Esoneri, arbitri e la giostra in vetta: servono nervi saldi
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Esoneri, arbitri e la giostra in vetta: servono nervi saldi

Il punto sulla 15a giornata della serie A: Napoli ko, errori dei fischietti e panchine roventi

State buoni se potete. Se riuscite a tenere i nervi saldi in un campionato stupendo che ha cambiato nuovamente capolista, tornando a vestire il nerazzurro cucito dal sarto Mancini, ma promette scintille ancora più numerose domenica prossima quando il calendario metterà di fronte Napoli-Roma, le grandi deluse di oggi, e Juventus-Fiorentina, spareggio con vista scudetto.

Tutto riaperto e tutti in corsa. Dall’Inter che sta in vetta alla Juventus delle certezze ritrovate, ci sono cinque squadre in un fazzoletto di 6 punti. Equilibrio meraviglioso che consente a tutti di sognare e anche a chi sta viaggiando con una marcia in meno (come la Roma) di non disperarsi troppo. A patto di non farsi prendere dall’isteria, sentimento che confonde le idee e fa perdere di vista problemi e soluzioni.

Ad esempio il Napoli deve riflettere sulla caduta di Bologna, meritata al di là dell’episodio del gol in fuorigioco di Destro. Sarri non ha rinunciato a lanciare l’ennesimo siluro della sua battaglia comunicativa sul tema arbitrale (“Basta con il luogo comune che gli arbitri italiani siano i migliori al mondo”), quando sarebbe più produttivo che si concentrasse sul perché la sua macchina si è inceppata non appena ha avuto sulle spalle il peso della leadership. O perché la vista delle piccole continui a provocare strane reazioni in Higuain e compagni: 3 punti su 15 contro Sassuolo, Empoli, Carpi, Genoa e Bologna.

Già Mancini e Garcia avevano faticato a tenere la barra dritta davanti agli errori di Damato e Giacomelli ed entrambi vengono da settimane tormentate nel rapporto con i direttori di gara che – va detto con onestà – hanno sbagliato troppo pur continuando a meritare rispetto. Nicchi e Messina provvedano a rimettere in carreggiata un gruppo che sta sbandando, tra inutili protagonismi e mancanze clamorose di personalità come quella di un arbitro che si fa imporre da un addizionale la scelta di un rigore pesantissimo e sbagliato.

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L’isteria è anche quel sentimento che ha consigliato Ferrero e Zamparini gli esoneri di Zenga e Iachini. Vale la pena riannodare il nastro e tornare al 10 novembre, il martedì nero della cacciata di due tecnici che stavano tenendo dignitosamente a galla le proprie barche: la Samp con 16 punti era a metà classifica, il Palermo con 14 stava a distanza di sicurezza dalla zona calda. Un mese dopo i blucerchiati di Montella sono ancora lì e i rosanero di Ballardini appena sopra: in tutto un punticino sui 18 disponibili. Adesso Zamparini potrebbe tornare a Iachini con l’ennesima piroetta.

A proposito di Palermo, a Bergamo è andato in scena l’ennesimo processino sotto la curva della squadra contestata di turno. I segnali c’erano già stati prima della partenza dalla Sicilia e il copione è come sempre sgradevole. Ma in assenza di risultati i nervi saltano in fretta e non solo agli ultras. Visto anche Lotito mandare a quel paese i tifosi che lo pizzicavano in tribuna. Lui che sta pensando di licenziare Pioli senza considerare di avere un ruolo (negativo) nel momento no della Lazio.

Ecco, se possibile meglio stare tutti buoni e provare ad arrivare a Natale senza crisi di nervi. Impossibile? No. In fondo questo è il miglior campionato da anni a questa parte e adesso ha la certezza di aver imbarcato nuovamente la Juventus, come da pronostico. Punti a parte, forse i bianconeri sono i più forti di tutti; però partono dietro e la rincorsa è aperta a qualsiasi risultato.

Il punto sulla 15° giornata

* Il Napoli perde l’imbattibilità 105 giorni dopo la caduta contro il Sassuolo: 3-2. A Bologna decide uno scatenato Destro (4 gol in 4 partite con Donadoni dopo aver fatto zero nelle prime 10 di Rossi), ma i partenopei si svegliano troppo tardi. Monumentale Higuain: 14 reti in 15 partite e prima volta in rete per 4 giornate consecutive con la maglia del Napoli.

* Il Milan non riesce a battere il Carpi (0-0) e rallenta restando staccato dal treno di testa. Brutta frenata per Mihajlovic, cui non basta un finale arrembante. In trasferta il rendimento è insufficiente: 8 punti in 8 partite.

* L’Inter torna in testa battendo il Genoa (1-0) alla vecchia maniera. Ottava vittoria stagionale col punteggio minimo e 10° su 15 tenendo imbattuta la propria porta. Questa volta, però, si è visto anche il gioco oltre a un Ljajic decisivo.

* Quinta vittoria consecutiva per la Juventus (0-2 all’Olimpico contro la Lazio). I bianconeri hanno sistemato la difesa, imbattuta da 342 minuti più i 90 di Champions League, e hanno trovato un Dybala in formato Tevez: 7 gol come l’Apache nel primo anno a Torino.

* Terza gara senza vittoria per la Roma: 1-1 a Torino. Decidono un errore di Padelli su Pjanic e quello di Damato sul rigore fasullo di Maxi Lopez. Per Garcia solo 2 punti su 9 e una crisi strisciante ormai certificata: in un mese perse 10 lunghezze sulla Juve, 7 sull’Inter, 6 sulla Fiorentina e 5 sul Napoli. Il Torino si conferma maestro di rimonte: hanno già portato 10 punti.

* La Fiorentina torna a macinare spettacolo e gol: 3-0 all’Udinese e secondo posto in classifica. Kalinic, per quanto con una certa dose di casualità, si conferma il vero anti-Higuain segnando la 10° rete del suo fantastico campionato.

* Atalanta da vertigini, squadra rivelazione dell’avvio di torneo insieme al Sassuolo. Reja batte il Palermo (3-0 facile) e si arrampica ai margini della zona europea. Espulsione record di Migliaccio dopo meno di un minuto per un’entrata involontaria ma killer su Cholev.

* La Sampdoria precipita , subisce una lezione in casa dal Sassuolo (1-3), lascia Montella a quota zero punti dopo 270 minuti e scende ai margini dell’area pericolo. Troppe cose non funzionano per i blucerchiati che hanno perso la propria identità.

* Vittoria pesante del Chievo a Frosinone (0-2) con un blitz nel finale che pesa tanto nella corsa alla salvezza. Meggiorini e Paloschi, un gol per uno, si confermano copia di categoria quando c’è da lottare per restare in serie A.

* Il cambio di panchina non risolleva il Verona: 0-1 contro l’Empoli. Spiace dirlo, ma 6 punti in 15 giornate assomigliano a una sentenza. Encefalogramma piatto.

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Giovanni Capuano