I pensieri di Flaiano un paio di giorni dopo che sono stati pensati
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I pensieri di Flaiano un paio di giorni dopo che sono stati pensati

In uno di quei pomeriggi oscillanti tra crisi respiratoria in sanatorio sulle Alpi e blocco su linea ferroviaria Foggia-Benevento, il caso, nella forma della Provvidenza per chi ci crede, in quella dell’autosalvazione per chi, come me, al massimo fa lo …Leggi tutto

In uno di quei pomeriggi oscillanti tra crisi respiratoria in sanatorio sulle Alpi e blocco su linea ferroviaria Foggia-Benevento, il caso, nella forma della Provvidenza per chi ci crede, in quella dell’autosalvazione per chi, come me, al massimo fa lo sforzo di evitarlo o di evitarne almeno gli effetti, mi ha fatto trovare, abbandonati in una cesta di un mercatino dell’usato tra escrementi di animali che non è il caso di visualizzare, diversi numeri della rivista «Il Mondo».

Sempre il caso ha fatto sì che ne aprissi uno e ci trovassi dentro colonne di Tommaso Landolfi, Giovanni Comisso, Camillo Sbarbaro, Alberto Arbasino, Ernesto Rossi, Ennio Flaiano.

Le colonne di Flaiano hanno come titolo Diario notturno: alcune sono state pubblicate nel Diario notturno, cioè nelle edizioni Adelphi e nella Bompiani del 1956, la prima, altre ne La solitudine del satiro. Ma fa comunque una certa impressione leggerle su un supporto che è stato stampato pochi giorni dopo di quando sono state scritte ovvero pensate dallo stesso autore. Di queste, riporto alcuni stralci.

«Un corridore automobilistico scrive un articolo dando consigli sul modo di guidare l’automobile. Raccomanda per esempio di non prendere le curve contromano e di tenersi sempre nella propria carreggiata «soprattutto perché è più elegante». Elegante! Ecco la parola, l’argomento che cercavo da tempo! Sì, perché l’eleganza è il solo nostro affanno. Accettiamo ogni riserva sulla nostra condotta ma un sospetto sulla nostra eleganza ci turba e ci offende profondamente. Oh, poter applicare questo metodo di critica ai ladri, agli assassini, ai truffatori, stabilire una volta per sempre che rubare non è elegante, assassinare non è elegante, truffare è sommamente inelegante. Quando i reprobi saranno colpiti non dal disprezzo dei moralisti, che anzi li eccita, ma dal velato sdegno delle persone eleganti, il più sarà fatto».
Da «Il Mondo», 30 ottobre 1956

«Caro Benedetti [Arrigo, ndr], nella breve nota biografica che mi riguarda pubblicata sul tuo Espresso n. 12, c’è un’inesattezza: che io sia, oltre che soggettista e sceneggiatore, anche regista cinematografico.
Non lo sono. Mi sembra prudente aggiungere che non sono nemmeno attore, operatore, musicista e produttore. Di solito sono spettatore, molti anni fa sono stato critico e ho smesso perché mi sembrava strano scrivere per il cinema e giudicare nello stesso tempo i film degli altri (ma si fa, normalmente). Quanto alle mie ambizioni, sono il turismo, l’astronomia, la calligrafia, l’etruscologia, la vulcanologia e la letteratura; insomma, quelle di tutti. Cordialmente tuo. ENNIO FLAIANO».
Da «Il Mondo», 2 aprile 1957

 

 

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Daniela Ranieri

Daniela Ranieri vive a  Roma, anche se si domanda perché ciò dovrebbe avere importanza in questa sede. Ha fatto reportage e documentari per la tv. Ha fatto anche la content manager, per dire. Vende una Olivetti del '79, quasi  nuova. Crede che prendere la carnitina senza allenarsi faccia bene uguale. Ha pubblicato il pamphlet satirico "Aristodem. Discorso sui nuovi radical chic" e il romanzo "Tutto cospira a tacere di noi" (entrambi Ponte alle Grazie) 

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