ponte immacolata
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Italia

Turismo: il Ponte dell'Immacolata è stato un successo clamoroso - i dati

Tutto esaurito dalle Alpi alle spiagge della Sicilia, alla faccia della crisi, dell'inflazione etc etc che starebbe attraversando l'Italia

Non è andata bene, è andata benissimo. I numeri del ponte dell’Immacolata parlano chiaro: nonostante l’inflazione e il caro-vita gli italiani sono partiti per le vacanze, prova generale delle festività natalizie e di fine anno. Inizio col botto per la stagione sciistica, con oltre 3milioni e mezzo di turisti sulle piste da sci. Ma anche città d’arte prese d’assalto e numeri da record per alcune località. Un esempio? Trento che, con poco più di 100mila abitanti, in questi giorni ha accolto oltre 100mila visitatori per i mercatini natalizi. Numeri che ricordano il pre-pandemia e che fanno fare ottime previsioni per Natale e Capodanno.

La montagna ha vinto. Sono stati 3,6 milioni gli italiani che hanno passato il ponte dell'Immacolata sulla neve (bilancio Coldiretti-Ixè), facendo da volano ad un settore, quello del turismo invernale, che ha un valore tra i 10 e i 12 miliardi di euro all'anno tra diretto, indotto e filiera. Nel nord-est (Trentino-Alto Adige e Veneto) si è registrato, da inizio stagione ad oggi, un +33% sugli incassi e +23% per i passaggi e primi ingressi. Un aumento a due cifre rispetto al 2022, che già era stata una stagione buona (dati Anef Associazione nazionale esercenti funiviari). Quasi ovunque, stando alle prenotazioni, si registra già il tutto esaurito fino all’Epifania. In più si tratta di soggiorni lunghi, quindi di vacanzieri non mordi e fuggi. A questo va poi unito il crescere del numero di stagionali venduti, che significa vacanze garantite fino alla chiusura degli impianti, in primavera. Stessa situazione nella zona occidentale: Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia.

Non solo sci e montagna. Durante il ponte in Italia è stato occupato in generale il 74% delle camere disponibili nelle strutture ricettive ufficiali, che vuol dire il 4,3% in più rispetto all’8 dicembre dello scorso anno. Le vette si sono toccate in montagna dove l’occupazione ha superato l’85% delle disponibilità, ma buonissima anche la situazione delle città d’arte con il 78%. Sold-out in diverse località, come a Rimini nei 400 hotel aperti per il lungo weekend dell’Immacolata. Tra le mete che hanno fatto il boom ci sono le città dell’Umbria, che ha registrato un +4,3% rispetto allo stesso periodo del 2022. In Campania oltre 220 mila turisti, la maggior parte a Napoli (160 mila presenze) con un giro d’affari di circa 80 milioni di euro. Exploit della Valdarno con il 92% delle strutture ricettive occupate e la Val di Chiana con il 91%. A Torino pienone, con alberghi occupati al 95%. A Trento, per i tradizionali mercatini natalizi, sono arrivati 100mila visitatori e il 95% dei posti letti è stato occupato in città. Bene anche il turismo termale, come a Montecatini, dove si è registrato un aumento delle presenze e anche della spesa media: 56,1% delle camere occupate, contro il 50,1% dell’anno scorso (+12%) e un prezzo a camera che ha segnato +9%.

Numeri che segnano la fine della crisi iniziata con la pandemia e che ci riportano a numeri in linea con il 2019. Un ponte che ha messo in movimento oltre 13 milioni di italiani: il 96% è rimasto nel Belpaese principalmente nella propria regione o in vicino. Un lungo ponte che ha generato circa 6 miliardi di euro nel settore. E numeri che fanno ben sperare per le vacanze di Natale e Capodanno. Le previsioni dicono infatti che il 64% degli italiani ha in programma un periodo di vacanze entro marzo 2024.

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Cristina Colli