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Calcio

La lezione del Milan (al Tottenham e a se stesso)

I rossoneri si sono ritrovati nella notte di Champions League. Come? Dando spazio al talento giovane e seguendo le intuizioni di Pioli, che una settimana fa veniva criticato per le sconfitte...

C'è molto di più di una semplice vittoria che apre alla possibilità di passare il turno ed entrale nelle magnifiche otto della Champions League. Nella serata in cui il Milan ha superato il Tottenham a San Siro, onorando la partita più importante della stagione fin qui e quella che Pioli aveva definito per sé la più importante della carriera, c'è la sintesi di cosa sono stati i rossoneri negli ultimi due anni e mezzo, quelli cominciati dopo la sosta forzata del lockdown e culminati nella conquista dello scudetto.

La crisi profonda di gennaio pareva aver azzerato tutto e sarà materia per gli storici che dovranno ricostruire le ragioni di un blackout così improvviso e totale. Di sicuro, la notte di San Siro ha confermato che il Milan esiste ancora a patto che... faccia il Milan di questo periodo storico, non insegua le chimere del passato, non si consideri diretta emanazione di quello che è stato - straordinario - per oltre un ventennio ma si concentri sulla valorizzazione delle proprie risorse.

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Il Tottenham è stato tramortito e battuto fondandosi sull'esuberanza fisica e caratteriale di Thiaw, ragazzo dimenticato chissà perché nelle rotazioni di una difesa troppo spesso insufficiente. Un colpo alla Maldini, pescato in Germania e pagato poco così come pochissimo era stato pagato Kalulu, l'altro pilastro difensivo contro i vari Son e Kane. E poi l'abnegazione intelligente di Saelemaekers e Krunic, la guida di Tonali in mezzo al campo, le volate di Theo Hernandez e le invenzioni di Brahim Diaz. Tutto già visto mille volte negli ultimi trenta mesi, quelli in cui Pioli ci ha abituato a disegnare una squadra capace di andare oltre le situazioni contingenti senza piangersi addosso ma reinventadosi di volta in volta.

Ecco, Stefano Pioli. Era stato massacrato per la scelta di impostare la difesa a tre nel derby che doveva fermare la valanga dei gol incassati senza nemmeno stare in campo. Processato su pubblica piazza, accusato di alto tradimento del dna rossonero (quello di un tempo), ritenuto il rinnegatore del calcio da lui stesso voluto per riportare il Diavolo in alto. Ovviamente non era così, ma lui ha saputo incassare e ha continuato a lavorare.

La difesa a tre reietta dai puristi è diventata l'arma per blindare la porta - Tatarusanu adeguatamente protetto si è dimostrato quello che è, cioé un discreto portiere e non la sciagura additata prima di tutto dai compagni di reparto - e su quella, con il recupero di una condizione fisica accettabile, Pioli ha ridato al Milan la possibilità di aggredire con la stessa intensità di prima. Il Tottenham ha sofferto pur venendo da quella Premier League sempre citata come esempio di ritmo e continuità nel gioco.

Al ritorno a Londra i rossoneri dovranno soffrire per strappare il pass per i quarti di finale, però il messaggio di San Siro è stato potente: solo non rinnegando la sua politica può proseguire a far sognare i propri tifosi. E' la strategia dei Thiaw e dei Krunic, delle scommesse a basso prezzo e della pazienza perché maturino e diano dividendi. Non ci sono scorciatoie e anche solo evocarle crea danni.

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Giovanni Capuano