L'ANALISI - Crisi Sampdoria, c'è l'incubo tracollo
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L'ANALISI - Crisi Sampdoria, c'è l'incubo tracollo

I tifosi si sono abbonati in 19 mila nonostante la campagna acquisti di basso profilo. La squadra è però ultima e una nuova retrocessione potrebbe configurare un disastro economico

La storia che andiamo a raccontare inizia il 14 ottobre 1993. A Genova si spegne Paolo Mantovani, storico presidente blucerchiato del ciclo d'oro. Al suo posto si insedia il figlio Enrico che eredita una squadra da sogno con Gullit, Platt e Jugovic. La Samp arriva terza in campionato e il 20 aprile 1994 vince la sua quarta coppa Italia in finale contro l'Ancona. E' il canto del cigno della Sampdoria che fatta eccezione per l'ottima annata 1996/1997 inizia un lento declino fino alla retrocessione. Nel 2002 arriva alla guida del club Riccardo Garrone che dà il via ad una scalata che giunge fino alla qualificazione Champions League nella stagione 2010/2011. L'addio di Antonio Cassano dopo il litigio con il presidente diventa il crocevia di un nuovo collasso: la squadra torna in serie B per risalire l'anno scorso dopo una rincorsa difficilissima. Il 21 gennaio 2013 i colori blucerchiati si sporcano però nuovamente del nero lutto: dopo una grave malattia si spegne Riccardo Garrone. Il figlio Edoardo ne prende il posto prima come vicario e poi come effettivo erede. Dal padre al figlio, due lutti per due cambi epocali nella società blucerchiata. Contraccolpi duri per una piazza unica in Italia che anche in questa stagione conta il sesto numero di abbonati in serie A. 

I 19 MILA ABBONATI

Nonostante l'andamento altalenante degli ultimi anni il pubblico blucerchiato non ha mai tradito le attese. Anche in questa stagione sono stati staccati 19 mila abbonamenti, simbolo chiaro di un legame indissolubile che rimane l'unica realtà immutata dagli anni dello scudetto. Il presidente Garrone aveva promesso un anno di ambientamento in serie A per poi alzare progressivamente l'asticella degli obiettivi. Dopo le partenze estive di Poli, Icardi e Romero il pubblico si aspettava almeno un regalo. Quagliarella, Pazzini, Giovinco, qualcosa del genere. Un giocatore capace di esaltare l'ambiente e far puntare a quota 20 mila tessere. Le trattative non hanno però riservato nessuna sorpresa e la nuova Sampdoria di Delio Rossi si è presentata ai nastri di partenza con una squadra difficile da descrivere: Gabbiadini da Bologna via Juventus, Barillà, Wszoleck, Salamon, Petagna, Eramo, Gentsoglu, Bjarnason. Unica certezza Rossi, tecnico d'esperienza a cui viene affidata la responsabilità di amalgamare un gruppo di giovani. La partenza è però da incubo: 2 punti in 6 partite, mai così male nel massimo campionato. Come se non bastasse c'è l'umiliazione del derby, peggiore sconfitta di sempre con un 3-0 senza appello. Alla faccia dei 19 mila abbonati. Il calendario non è stato magnanimo con la Sampdoria (Roma, Milan, derby e Juventus nelle prime sei partite e due punti raccolti con Cagliari e Bologna) e il torneo vero dei blucerchiati inizierà domenica prossima alle 15 in casa contro il Torino. Vietato sbagliare.

LE ACCUSE

Dopo la sconfitta con il Milan non sono mancate le critiche per il gioco espresso. Nel mirino soprattutto l'attacco abulico e la scarsa condizione di giocatori che avrebbero dovuto far la differenza come Obiang e Krsticic. Il pubblico blucerchiato risulta però ancora compatto e determinato anche se giorno dopo giorno le critiche si inaspriscono e un nuovo passo falso contro i granata potrebbe scatenare una rivoluzione simile a quella dello scorso anno durante la guida di Ferrara. Dopo la sconfitta di Palermo di un anno fa pagarono il tecnico e il ds Pasquale Sensibile, uomo scelto da Garrone per tornare in serie A che fu rimpiazzato da Carlo Osti. L'ex ds dell'Atalanta ha dovuto fare i conti con un budget limitato ma nel mirino della critica ci sono gli investimenti per giocatori sconosciuti e il mancato arrivo di almeno un rinforzo di prima fascia per ruolo. Anche il direttore generale Rinaldo Sagramola è nell'occhio del ciclone con il risultato che il primo a finire nel mirino è il presidente Edoardo Garrone. "Trovati un sostituto" l'appello del gruppo storico dei Fedelissimi sampdoriani che gremiscono la parte inferiore della gradinata sud. "La pazienza è finita". 

IL MERCATO DI GENNAIO:

Chiaro sintomo di scelte sbagliate in ripetizione è il fatto che la Sampdoria di Edoardo Garrone si sia ritrovata a dover investire pesantemente nel mercato di riparazione per tre stagioni di fila. Nell'anno della retrocessione furono acquistati Macheda e Maccarone per cercare di salvare la squadra, nel 2011/2012 a gennaio arrivarono Eder, Renan e Munari per tentare la risalita (poi riuscita). La scorsa stagione solo qualche innesto ma tutto lascia pensare che, scanso ottimi risultati da qui alla fine del girone d'andata, anche quest'anno la Sampdoria sarà costretta a puntellare la rosa con forza nel mercato di gennaio. Il rischio è altissimo e potrebbe avere effetti disastrosi: la seconda retrocessione in tre anni sarebbe un danno economico insostenibile anche per la ricca famiglia Garrone. Nelle due sessioni di mercato della scorsa stagione la Sampdoria ha effettuato cessioni per 4,9 milioni totali e acquisti per circa 24 milioni. A gennaio 2013 sono stati incassati per cessioni 1,5 milioni e investiti ulteriori 6 milioni, in particolare 3,2 milioni per Rodriguez dalla Universidad de Chile e 2,9 milioni per Sansone dal Sassuolo con un accordo di compartecipazione. Le domande dei tifosi riguardano in particolare l'argentino: pagato non poco, mai utilizzato da Delio Rossi. Un vero oggetto misterioso che probabilmente tornerà in Cile a meno della metà. 

IL RISCHIO DI TRACOLLO: 

L'altalena fra serie A e B di due anni fa è costata alla Sampdoria oltre 50 milioni di euro. I bilanci chiusi al 31 dicembre 2011 e al 31 dicembre 2012, quindi a cavallo della retrocessione in B e della promozione nella massima serie, riportano perdite di 15,6 milioni e 38,1 milioni. L'esigenza di tornare subito nella massima serie e di non smantellare la squadra ha determinato un incremento dei costi generali. Complessivamente i costi di produzione dell'Unione calcio Sampdoria Spa sono saliti, tra il 2011 e il 2012, da 79 a 87,7 milioni. Nel dettaglio il costo del personale è aumentato di quasi il 30%, da 36 a 50,6 milioni. Gli ammortamenti invece sono diminuiti da 15,2 a 12,7 milioni. La differenza tra valore e costi della produzione è stata pari a -55,3 milioni nel 2012 e -24,6 milioni nel 2011. L'obiettivo dichiarato era quello di puntare a realizzare "importanti plusvalenze" sul mercato estivo ma la strategia non ha permesso di compensare con arrivi di rilievo per la categoria: morale, la squadra è più debole dello scorso anno. La partita contro il Torino sarà la prima di 32 finali per evitare un tracollo economico che nasce anche dall'inesperienza di alcuni protagonisti. Di certo Edoardo Garrone, presidente e tifoso, farà di tutto per evitarlo. Al costo di sbagliare ancora. 

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Matteo Politanò