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Ansa
Calcio

De Laurentiis ha deciso: Mazzarri (ma rischia di aver sbagliato)

Il padrone del Napoli ama casting e colpi di scena: così è arrivato il successore di Garcia. Che parte, però, con il peso di un contratto brevissimo e sapendo di non essere stato la prima scelta

Alla fine la notte ha portato consiglio e anche il ribaltone meno atteso. Non sarà Igor Tudor a sedersi sulla panchina del Napoli, ora che si è chiusa la poco produttiva parentesi di Rudi Garcia. Toccherà a Water Mazzarri che torna al Maradona (allora si chiamava San Paolo) esattamente dieci anni dopo essersene andato. Era stato lui, a fine contratto e dopo quattro stagioni entusiasmanti, a decidere che era venuto il momento di provare qualcosa di diverso. E' stato Aurelio De Laurentiis a richiamarlo nel momento più difficile, dopo aver visto evaporare in sei mesi il sogno dello scudetto.



Mazzarri al Napoli da traghettatore. Non un amore a lungo termine, ma un taxi per portare squadra e club da un punto all'altro della crisi. ADL ha voluto sorprendere tutti ancora una volta, perché i colloqui con Igor Tudor parevano definitivi e così la città si preparava allo sbarco del croato salvo scoprire, poi, di dover voltare la testa verso il passato per provare a scorgere i segnali del futuro.

Un colpo di scena molto teatrale. Cinematografico. Roba da De Laurentiis, insomma, coerente fino in fondo nel suo modo di condurre una società che non più tardi dello scorso mese di maggio ha vissuto il punto più alto della storia recente. E' finito tutto troppo in fretta, forse proprio perché il padre e padrone del Napoli così ha fatto in modo che accadesse. Accentratore, amante della ribalta, istrionico e spesso geniale nelle sue intuizioni ma anche testardo nel ripetere gli errori.

Uno, ad esempio. Perso Spalletti, architetto dello scudetto, ha dato vita a un lungo casting per arrivare - a sorpresa - al nome di Garcia. Salvo poi confessare che ne aveva contattati tanti altri, delegittimando quello che aveva scelto. Anche Mazzarri (ri)entra nel Napoli con la stessa modalità. Il sogno era Antonio Conte, corteggiato per un mese: nulla. Poi Tudor, con cui non si è trovato accordo sulla formula dell'impegno. Infine, lui, WM col carico di ironie e ricordi e anche con la consapevolezza che il casting non è per nulla terminato e che De Laurentiis è già al lavoro per la prossima estate, quando sulla panchina del Napoli potrebbe sedere lo stesso Conte, o il giovane Farioli o chissà chi.

"Errare è umano, perseverare...." sono le parole che De Laurentiis ha pronunciato a un conoscente domenica in tribuna, nell'intervallo dell'ultimo Napoli di Garcia poi battuto dall'Empoli. La firma sull'esonero prima che divenisse ufficiale e anche una sorta di pubblica confessione. Anche in questo passaggio decisivo, il bivio della stagione del Napoli, ADL ha preferito perseverare nel suo modo di pensare e agire. Se avrà avuto ragione o torto lo dirà padre tempo.

L'obiettivo è evitare di passare in un anno dall'euforia del trionfo al buio di una mancata qualificazione alla Champions League. E' la linea che separa successo e fallimento: De Laurentiis ha deciso di percorrerla in punta di piedi, da solo, rischiando faccia e denaro dopo aver sbagliato tutto ciò che umanamente si poteva sbagliare nel post scudetto.

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Giovanni Capuano