look. Il primo è vestito come un fighetto: pantaloni all’ultima moda, camicia sgargiante e giacchetta. L’altro ha una giacca di pelle, un paio di anfibi e una maglietta dei Ramones. Molto probabilmente ci stiamo illudendo che stiamo per scegliere da chi passare vicino (e farci dare il volantino) … ma in realtà il nostro cervello ha già scelto per noi

Noi esseri umani non amiamo con particolare fervore ciò che non ci è familiare …

Molti secoli di evoluzione ci hanno consentito di mitigare questo aspetto tramite la cultura, la conoscenza, l’apertura mentale e quant’altro … rimane tuttavia il fatto che i nostri antenati (con questa regoletta stampata nel DNA) si sono a volte salvati la vita nel loro habitat naturale.

In certi casi andare in luoghi sconosciuti, mangiare bacche o funghi mai visti prima ecc. poteva costituire un grosso pericolo. Meglio quindi bazzicare sempre gli stessi luoghi e mangiare alimenti conosciuti e sicuri … oggigiorno questa regola si dimostra in diversi casi più d’intralcio che altro … ma è ancora in parte presente nel nostro cervello! Risulta ovvio infatti che secoli di evoluzione ci hanno aperto alle novità (in teoria) ma ovviamente tale apertura non sempre viene spontanea e naturale.

Ricapitolando: ciò che mi è poco conosciuto a primo acchito non sempre mi piace …

Cosa mi metterà quindi a mio agio? Ovviamente ciò che mi è familiare! In virtù di questo meccanismo il nostro cervello ci rende più gradevole e rassicurante qualcosa che ci è noto e conosciuto … proprio per questo il soggetto che ascolta rock si dirigerà quasi certamente verso il ragazzo “alternativo!” (mentre il fighetto raggiungerà probabilmente il suo simile, cool e modaiolo).

Ci sentiamo attratti da coloro che, per un motivo o l’altro, ci assomigliano. Quando ci troviamo davanti a un soggetto che per una qualche motivazione condivide una nostra: passione/hobby, fede religiosa, inclinazione politica, squadra del cuore ecc. alcune delle resistenze che generalmente riserviamo agli sconosciuti … decadono!

La forza persuasiva di qualcuno vestito come noi e che condivide nostri interessi o passioni è decisamente elevata! Colui che quindi vorrà indurci un comportamento o un acquisto che, magari non avremmo fatto, tenderà a riprendere (apparentemente) nostre abitudini, dialetti, luoghi, valori ecc.

Non stupiamoci quindi se colui che ci vuol indurre un comportamento:

-          ad un tratto la pensa proprio come noi “hai ragione! La penso proprio come te!

-          ha i nostri stessi valori “anche io penso che la famiglia debba essere a tutti i costi tutelata!

-          ha le nostre stesse abitudini “anche io adoro comprare i quadri ai mercatini dell’antiquariato! … ne ho le pareti piene!

-          si veste come noi … l’abito fa il monaco!

I commessi molto spesso nell’arte dell’emulazione sono dei veri professionisti. Nel giro di pochi istanti riprendono l’accento del potenziale acquirente (se ovviamente è della zona); riescono poi ad acquisire la modalità comunicativa del cliente: formale, informale, diretta, indiretta ecc. Se poi scappano due chiacchiere il cliente scoprirà che “magicamente”  le fedi calcistiche coincidono … e che magari l’estate vanno con i figli (veri o presunti) nello stesso luogo di villeggiatura.

Questo semplice meccanismo è utilizzato in molte circostanze … ed è veramente potente, perché lavora sul livello inconscio! Ci piace chi ci assomiglia e quindi ci sentiamo più propensi a farci influenzare o persuadere. Lui è “uno di noi” significa che “lui” è capace di influenzarci …

In fondo … chi si assomiglia si piglia … no?

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Matteo Marini