Sardegna
(Ettore Cavalli)
Italia

Alla scoperta della Sardegna d'autunno e d'inverno

Chiusi gli ombrelloni ed abbandonati i costumi l'isola offre una serie di luoghi poco conosciuti ma che meritano una vacanza

È ottobre ma sembra agosto. Il caldo record che si registra sul nostro paese e le temperature “impazzite” rispetto alla media nazionale danno l’illusione di poter vivere un’estate infinita. Ma non è così, all’orizzonte si intravedono segnali di un imminente ribaltone.

Quando finalmente tireremo fuori dagli armadi maglioni e sciarpe e metteremo via i costumi non è che la Sardegna smetterà di offrirci spunti per una vacanza che rimane lì ad un passo dalle nostre scrivanie.

Intorno al bisogno di destagionalizzare il turismo dell’isola verte proprio la partecipazione della Regione Sardegna alla 60ª edizione della TTG Travel Experience, la manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale che si terrà a Rimini e che richiamerà in tre giorni operatori provenienti da tutto il mondo.

Non lesina commenti in merito l’Assessore Regionale al Turismo della Regione Sardegna, Gianni Chessa: «La stagione si concluderà a dicembre, i bilanci veri li faremo tra qualche mese ma abbiamo raggiunto numeri da record. Quest’anno abbiamo superato i 6 milioni e mezzo di arrivi. Considerate che nel 2019, anno record per noi, abbiamo totalizzato durante tutto l'anno 7 milioni di presenze. Mancano ancora 3 mesi alla fine dell'anno e presumiamo di superare gli 8 milioni di visitatori. Il tutto è frutto anche di una ottima programmazione di eventi, che ha portato alcune parti della Sardegna ad essere sold out in dei momenti precisi dell’anno, quasi sempre fuori stagione».

Parliamo di eventi sportivi?

«Soprattutto. Parliamo di grandi eventi sportivi internazionali che diventano spot e traino per la promozione turistica della Sardegna. Proprio ieri, 9 ottobre è iniziato a Pula il campionato del mondo juniores di scacchi (Under 20). In campo atleti da 26 Paesi.

Nelle scorse settimane Alghero ha ospitato gli Europei di Beach soccer e il Mundialito per club. Sono arrivate undici nazionali maschili, nove femminili e 41 club, un totale di circa 1.500 persone tra atleti, dirigenti e accompagnatori, organizzatori della Fifa e della FIGC. Solo per fare due esempi recenti. Parliamo di decine di delegazioni, di altrettanti paesi che vengono oggi per la competizione e domani tornano da turisti».

Chi sceglie la Sardegna? Qual è il vostro mercato di riferimento? Quale invece quello che avete nel mirino?

«I nostri visitatori parlano francese, spagnolo, tedesco, anche se c'è stato un calo di questi ultimi nel 2023. Fino a poco tempo fa i tedeschi rappresentavano il maggior numero di arrivi in Italia. Abbiamo catturato, però, altri mercati, su tutti quello inglese e americano.

Si registra un dato importante: il turismo straniero è in aumento rispetto a quello autoctono, il che è naturale vista, al momento, l'inflazione italiana.

Guardiamo con molta attenzione al mercato americano, rafforzeremo quello francese, svizzero e quello dei paesi baltici. Viaggio nel mondo, per riportare poi il mondo in Sardegna: questo approccio sta dando i suoi risultati».

Come si destagionalizza una terra come la vostra, votata da sempre al turismo estivo?

«"Andare oltre il mare, non solo mare": è questo il nostro claim. Più che uno slogan è un invito a considerare questa terra, al di là del suo mare. L'80% del turismo in Sardegna avveniva, negli anni passati, storicamente in estate. Una parabola che iniziava a salire a giugno toccava il picco a luglio e agosto, per poi scendere a settembre. Oggi non è più così, anche grazie ai tanti eventi, soprattutto sportivi, parliamo al momento di 43 eventi internazionali, con bando triennale, in questo siamo unici in Europa, senza considerare i 240 eventi finanziati dall'Assessorato al Turismo.

Abbiamo dimostrato, dati alla mano, che la stagione oggi inizia a marzo e si sta allungando fin quasi a fine ottobre. Abbiamo “recuperato” circa 4 mesi di turismo, rafforzando non solo la fascia costiera ma anche l'entroterra, ad esempio con i cammini religiosi, con l'enogastronomia e tante altre proposte che prima non esistevano.

La rivista statunitense di economia Forbes, posiziona la Sardegna al primo posto nella classifica delle 24 mete migliori in cui viaggiare nel 2024, l'unica meta italiana presente nell'elenco.

Riconoscimento che arriva dopo aver raggiunto il gradino più alto del podio assegnato alla nostra amata isola dai lettori di Condé Nast Traveller, la più autorevole rivista mensile di viaggi pubblicata nel mondo. Ci consiglia la gente, come anche gli addetti ai lavori, non potremmo volere di più».

Il turismo congressuale in Italia ha mosso nel 2022 21 milioni di persone, con 31 milioni di presenze.

«Ecco, un altro aspetto da rafforzare per destagionalizzare i flussi e portare visitatori in tutti i mesi dell’anno. Non è un caso che per il secondo anno consecutivo a Cagliari si è svolto “Destinazione Sardegna, Mice 2023”, il meeting internazionale, che coinvolge oltre 150 tra buyer nazionali e internazionali provenienti dai mercati di Germania, Francia, Spagna, Belgio e Inghilterra. Parliamo di un viaggiatore interessato non solo alla parte lavorativa, ma anche alla scoperta della destinazione».

Sarete tra i protagonisti della 60ª edizione della TTG Travel Experience.

«A Rimini, abbiamo ribaltato il concetto delle fiere. Per anni la Sardegna è stata tra gli stand di serie C, messa in un angolo, nessuno ci notava. Oggi siamo diventati un brand, che ha bisogno di uno spazio espositivo di più di 600 mq per raccontarsi attraverso i suoi operatori turistici, capaci di promuove la nostra unicità, andando… oltre la costa!».

Questa voglia di crescere è supportata dai collegamenti?

«Bisogna sfatare l'idea che sia critico raggiungerci. Siamo un'isola, o si viene via mare o via aerea. Storicamente i trasporti sono sempre stati una croce per noi sardi, soprattutto da ottobre in poi. Quest'anno però gli aeroporti hanno registrato più di 9 milioni di posti venduti. Il supporto da parte di chi gestisce i collegamenti è una condizione essenziale affinché la gente arrivi da noi».

E poi…

«La fermo, e poi in Sardegna si vive bene! Non sarà un caso che negli anni ci siamo guadagnati l’appellativo di “isola dei centenari”. Siamo infatti tra le zone blu del pianeta dove l’aspettativa di vita è superiore rispetto alla media globale. Grazie al clima mite, all’aria pulita, alla buona cucina basata sulla dieta mediterranea e allo stress limitato. Tutti i centenari, infatti, provengono dalla campagna, che ha un effetto positivo sul corpo. Nel resto del mondo troviamo 8 centenari ogni 100.000 abitanti, in Sardegna siamo a 24. Se non scegliete la Sardegna per una vacanza, potete sempre sceglierla per passare il resto della vostra vita».

(Ettore Cavalli)

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Nadia Afragola