Festival dell'Economia: l'immigrazione? Un affare
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Festival dell'Economia: l'immigrazione? Un affare

Investi un euro, ne prendi due. Quello delineato da economisti e analisti del fenomeno immigrazione è uno scenario ben diverso da quello disegnato dai movimenti populisti e xenofobi che stanno prendendo sempre più piede in Europa. Le analisi economiche presentate durante l'11a edizione del Festival dell'Economia di Trento evidenziano come, anche i controversi flussi migratori, possono essere un “luogo di crescita economica”. Una ricerca della Tent Foundation, ripresa da Carlotta Sami, portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, rivela ad esempio che se l'Europa investisse 69 miliardi nell'accoglienza e integrazione di due milioni di rifugiati otterrebbe, nell'arco di un quinquennio, 126 miliardi in favore dell'economia locale. Ovviamente determinanti sono le politiche che gli Stati decidono di mettere in campo: pensare di affrontare il fenomeno con i soli respingimenti è controproducente oltre che miope. Sia perché è più costoso a livello economico, sia perché cerca in questo modo priva gli Stati europei di importanti opportunità di crescita. Già oggi, per rimanere al caso italiano, dal lavoro dei migranti arrivano circa 7 miliardi di euro al sistema pensionistico cruciali per tenere in piedi i conti Inps. Molto meglio – concordano gli analisti – introdurre politiche di integrazione che sappiano formare i migranti in funzione delle esigenze del mercato del lavoro. Una via che rafforza il tessuto civile ed evita tensioni e criminalità.

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