L'Inter e la cordata dei soci (ma Moratti non resterà numero uno)
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L'Inter e la cordata dei soci (ma Moratti non resterà numero uno)

Alla fine si torna all'idea iniziale di trovare compagni di viaggio forti, però il presidente non resterà punto di riferimento come azionista

Alla fine si torna al tassello iniziale del puzzle nerazzurro, quello dell'agosto di un anno fa quando Moratti aveva firmato le carte per cedere ai cinesi della CRCC una parte della società coinvolgendoli nella costruzione del nuovo stadio. Si torna lì ma non sarà la stessa cosa, perché le cifre e le percentuali non devono ingannare. Il passo che Moratti farà nelle prossime settimane (e comunque prima dell'assemblea dei soci fissata per il 27 ottobre in prima convocazione e due giorni più tardi per lo svolgimento) è molto simile alla cessione dell'Inter di cui si è parlato nel corso dell'estate anche se Thohir non avrà il 70% ma sarà punto di riferimento di una cordata.

Chi avrà l'Inter da novembre? Un quartetto di proprietari e soci in cui formalmente Moratti e Thohir avranno la stessa quota (30%) e gli altri compagni di cordata del magnate indonesiano (Roeslani e Soetedjo) il 20%. Attenzione, però, perché Moratti non avrebbe nessuna intenzione di restare socio di maggioranza e quindi alla fine ci potrebbe essere un piccolo spostamento percentuale così da consentire a Thohir di assumere formalmente la guida del club.

Non esiste alcun problema di cariche e anche la proposta di mantenere la presidenza è al momento al vaglio di Moratti. Probabile che la scelta sia effettuata badando all'emozione del momento. Quello che conta è che il bilancio 2012-2013 (passivo di 88 milioni di euro) è stato l'ultimo chiuso sulle spalle di Moratti e che dal prossimo esercizio, atteso ancora in passivo, il peso di ripianare i buchi e garantire la continuità aziendale sarà suddiviso con Thohir e gli altri.

Moratti ha avuto, insomma, quello che voleva e almeno per un paio di anni resterà a controllo e garanzia dei 'diritti' dei tifosi e del proprio capitale, considerato che 200 dei 250 milioni di euro versati dai nuovi soci andranno a ripianare gran parte del debito societario e i 50 milioni destinati a Moratti spariranno in fretta causa ricapitalizzazione del club. Il break even finanziario non è previsto prima del 2015-2016 sempre che i risultati del campo soccorrano il progetto societario garantendo ad esempio i milioni della qualificazione in Champions League.

A gennaio si vedranno le prime ricadute sul mercato che difficilmente sarà portato avanti da Marco Branca. Si è parlato in queste ore di un coinvolgimento di Beppe Accardi, che conosce i soci indonesiani e ha già lavorato con loro, oltre che della promozione di Fassone ad amministratore delegato della nuova società. In ogni caso niente spese pazze o colpi da cento milioni di euro. Si cercheranno giovani talenti sul modello di Kovacic, Icardi e Belfodil e si lavorerà con grande attenzione sulla voce ricavi. L'Inter è precipitata intorno ai 170 milioni di euro e oggi fattura un terzo rispetto ai top club europei. Molto dovrà arrivare dal campo, ma marketing e mercati esteri sono una frontiera quasi inesplorata. A novembre si comincia.

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Giovanni Capuano