Moratti al bivio: vendere in Indonesia o rilanciare?
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Moratti al bivio: vendere in Indonesia o rilanciare?

Soci dal sud est asiatico interessati al 51% dell'Inter. In 17 anni di presidenza perdite per 1,4 miliardi di euro

Che Massimo Moratti cercasse soci da imbarcare nella gestione dell'Inter era notizia nota da tempo. Costi troppo alti, impossibilità di sostenere la competizione interna con Juventus e Milan e internazionale con le big europee oltre a qualche difficoltà legata al periodo di crisi che limita l'attività dell'azienda di famiglia: motivi che hanno spinto negli ultimi due anni il presidente dell'Inter a cercare partner con cui dividere l'onere della guida del club.

Mai, però, sul tavolo di Moratti era arrivata una proposta concreta per rilevare la maggioranza e chiudere così un'epoca iniziata nel 1995 e che ha segnato nel bene e nel male la storia recente della società. L'ipotesi dei soci provenienti dall'Indonesia con la volontà di acquisire il 51% delle quote e guidare il club è al vaglio di Moratti. Contatti che sarebbero nati prima della trionfale tournée dello scorso mese di maggio con stadi pieni e fans impazziti.

Fin qui era noto che Moratti cercasse soci di minoranza cui cedere al massimo il 20-30% dell'Inter coinvolgendoli nell'operazione stadio che, nei piani della dirigenza, dovrebbe diventare concreta nel 2017-2018. Su queste basi erano state avviate le trattative con i cinesi della China Railway Construction Corporation, poi saltate ufficialmente per questioni burocratiche, con la Mabetex e, più recentemente, con investitori provenienti da Russia o Kazakistan.

Uno schema simile a quello utilizzato dalla famiglia Moratti per la Saras dove, nei mesi scorsi, è stato annunciato l'accordo con la Rosneft per la cessione di circa il 20% delle azioni e un ricavo da 180 milioni di euro. In ogni caso è evidente come Moratti non possa non prendere in considerazione alcuna ipotesi. I conti dell'Inter sono in rosso e l'operazione di risanamento della società procede a fatica. La mancata qualificazione alla prossima Champions League è un colpo durissimo e non a caso in inverno lo stesso presidente aveva definito "questione di sopravvivenza" arrivare tra le prime tre in campionato.

La semestrale del bilancio 2012-2013 ha fatto registrare un rosso da circa 60 milioni di euro che segue il -77 milioni dell'esercizio precedente e porta l'Inter lontana dai parametri del fair play finanziario Uefa e a rischio sanzione. Nelle ultime due stagioni è stato abbattuto il monte ingaggi (ora vale circa 100 milioni di euro), ma sono crollati anche i ricavi.

Moratti è presidente dell'Inter dal febbraio 1995 e da allora non è mai riuscito a chiudere un bilancio in attivo con il record di rosso nel 2006-2007 (-206,8) e investimenti in prima persona tra versamenti e aumenti di capitale che hanno abbondantemente sfondato quota 1,1 miliardi di euro per coprire perdite complessive da 1.403 milioni di euro. Cifre impossibili da reggere oltre. Anche per questo, scherzando ma non troppo, il presidente dell'Uefa Platini ha raccontato di essere stato pregato da Moratti (e altri) di scrivere le regole per un contenimento dei costi del calcio europeo.

In Indonesia l'Inter conta circa 15 milioni di simpatizzanti e ha addirittura un club (intitolato a Moratti) con 15.000 iscritti. La tournée di un anno fa è stato un successo assoluto. L'interesse pare, insomma, esserci. Quanto concreto basterà attendere le prossime settimane per verificarlo.

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