Serie A, via! Ecco la griglia del campionato
Grafica - Claudio Laurenti
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Serie A, via! Ecco la griglia del campionato

Scudetto, Champions ed Europa League, i nostri pronostici per la stagione che si apre. Juve davanti a tutti, ma dietro...

Premessa da incidere sulla pietra, fondamentale per poter proseguire nella lettura: mai come quest'anno gli ultimi dieci giorni (scarsi) di mercato incideranno sui progetti tecnici delle squadre, sia in testa che in coda alla catena alimentare del calcio italiano. Dunque la griglia alla vigilia della partenza del campionato va presa con le pinze, consapevoli che alcuni equilibri potrebbero spostarsi prima del gong del 2 settembre.

Fatta la premessa, ecco la prima considerazione: l'aria che si respita intorno alla Serie A è frizzante come raramente è accaduto di registrare. Merito dell'effetto-Ronaldo, della crescita di alcuni progetti tecnici ed economici e - perché no - dello sconto fiscale che ha favorito i club nel chiamare o richiamare dall'estero qualche 'cervello' del pallone. Un sacrificio per i conti del paese (lo sconto costerà alla fine un centinaio di milioni di euro) che è però anche un investimento su quello che resta pur sempre uno dei primi dieci settori dell'economia italiana.

Fatta premessa e considerazione, ecco la griglia del campionato così come si può disegnare il 24 agosto. Giorno del via ufficiale della stagione:

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La lotta (?) scudetto

La Juventus ha vinto l'ultimo scudetto con 11 punti di vantaggio sul Napoli e 21 su Inter e Atalanta. Frenando nel finale come un Bolt qualsiasi nelle batterie dei cento metri. La domanda è: il mercato ha rimescolato le carte in maniera così profonda da avver azzerato quel gap? La risposta è no. 

La prima fila della griglia del campionato vede, dunque, la Juventus in pole position con un margine più che discreto. Al netto dei problemi di un'estate un po' confusa in fase cessioni, non si può non sottolineare come De Ligt, Rabiot e Ramsey rappresentino rinforzi decisivi su un telaio già dominante in Italia. Semmai c'è l'incognita Sarri, nel senso che fin qui la sua mano si è vista poco, però scommettere in un'implosione dell'idea di rivoluzionare il gioco appare azzardato per il valore complessivo dei singoli.

Accanto alla Juve, idealmente al palo, mettiamo l'Inter di Conte. Per lo sforzo prodotto dalla proprietà per innervare di qualità la squadra, che per 5/11 sarà nuova di zecca, ma soprattutto per il valore aggiunto atteso proprio dall'impatto del tecnico.

Il Napoli di Ancelotti, costruito con scelte molto oculate e badando meno a spese rispetto al passato, scivola in seconda fila ma anche qui con la precisazione che si tratta di una 'retrocessione' virtuale. Immaginiamo un sorpasso dell'Inter in un contesto in cui queste tre faranno corsa a parte rispetto alla concorrenza. Con il Napoli (un gradino sotto che possono diventare due arrivassero Icardi o James Rodriguez) ecco l'Atalanta. E' vero, la Champions League toglierà energie e forse anche motivazioni alla truppa di Gasperini, ma intorno a quota 70 i bergamaschi restano competitivi con il vantaggio di saper recitare ormai a memoria il copione del Gasp.

La zona Europa 

La logica dice che nessuna big si possa permettere di mancare il quarto posto che vale la Champions League. Eppure così come un anno fa il banco può saltare. In terza fila mettiamo prima di tutto la Roma, ricostruita da Petrachi sulle ceneri del fallimento di Monchi. Operazione non semplice, innervata con i rinnovi di Dzeko, Fazio, Under e Zaniolo e con qualche scelta certamente migliorativa a cominciare dal portiere. Poi il Milan, che è un cantiere aperto e probabilmente incompleto. Più o meno competitivo rispetto a quello di Gattuso arrivato a un punto dal miracolo? Diverso. Non sempre la gioventù è sinonimo di vittoria (e lo stesso Giampaolo è un'incognita a questi livelli), però la sensazione è quella di una costruzione destinata a crescere se protetta da pressioni eccessive.

Quarta fila con la Lazio che ha cambiato poco (fondamentalmente la catena di destra), tenuto Milinkovic Savic e dato continuità a un gruppo sempre competitivo nell'ultimo triennio ma che spesso ha mancato l'ultimo salto. Con i biancocelesti c'è il Torino, altro progetto basato sulla continuità.

Le outsider di centro classifica

La quinta fila è quella delle outsider. Intriga il Cagliari che a fronte dell'uscita di Barella ha fatto un centrocampo nuovo di zecca e stimolante, con la voglia di rivalsa di Nainggolan miscelata alla gioventù e al talento di Rog e Nandez. Un mix interessante, più della Fiorentina il cui colpo migliore è stato il 'No grazie' di Commisso per Chiesa e che ha il merito di aver riattaccato la spina all'entusiasmo di Firenze con Ribery. Attenzione: il finale di mercato potrebbe anche alzare questa valutazione.

Sesta fila con Sampdoria, molto simile a quella di Giampaolo finita a metà classifica con l'aggravante di una situazione societaria che ha penalizzato il mercato, e Parma: si parte dalla salvezza senza grossi problemi di un anno fa, tenendo Gervinho, investendo su Inglese (9 gol prima dell'infortunio a marzo) e provando Karamoh.

Alle spalle, in settima fila, ecco il Genoa (occhio a Pinamonti in coppia con Kuamé) con l'Udinese ridisegnata da Pierpaolo Marino dopo una stagione di transizione. Se resta De Paul non dovrebbe avere problemi a restare lontana dalla zona calda della classifica...

Chi lotta per restare in Paradiso

La zona calda, invece, è un po' più difficile da decifrare. La stella polare da tenere a mente è che negli ultimi dieci anni sono retrocesse 17 e solo 13 volte c'è stata una salvezza. Quindi Brescia, Lecce e Verona dovranno sudare parecchio per tenersi la categoria anche se tutte hanno qualche spunto che vale la pena tenere in considerazione.

Provando a mettere in fila questo troncone di Serie A, ecco l'ottava fila composta da Sassuolo, non particolarmente rinforzato da un mercato che ha consegnato l'usato sicuro di Caputo e il talento da sgrezzare di Traoré, e Spal. Quella di Semplice è stata una delle realtà più belle nella passata stagione ma ripetersi non è mai semplice.

Nona fila aperta dal Bologna di Mihajlovic che, al netto della vicenda umana del suo allenatore, è rimasto praticamente identico davanti perdendo dietro Lyanco e Pulgar. Poi il Brescia che mette insieme esperienza (Martella e Dessena), gioventù (sbarca in Serie A l'attesissimo Tonali) con la scommessa da all in di Balotelli.

Chiude la griglia la decima fila di Lecce (mezza squadra rifatta per adattarla alla categoria) e Verona, dove balza all'occhio la coppia offensiva formata da Di Gaudio e Di Carmine che insieme hanno uno score di 3 reti segnate in A in tutta la carriera. Troppo poco, a meno che il finale di mercato non ponga rimedio.

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Giovanni Capuano