"Perché la Errani ce la può fare"
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"Perché la Errani ce la può fare"

Barbara Rossi (Eurosport) spiega cosa deve fare domani Sara per battere la Sharapova

Parigi dice bene al tennis femminile italiano. Che per la terza volta consecutiva presenta una campionessa di casa nostra nella finale del Roland Garros, uno dei tornei più importanti del circuito internazionale. Prima la Schiavone, regina di Francia nel 2010 e numero 2 nel 2011. Quindi, ed è notizia di ieri, Sara Errani, che a sorpresa è riuscita a battere Samantha Stosur nella gara che vale un posto nella storia.
"Non mi rendo ancora conto che sono in finale al Roland Garros, non ho parole, è incredibile", ha detto un'emozionatissima Errani a fine gara. Battere la Stosur rappresenta un traguardo importante, da prima pagina. Ma il bello, meglio, il difficile, arriva ora. Perché per fare suo il trofeo che premia la migliore tennista sulla terra battuta francese, "Sarita" dovrà battere Maria Sharapova, numero 1 del ranking Wta. Una fuoriclasse, un fenomeno della racchetta. La sfida è stata lanciata. Tempo qualche ora (l'appuntamento è previsto per domani alle 14) e si saprà se la Errani saprà ripetere il trionfo della Schiavone.
A seguire la partita nel box riservato alla stampa, ci sarà anche Barbara Rossi, volto e voce di Eurosport, autorevole firma del tennis femminile e non solo. A lei chiediamo di spiegarci i segreti della 25enne romagnola in vista della finale con Maria Sharapova.
Allora, tutto vero, la Errani è diventata grandissima...
"E' diventata grandissima e forse neanche lei ci credeva prima di iniziare il torneo. E' una ragazza che ha preso lo spirito di Ferrer. Tra l'altro, lei si allena nella stessa Academy del campione spagnolo. Grande lavoro, sacrificio quotidiano, miglioramento continuo. Sara sa variare, sa studiare tatticamente la partite, è una giocatrice che ha tante soluzioni. Ha un problema con il servizio, ma negli ultimi tempi è riuscita a tamponarlo, ottenendo percentuali altissime di prime palle in gioco e ha sorpreso tenniste di valore assoluto, come la Kerber e la Stosur, soltanto per citare le ultime due che ha affrontato qui al Roland Garros. Giocatrici che le erano davanti come rendimento e in classifica Wta".

Cosa è cambiato nella tennista che ha fatto registrare un 2012 assolutamente strepitoso?
"Sara aveva già incontrato la Stosur a Roma e forse in quella partita si è resa conto di aver sbagliato due o tre cose, ma di aver pure avuto la possibilità di giocarsi il match. E' stata addirittura avanti 4 a 1 nel secondo set. E questo le ha dato probabilmente la convinzione di poterla battere. Ieri, la Stosur è rimasta sorpresa dall'impeto della Errani. Perché ha servito una percentuale molto alta di prime palle, perché ha risposto in modo sempre molto aggressivo, tanto che la Stosur ha cominciato a giocare male. E' stata sorpresa dal rendimento di Sara, che è stata molto costante, a parte il secondo set dove la tennista australiana ha preso in mano il gioco. E qui sta forse la vera forza di Sara, l'essere riuscita cioè a giocare una semifinale di un torneo del Grande Slam nel modo in cui aveva preparato la gara a tavolino con il suo allenatore. Senza emozionarsi più di tanto".
Errani, Schiavone e Pennetta. Quali i punti di contatto e quali invece le differenze?
Questo è un momento di passaggio nel tennis femminile. Non c'è una vera leader, a parte Maria Sharapova, che è sta costante nell'arco dell'anno. Non ci sono 3-4 giocatrici intoccabili e inavvicinabili. E le nostre ragazze, che lavorano moltissimo per migliorare il proprio gioco, raccolgono risultati importanti perché possono provare a battere chiunque. La Schiavone è una giocatrice che propone molte soluzioni, dà tutta se stessa in ogni gara. Vero, ha molti alti e bassi piuttosto evidenti, ma questo è il suo approccio al tennis, viscerale e vero. Pennetta è molto costante, è anche riuscita ad entrare tra le prime 10. Ma forse le manca l'acuto, un risultato importante in un torneo di Slam. E' sempre un po' incerta nelle partite. Non è sicura di sé come invece ha dimostrato di essere la Errani. Poi, va detto che le tenniste italiane giocano insieme da tempo, si sono spronate a vicenda. Quando la Schiavone è arrivata in alto, le altre si sono dette 'coraggio, ce la possiamo fare anche noi' e i risultati sono sotto gli occhi di tutti...
La Errani va fortissimo e da tempo anche nel doppio. Come è possibile che sia riuscita ad esprimersi a livelli così alti in due specialità che sono evidentemente molto diverse tra loro?
Intanto, perché può contare su una compagna di doppio eccezionale, la Vinci. Questa vicinanza l'ha aiutata a migliorare tantissimo. _La Errani non è molto alta, ma sa giocare molto bene a rete. Sa piazzare le volè, ha un'ottima posizione. Le due ragazze poi sono molto amiche e questo nel tennis conta e parecchio. Hanno trovato insieme un gioco, peraltro molto vario, che ha permesso loro di arrivare ai vertici del doppio mondiale. A questo punto, nessun traguardo è loro precluso. Perché no, anche una medaglia d'oro alle Olimpiadi".
Per vincere il Roland Garros, la Errani deve battere la Sharapova, come si fa?
"La Sharapova è sicuramente la tennista più in forma del torneo. Nel suo tabellone, a parte un piccolo passaggio a vuoto, ha fatto benissimo. E' stata molto convincente, ha perso pochi giochi. Anche ieri l'abbiamo vista dominare nell'altra semifinale contro la Kvitova. E' una partita difficile, soprattutto perché la Sharapova colpisce molto bene da sopra le spalle, cercherà di dare poco tempo a Sara di manovrare il gioco. Però la Sharapova può perdere un po' di sicurezza nel servizio e soprattutto bisogna mettere in evidenza le sue difficoltà negli spostamenti. La Errani dovrebbe chiamarla in avanti con la palla corta. Sono sicuro che Sara ci proverà, preparando al meglio la sfida sotto il profilo tattico. Bisognerà vedere se la numero 1 al mondo le permetterà di stare in partita con i suoi colpi in risposta. Insomma, forza Sara! Più di così non potrebbe fare, può contare su un ottimo allenatore, è in una botte di ferro".
Donne sempre più in alto, uomini sempre più in basso. Perché?
"Credo che le donne si pongano delle mete molto ambiziose. Poi, è vero che la concorrenza è po' meno difficile rispetto al maschile. E magari è altrettanto vero che i nostri tennisti maturano molto tardi. Abbiamo finalmente visto giocare Seppi con i migliori nel modo giusto e lui ha 28 anni. Forse dobbiamo dare agli uomini un po' più di tempo, sperando che continuino a lavorare in modo costruttivo. Ripeto, la concorrenza è tanta e forte. Sono convinta però che in futuro qualcuno riuscirà a fare bene".

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Dario Pelizzari