Cuciniamo insieme: le sfrappe di carnevale
in cucina

Cuciniamo insieme: le sfrappe di carnevale

Si potrebbe e si dovrebbe scrivere un trattato sul carnevale, sia che l'origine del nome sia da carnem levare (cioè togliere la carne) per ricordare l'ultimo opulento banchetto prima della Quaresima, e cioè nel famoso martedì grasso, sia che sia da cursus navalis, cioè corsi di navi per ricordare le sfilate allegoriche e le naumachie che tanto piacevano ai romani e ai loro imperatori.


Uno particolarmente attratto da queste battaglie navali in scala ridotta era Nerone. Così i cari allegorici di oggi raccontati peraltro nelle cronache di Giovanni Sercambi a partire dal '400 in limina al Rinascimento, sono probabilmente la riedizione di quel carro del sole che veniva trainato in corteo fin dall'epoca dei babilonesi per andare in corteo benaugurante verso l'equinozio di Primavera con animo lieto e speranza nel nuovo raccolto. Ma il significato ancora più profondo e remoto del Carnevale risiede probabilmente nelle dionisiache (a Roma erano i saturnali) quando si azzeravano le gerarchie e gli obblighi sociali e tutto era libagione e certo ribellione alle consuetudini.Insomma: semel in anno. Noi ci accontentiamo di molto meno: qualche digressione e trasgressione gastronomica. Quest'anno martedì grasso cade il 16 febbraio, due giorni appena dopo San Valentino. Così abbiamo deciso di usare questa domenica - l'ultima utile - per raccontare un dolcetto di Carnevale che è sostanzialmente ubiquitario in Italia:chiamatelo sfrappa, frappa, cencio, rosone sempre pasta dolce fritta (o volendo al forno) è. Dunque in cucina.

Ingredienti - 220 grammi di farina 0, due cucchiai colmi di zucchero, uno o due cucchiai di olio extravergine di oliva, due cucchiai di Mistrà o Anisetta, due uova di media grandezza, due cucchiaini di lievito istantaneo per dolci, tre cucchiai di miele millefiori, due o tre cucchiai di Alchermes, tre cucchiai di zucchero a velo, la buccia grattugiata di un'arancia non trattata, un litro di olio di arachidi o meglio di olio di mais alto oleico estratto a freddo per friggere.

Procedimento - Fate una fontana con tre quarti della farina, rompetevi le uova e cominciate a impastare con l'aiuto di una forchetta, aggiungete l'olio extravergine, il Mistrà, la buccia di arancia grattugiata e impastate ancora incorporando la farina rimanente. All'ultimo aggiungete il lievito. Impastate bene e fino a formare un panetto che lascerete riposare un quarto d'ora. Ora stendete la sfoglia alta circa 3 millimetri con il mattarello e aiutandovi o con delle formine o con la rotella tagliapasta formate delle losanghe, dei fiori,dei cerchi, insomma le forme che più vi piacciono. Volendo potete usare l'impastatrice seguendo la sequenza degli ingredienti cosi come proposta e poi la macchinetta per stendere la pasta in strisce. Portate in una capace padella l'olio di semi a temperatura e friggete poco alla volta le vostre sfrappe che libererete dall'eccesso di grasso facendole stazionare su fogli di carta assorbente da cucina o su carta-paglia. In un padellino scaldate il miele fino a farlo diventare semi liquido. Guarnite parte delle sfrappe con miele e Alchermes e parte con una "pioggia" di zucchero a velo. Volendo potete cuocere le sfrappe anche al forno sistemandole su di una placca foderata da carta-forno a circa 180 gradi per circa un quarto d'ora.

Come fa divertire i bambini - I bambini si divertiranno moltissimo a mangiare! Detto questo se fate fare a loro la pioggia di zucchero a velo saranno felicissimi.

Abbinamento - Un Moscato (Zibibbo) di Pantelleria è impeccabile. Potete però provare anche abbinamenti regionali soprattutto se fate molte sfrappe all'Alchermes con Vernaccia di Serrapetrona spumante amabile, con Brachetto d'Acqui. Se volete un abbinamento più fantasioso anche un Asti Spumante dolce va benissimo. Fa Carnevale.

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Carlo Cambi

Toscano di nascita e di formazione (economico-giuridica) diventa giornalista professionista a 23 anni. Percorre tutto il cursus honorum a Repubblica fino a dirigere le pagine di economia. Nel 1997 fonda I Viaggi di Repubblica - primo e unico settimanale di turismo - che dirige fino al 2005 quando sceglie di vivere a Macerata insegnando marketing del territorio e incontra Maurizio Belpietro col quale stabilisce un sodalizio umano e professionale. Autore radiofonico e televisivo continua a occuparsi di economia ed enogastronomia. Ha scritto una trentina di libri. Il suo best seller? Il Mangiarozzo.

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Petra Carsetti