World Masters Games, una passione senza età
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World Masters Games, una passione senza età

A Torino, fino all'11 agosto, la manifestazione sportiva Over 30 che ogni quattro anni raccoglie migliaia di atleti di tutto il mondo. Il motto? "Sport per vivere, sport per tutti"

C'è chi fa stretching appena fuori dell'impianto. Ché la gara è domani pomeriggio, "ma bisogna farsi trovare pronti. Sa com'è, quanto toccherà a me voglio fare bella figura". C'è chi invece in pista c'è già stato e ora aspetta che il suo nome venga diffuso dagli altoparlanti che raccolgono vincitori e vinti allo stand della premiazione. Un paio di ragazze fanno l'appello, poi tra sorrisi e pacche sulle spalle si consuma la breve cerimonia di consegna delle medaglie. Ad applaudire chi sale sul podio, non il pubblico, che nel frattempo assiste alle gare in corso di svolgimento, bensì gli atleti stessi, pure di altre discipline. Perché ciò che contava davvero, in fondo, è già successo. 

Ai World Masters Games, evento sportivo riservato agli Over 30, una festa nella festa che coinvolge ogni quattro anni atleti di tutte le età provenienti da tutto il mondo, si partecipa per il gusto della competizione - certo, perché vincere fa bene al morale e rasserena l'anima - ma anche e soprattutto per la gioia di prendere parte a una manifestazione che celebra i benefici dello sport nel quotidiano. Come pratica necessaria per vivere meglio. A vent'anni, ma pure a ottanta. A Torino, sede dell'ottava edizione dei Masters, sono arrivati in più di 19mila per darsi battaglia in una trentina di discipline. Dal calcio al nuoto, dall'atletica al baseball, dalla pallavolo alla pallacanestro, dal karate al tiro con l'arco. Qualcuno le chiama le "Olimpiadi degli anziani". Un errore quasi imperdonabile. Vedere per credere. 

"E' stata la mia ventitreesima gara dall'inizio dell'anno. Ho già vinto ventidue titoli mondiali e qui, non lo nascondo, partivo tra i favoriti". Fabio Ruzzier, triestino, classe '53, aspetta di ricevere l'oro per i 5000 della categoria Over 60. La gara è finita da poco e allo stadio Primo Nebiolo, sede delle prove di atletica dei Masters torinesi, si respira a fatica a causa del caldo torrido. Eppure, lui,  Ruzzier, pare fresco come una rosa. "Le confido che non ho dato il massimo. A settembre farò cinque gare, non potevo dare tutto oggi - spiega l'atleta triestino con il sorriso -. Perché sono qui? Corro da 48 anni, fa parte della mia vita. Se un giorno salto l'allenamento, mi manca qualcosa. I miei amici mi chiedono spesso quando smetterò. Io rispondo che appenderò le scarpette al chiodo quando capirò che non mi diverto più. Ancora oggi riesco a tenere a bada i ragazzini. Finché dura, è un piacere".

Poco più distante, tra i monitor che comunicano le coordinate delle gare in programma, c'è Joaquina Flores, 73 anni, portoghese di Lisbona. Non parla l'inglese, ma ai Masters non è un problema. Qualcuno che s'improvvisa traduttore si trova sempre. Spiega che è venuta a Torino con l'obiettivo di partecipare alle gare di fondo: 1500, 5000 e 10000 metri. "Ho iniziato a correre quando avevo 40 anni - dice la Flores - spinta da mia figlia che lo faceva per rimanere in forma. Poi io ho continuato, lei ha smesso. Fa la hostess, capirà, è sempre in giro. Mi piace prendere parte a eventi come questo. Giro il mondo e faccio attività fisica, meglio di così. Mio marito? No, lui non mi segue. Ha qualche acciacco e il lavoro non gli permette di ritagliarsi molti spazi. Però se sono qui è grazie a lui. Fa l'imprenditore e si può permettere di pagare i miei viaggi. Sono fortunata e sono felice, non trova?". Sì, è proprio così. Joaquina ha 73 anni e un entusiasmo contagioso. 

"L'Italia è un Paese bellissimo. Si sta bene e in questa stagione c'è il sole. A Mosca ora ci sono 21-22 gradi. Ecco perché sono qui. E poi, pratico sport da tutta la vita. Sono medaglia d'oro di pattinaggio sul ghiaccio. L'ho vinta a Salt Lake City, negli Stati Uniti, qualche anno fa. Non sono più un giovanotto, ma mi difendo ancora bene, sa?". A parlare così è il russo Ramir Kuramshin, anni 76. Fra qualche ora scenderà in pista per gli 800 ostacoli, "perché l'atletica è la mia seconda passione", anche se il primo amore non si scorda mai. "Questa sera vorrei andare a vedere l'Oval Lingotto, l'impianto dove ha corso il vostro Enrico Fabris alle Olimpiadi invernali di Torino 2006, sa dirmi come trovarlo?". Guai a dirgli che a piedi è troppo distante. "Giovanotto, per me non è un problema. Anzi, è un divertimento così mi alleno". Ai World Masters Games vale il motto "ora e subito". Perché la vita (s)corre e se ci si fa trovare pronti, be', è tutto più semplice. 

Per saperne di più: www.torino2013wmg.org

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Dario Pelizzari