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(Ansa)
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Putin cerca soldati, Kiev vuole la Crimea. Ecco gli obiettivi di primavera

Guerra, tra propaganda e verità mentre i morti continuano, soprattutto a Bakhmut

Il governo russo ha lanciato una campagna mediatica nel tentativo di convincere i suoi cittadini ad arruolarsi. Lo riporta il Centri studi strategici inglese Rusi, quindi un organo di parte, ma diversi siti di informazione militare lo confermano. Nel settembre 2022, nonostante l'inizio della cosiddetta "coscrizione militare parziale", che rifletteva il fallimento del piano iniziale del presidente Vladimir Putin per una rapida e facile conquista dell'Ucraina, i russi non hanno raggiunto le 300.000 reclute previste e dunque il governo ha avviato una campagna per convincere gli uomini a combattere. Sulle piattaforme dei social media russi, ma anche su canali come Yandex e YouTube, sono comparse pubblicità che spiegavano i vantaggi della partecipazione alla guerra in Ucraina, e anche il Gruppo Wagner sembra essere attivamente impegnato nel reclutamento, poiché produce spot che spingono ad arruolarsi. Tra i diversi argomenti trattati in queste inserzioni, la prospettiva della soluzione di qualsiasi problema finanziario. Molti video mostrano scene di russi poveri alle prese con i soldi e la guerra viene presentata come un modo per risolvere questo problema. Le clip raccontano storie diverse ma tutte con la stessa premessa: un padre che è stufo del suo lavoro poco pagato e che vuole di più per i figli, un giovane il cui nonno sta per vendere la sua amata vecchia macchina per assicurarsi che abbiano qualcosa da mangiare, persone indebitate e inseguite dagli esattori.

La stessa idea viene promossa sui social media di Wagner, che dichiara apertamente lo stipendio che riceveranno i suoi combattenti, una cifra molte volte superiore allo stipendio medio di un civile russo. La guerra è presentata come un'occasione perfetta per risolvere eventuali problemi finanziari che i russi possono avere. A seguire, l’argomento principe è la mascolinità, con la guerra che fa di un ragazzo un uomo, di un vero uomo un guerriero e solo un guerriero ha una forte posizione morale. C’è persino una trama in cui una ragazza che piace al personaggio principale non gli presta attenzione, ma dopo che ha combattuto in guerra si innamora di lui. Gran parte dei commenti sotto i post del Wagner Group sono fatti da donne (o da account con nomi femminili) e tutti questi commenti esprimono sostegno e ammirazione per i combattenti, lodando il loro coraggio.

Eppure, stando alle fonti più indipendenti pare che il 55% dei russi voglia condurre con Kiev dei negoziati. Perché la realtà è molto diversa e anche la dichiarata conquista della città di Bakmut, smentita dagli ucraini, riconfermata dai russi sul 70% del territorio e apparsa in diversi filmati, appare da ambo le parti con chiare intenzioni di sostenere la credibilità a livello mediatico e meno di completare la conquista da parte russa come di riprendersi quel che resta della città distrutta da parte ucraina. Ma compiere questa azione ha un grande vantaggio tattico anche se comporterebbe un grande rischio, esponendo le forze a sacrifici enormi sul piano delle vittime. Ormai gran parte dell’abitato è costituito da macerie che, se conquistate, non avrebbero altro scopo che sostenere l’immagine dei vincitori. Non ci sono centrali energetiche da controllare né infrastrutture e l’unica propaganda possibile sarebbe far sventolare la propria bandiera sul municipio. Invece, tatticamente, Bakmut è la via per Kramatorsk, importantissimo snodo ferroviario. Così Bakmut oggi è circondata dai russi su tre direzioni, e soltanto a ovest è ancora in mani ucraine. Così la grande controffensiva di Kiev non dovrebbe accadere su questa parte del fronte, come in tutta la provincia di Doniansk, poiché lì i russi hanno una certa facilità nel far arrivare rifornimenti e munizioni. E normalmente, quando si tenta un’offensiva, si cerca di farla dove il nemico è più vulnerabile. Dal punto di vista strategico, per Kiev avrebbe più senso attaccare Zaporižžja, Melitopol, da dove proprio mentre scriviamo vengono riportate esplosioni, e Mariupol, tutte città che, se controllate, porterebbero all’isolamento della Crimea, vero obiettivo simbolo di Zelensky. Ovviamente i russi se lo aspettano e si sono organizzati concentrando mezzi corazzati e artiglieria. C‘è anche un’altra possibilità: che gli ucraini possano attaccare dalla città di Svatove aggirando da nord il fronte russo, poiché il terreno in quella zona è pianeggiante e compatto, e quindi consentirebbe l’uso dei carri pesanti forniti da Polonia, Germania e Regno Unito. Ma per ragioni di segretezza nessuno oggi conosce il numero preciso dei carri armati occidentali già nelle mani di Kiev. Bisogna infatti ricordare che la strategia dei due eserciti è molto differente: i russi manovrano per catturare il terreno e, nel farlo, eliminano le forze nemiche; mentre gli ucraini in molti casi operano verso il nemico, ovvero cercando di infliggergli le maggiori perdite.

Ma oggi Putin ha bisogno di conquistare un obiettivo in Donbass, regione controllata per oltre il 50%, per poter affermare a livello politico che l’operazione speciale è riuscita. E l’obiettivo perfetto deve essere rappresentativo, avere peculiarità logisitiche, politiche e militari. Potrebbe quindi essere soltanto l’attuale sede dell’amministrazione ucraina nella regione, ovvero Kramatorsk-Slavyanks, luogo che come abbiamo detto qualche riga più in alto è anche un importante snodo stradale e ferroviario che, in mano russe, consentirebbe di distribuire i rifornimenti in modo tale da darle un grande vantaggio. Per questo è un obiettivo che giustificherebbe tante perdite tra i russi. Non è quindi un caso che sulla strada per quelle città ci sia Bakmuth. Infine, tra le notizie degli ultimi giorni c’è anche quella delle armi nucleari tattiche schierate in Bielorussia. Nessun dubbio che possa trattarsi di una mossa per creare l’effetto deterrenza, tuttavia difficilmente potrebbero essere utilizzate per aprire varchi nell’avanzata russa, anche perché i soldati di Mosca sono in maggior parte sprovvisti dei sistemi di protezione personale che consentirebbero loro di sopravvivere in una zona contaminata. Al contrario, i militari ucraini ne sono dotati poiché è proprio uno degli equipaggiamenti che ha fornito l’Italia. Ciò che pare mancare agli ucraini è, invece, il munizionamento per l’artiglieria, poiché dopo l’impiego massiccio dei mesi scorsi, fino a gennaio, ora serve tempo affinché l’occidente ne produca in quantità e li faccia arrivare al fronte.

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Sergio Barlocchetti