L’errore si perdona, l’ignoranza meno
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Cyber Security

L’errore si perdona, l’ignoranza meno

La Rubrica - Cybersecurity Week

I dubbi sul presunto attacco all’Agenzia delle Entrate li avevo avuti nel momento stesso in cui ho preso visione delle schermate pubblicate sul sito della cybergang Lockbit e li ho sollevati in alcune interviste che ho rilasciato nei giorni scorsi.

Alla fine è arrivato un comunicato della vera vittima dell’attacco che ha posto fine alla vicenda. Non più l’Agenzia delle Entrate a cadere sotto i colpi dei criminali, ma uno studio tributario.

Un incidente grave, perché comunque potrebbe esporre i dati di migliaia di persone, ma non di milioni come probabilmente sarebbe stato se a essere colpito fosse stata l’agenzia.

A tal proposito si può fare qualche considerazione. I criminali possono sbagliare, magari perché in difficoltà con una lingua come l’italiano che potrebbe risultargli ostica, i professionisti di security possono non accorgersi di quanto accaduto realmente, forse perché in altre “faccende affaccendati”, ma chi fa il giornalista e riporta una notizia forse dovrebbe fare qualche verifica prima di pubblicarla, considerando che non dovrebbe avere problemi con la lingua e quello è il suo mestiere.

Senza volere gettare la croce addosso a nessuno, la vicenda è una buona occasione per tornare a parlare del fondamentale tema della cultura in materia. Troppo spesso tanti, direi troppi, affrontano un argomento ostico come la cyber security avendo poche idee e non di rado anche piuttosto confuse.

Mi riferisco non soltanto ai giornalisti, ma anche a una fetta significativa di persone che, per il ruolo ricoperto all’interno di aziende pubbliche e private, devono prendere decisioni chiave. A tutti costoro non è richiesto di essere “competenti”, non è necessario che padroneggino la materia, ma che siano in grado di porsi e porre agli altri le domande giuste per ottenere le informazioni utili a prendere la decisione corretta.

Qui la cultura gioca un ruolo essenziale, perché quello che serve in prima battuta è proprio uno dei suoi elementi costitutivi, ovvero il linguaggio, e di quello specifico della cybersecurity sarebbe necessario che ne avessero una seppur minima conoscenza perché è molto difficile fare la domanda giusta con le parole sbagliate.

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Alessandro Curioni