nuovo Gps
(Lockeed Martin)
Tecnologia

La Difesa Usa sperimenta il nuovo Gps

Più satelliti, più piccoli ed economici. Le caratteristiche del nuovo sistema che, per di più, non paghiamo noi

Il sistema Navstar-Gps è invecchiato e nonostante il continuo ricambio di satelliti con altri di generazione più recente, prassi dai costi molto alti, la Space Force statunitense sta valutando diverse possibilità per espanderne le capacità chiedendo alle aziende del comparto aerospaziale di proporre progetti per fornire veicoli spaziali dimostrativi a basso costo per favorire i collaudi di nuove tecnologie. Così il 5 febbraio scorso lo Space Systems Command, la principale organizzazione di acquisizione del servizio, ha dichiarato di aver cominciato a condurre una ricerca di mercato per perfezionare il suo concetto di una costellazione di nuovi satelliti dimostrativi la cui progettazione è fatta in modo da ridurre i costi del ciclo di vita e aumentare il ritmo di sviluppo, la produzione e la facilità di dispiegamento in orbita. Non è ovviamente ancora stato deciso quando questi saranno lanciati, ma è noto che tra i requisiti posti dalla Space Force c'è una vita operativa tra tre e cinque anni per ogni unità che dovrebbe essere disponibile per il lancio entro sei mesi dall'aggiudicazione del contratto di produzione. Si tratta di satelliti più piccoli ed economici, in grado di operare in aree degradate dove il Gps non è oggi accessibile. Per riuscirci, la Difesa Usa ha messo in conto di aumentarne il numero con alcune unità dimostrative per convalidare rapidamente le prestazioni.

A oggi la Space Force ha circa 31 satelliti Gps operativi in orbita (24 nelle tre orbite di servizio e altri di riserva e per servizio aggiuntivo, ma la Difesa Usa non può rivelare l'esatto numero), appartenenti a versioni differenti che forniscono diversi livelli di capacità. I satelliti più recenti, soprannominati Gps III (nelle varianti da A a E), sono costruiti da Lockheed Martin, forniscono una precisione tre volte maggiore rispetto ai Gps II e hanno capacità anti-jamming (anti disturbi elettromagnetici) molto migliorate rispetto alle varianti precedenti, come il miglioramento della funzione chiamata Codice M che offre un segnale sicuro e accurato per gli utenti militari. Lockheed Martin sta inoltre sviluppando la prossima versione, la Gps III-F, che offrirà ancora maggiore precisione e protezione dai disturbi rispetto a quelle precedenti. Il loro lancio è previsto per il 2027 e saranno dotati anche di un sistema per migliorare la localizzazione durante le operazioni di ricerca e salvataggio. Tra le richieste c'è anche quella relativa all'ammodernamento delle stazioni terrestri che controllano la costellazione, oggi soltanto quattro, delle quali due posizionate su isole oceaniche sulle quali sono installate basi militari statunitensi, come Ascension e Guam.

E se il Gps rappresenterà ancora per qualche decennio il sistema di navigazione e comunicazione primario dei militari Usa, il futuro potrebbe vedere la realizzazione di una nuova tecnologia di navigazione satellitare i cui collaudi cominceranno entro Entro la fine dell'anno con il lancio della Navigation Technology Satellite-3 (Nts-3), un veicolo spaziale sperimentale sviluppato da L3-Harris e dall'Air Force Research Laboratory. Una volta lanciato, Nts-3 condurrà più di cento esperimenti provando diverse tecnologie, incluso un generatore di segnali digitali che può essere riprogrammato in orbita e quindi aggiornato dalle stazioni di Terra anche mediante ripetizione delle comunicazioni tra satellite e satellite.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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