Wagner Group
(Ansa)
Difesa e Aerospazio

Armi nucleari russe nelle mani del gruppo Wagner. Una forte preoccupazione, difficile da realizzare

La Bielorussia ha iniziato a ricevere armi nucleari tattiche russe “tre volte più potenti” delle bombe usate dagli Usa a Hiroshima e Nagasaki. Infatti negli ultimi nove mesi gli Usa hanno rilevato che Putin ha incrementato il personale delle forze addette alle armi nucleari.

Quanto accaduto negli ultimi giorni in Russia, con la ribellione del gruppo Wagner alla Difesa di Mosca e la fuga del suo leader Evgenij Viktorovič Prigožin in Bielorussia, apre l’ipotesi – soltanto quella – che la Wagner possa arrivare a mettere le mani sull’arsenale nucleare bielorusso. Diciamolo subito: questo timore è alimentato da Washington, che esprime preoccupazioni su che cosa accadrebbe alle armi nucleari russe in caso di sconvolgimenti interni, eventi che tuttavia paiono poco probabili, stante che a Mosca ha già revocato le misure speciali in fatto di mobilitazione e protezione che erano scattate quando la Wagner era ormai arrivata a 200 km dalla capitale.

L’ordine che Prigozhin ha dato ai suoi sabato 24, di tornare nelle loro basi campali, ha infatti placato in parte le preoccupazioni che in Russia potessero prefigurarsi le condizioni per un colpo di Stato. Tuttavia, agli occhi del mondo, Putin è risultato più debole e molti hanno ricordato quanto accaduto nel tentato golpe dei comunisti del 19 agosto 1991, ma soprattutto quanto accadde dopo, con la perdita di controllo di grandi quantità di arsenali militari, nonché le vendite di aerei e mitragliatori fatte direttamente dalle fabbriche periferiche alle Difese dei Paesi clienti, compresi alcuni caccia- bombardieri con capacità di trasporto di armi nucleari all’India, evento scongiurato all’ultimo minuto.

Ma vera preoccupazione dovrebbe essere questa: che la Russia e la Bielorussia possano perdere il controllo dei rispettivi arsenali e che parte di questi, compreso quanto occorre per realizzare anche soltanto bombe sporche, possa arrivare nelle mani di un privato come il capo della Wagner. Vero è che per maneggiare quelle armi servono conoscenza, addestramento diretto e anche mezzi tecnicamente avanzati, e che per metterli insieme serve tempo, uno scenario più complicato di quello al quale ci ha abituati Hollywood. Ma è anche vero che possedere un’arma nucleare è importante anche se non la si sa usare, e il pensiero è che nell’eventualità che Mosca ne perda il controllo queste possano finire nelle mani di personaggi come il leader ceceno Ramzan Kadyrov, che l’altro ieri si era offerto di inviare un migliaio di miliziani a Rostov sul Don, la città del sud occupata e poi abbandonata dai combattenti di Prigozhin, giurando di aiutare a reprimere la rivolta. Stante che ogni movimento di armi nucleari è difficilmente occultabile alle intelligence di ogni nazione organizzata su questo fronte, al momento non sono segnalati cambiamenti nelle disposizioni degli arsenali russi, ma è certo che Mosca ha il dovere e la responsabilità di mantenere il comando, il controllo e la custodia dei suoi ordigni qualsiasi essi siano.

Negli ultimi nove mesi gli Usa hanno rilevato che Putin ha incrementato il personale delle forze addette alle armi nucleari, e questo aveva scatenato una serie di reazioni preoccupate all’interno della Nato, come oggi preoccupa il fatto che fazione militare canaglia conquisti capacità decisionale anche soltanto su una minima parte del grande arsenale, costituito, sempre secondo fonti Usa, in 5.977 testate. La cifra è approssimativa e potrebbe essere minore o maggiore, poiché dall'agosto 2022, con l’interruzione delle ispezioni statunitensi dei siti nucleari russi e viceversa, ai sensi del trattato New Start, è impossibile tracciare un profilo preciso della situazione, che ora viene determinata e dedotta con ampio uso di satelliti spia e mediante l’intercettazione delle comunicazioni. Vladimir Putin nel marzo scorso aveva dichiarato che il primo lotto di armi nucleari tattiche sarebbe stato consegnato alla Bielorussia, fatto ribadito dalla Tass circa tre settimane fa. Non a caso il 25 maggio scorso i ministri della difesa di Russia e Bielorussia avevano firmato i documenti sullo spiegamento di armi nucleari tattiche sul territorio di Minsk, mentre il 9 giugno, in un incontro con Alexander Lukashenko, Putin aveva anche annunciato che il dispiegamento di armi tattiche sarebbe cominciato a luglio, quando i siti predisposti fossero stati completati, con una data prevista per l’8 del mese, e che dieci velivoli bielorussi sarebbero stati convertiti per poterle trasportare e lanciare. Da parte sua, Lukashenko ha ribadito che la Bielorussia ha iniziato a ricevere armi nucleari tattiche russe “tre volte più potenti” delle bombe usate dagli Usa a Hiroshima e Nagasaki.

Le immagini pubblicate sui social media russi hanno confermato che un velivolo adibito a centro di comando del tipo Ilyushin Il-22M dell'aeronautica russa è stato abbattuto da militari della Wagner Private Military insieme con altri quattro elicotteri nella giornata del 24 giugno. L'abbattimento sarebbe avvenuto vicino alla città di Voronezh e tutti i dieci membri dell'equipaggio sono deceduti.Le forze di Wagner hanno anche neutralizzato diversi elicotteri da trasporto Mil-8/17 tra i quali un esemplare per la guerra elettronica e due elicotteri d'attacco Kamov Ka-52 e Mi-35. La perdita dell'Il-22M, una conversione militare dell'aereo di linea Il-18, rappresenta una perdita significativa nella flotta di intelligence, sorveglianza e ricognizione dell'aeronautica russa. È la seconda perdita del genere in cinque anni. Nel settembre 2018, un Il-20, una versione di intelligence elettronica dell'Il-18, fu abbattuto accidentalmente dalle difese aeree siriane mentre tornava da un volo di pattuglia sul Mar Mediterraneo.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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