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(Ansa)
Calcio

Caos Napoli, via anche Mazzarri per gli errori di De Laurentiis

Il tecnico era subentrato a Garcia ma la situazione è peggiorata. Ora il ct della Slovacchia Calzona per tentare di salvare la stagione post scudetto, disastrosa su tutti i fronti

La ruota di Napoli si è fermata sul nome di Francesco Calzona, prima o dopo il Barcellona conta poco perché solo il simbolo del disastro post scudetto di una società che ha gestito malissimo un evento atteso da 33 anni. Una serie di errori con la firma di Aurelio De Laurentiis, l'artefice del ritorno al tricolore perché suoi sono stati investimenti e scelte, ma anche l'architetto che ha messo la firma su tutto quanto non è andato dopo aver spento le luci della festa.

Calzona prende il posto di Mazzarri, che a sua volta aveva preso il posto di Garcia che era stato il sostituto di Spalletti. Quattro allenatori in meno di un anno e solo il primo (Spalletti) capace di trattare la creatura Napoli con un tocco di magia. Dalla sua partenza in poi, evento che per De Laurentiis rappresenta la madre di tutti gli errori, società e squadra sono scivolati lungo un piano inclinato impossibile da raddrizzare. Non ce l'ha fatta Mazzarri, che ha peggiorato lo score di Garcia. E' da dimostrare che possa riuscirci Calzona il cui sbarco a Napoli in condivisione con la nazionale della Slovacchia da qui a giugno assomiglia a una pezza messa per disperazione.

Francesco Calzona conosce i partenopei essendo stato il vice di Maurizio Sarri dal 2015 al 2019 e poi collaboratore tecnico di Spalletti nella stagione prima dello scudetto. Quella slovacca è stata la sua prima avventura da responsabile in panchina, è andata bene e a giugno sarà sulla rotta di Belgio e Romania nel girone dell'Europeo di Germania. La federcalcio di Bratislava gli ha dato il via libera al doppio incarico per qualche mese, poi eventualmente dovrà scegliere da che parte stare.

Oggi, però, è impossibile leggere nel futuro per capire cosa vorrà fare De Laurentiis che da marzo ha sbagliato tutto, per sua stessa ammissione. Mazzarri lascia con un ruolino inquietante: 6 partite vinte e 8 perse su 17, campionato compromesso anche nella corsa Champions League, peggior attacco della Serie A nelle 12 giornate in questione (solo 9 gol fatti) e tanta confusione anche nell'articolare spiegazioni delle sue scelte.

Poteva fare meglio? Di sicuri ADL lo ha chiamato al capezzale dopo aver cacciato Garcia, a sua volta assunto senza troppa convinzione dopo laborioso casting, perché considerato l'amico di famiglia che poteva dare una mano. Il fatti hanno dato torto al presidente del Napoli e anche il mercato di gennaio è stato infarcito di indecisioni, una via di mezzo tra la volontà di rinforzare subito la squadra per non perdere il treno Champions e l'idea di avviare il progetto della prossima stagione.

In generale, però, la colpa maggiore sta nella presunzione di poter alzare l'asticella senza circondarsi delle competenze necessarie. Spalletti e Giuntoli erano stati i veri costruttori del miracolo; nessuno dei due è stato degnamente sostituito all'insegna del "pago io, decido io". Esperimento fallito. Mazzarri, con tutti i suoi limiti, ne è stato vittima. Calzona rischia di essere solo il prossimo.

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Giovanni Capuano