Mondiali di Schladming. Ravetto: "Ligety fenomeno da imitare"
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Mondiali di Schladming. Ravetto: "Ligety fenomeno da imitare"

Il ct della Nazionale di sci tira le somme della manifestazione che ha raccolto sulle nevi austriache i migliori sciatori al mondo

Ted Ligety, Ted Ligety, Ted Ligety. Ai Mondiali di Schladming suona tre volte la campana per il fuoriclasse statunitense, che si aggiudica tre medaglie d'oro e consegna agli Stati Uniti il primo posto nel medagliere conclusivo della manifestazione. Per gli Usa poteva andare anche meglio se la superfavorita Lindsey Vonn non fosse finita subito ko nel supergigante femminile d'apertura. Rottura del legamento crociato anteriore e del collaterale, oltre alla frattura del piatto tibiale del ginocchio destro, ecco la diagnosi dell'infortunio in cui è incappata la campionessa che le cronache rosa danno già come la nuova compagna di Tiger Woods.  

E l'Italia? La spedizione azzurra ha concluso al settimo posto del medagliere, con 2 argenti e 1 bronzo. Bene, benissimo Nadia Franchini nella discesa libera, bene Manfred Moelgg nello slalom gigante, e da applausi la prova di Dominik Paris nella discesa libera. Tre medaglie in tutto, contro le 6 del 2011 e le 2 del 2009. Rispetto ai Mondiali di Garmisch, mancano all'appello i tre traguardi da sogno di Christof Innerhofer, che a Schladming non è andato oltre il settimo posto nel supergigante. La vera delusione della due settimane sulle nevi austriache arriva dalla squadra di slalom. Aveva tutti i numeri per andare forte e raggiungere risultati importanti. Invece, nulla. O quasi.

"Quest'anno tante cose hanno girato per il verso sbagliato. Pensavo che il Mondiale fosse la riscossa della stagione e invece ne è stato lo specchio - spiega a panorama.it Carlo Ravetto, ct della Nazionale azzurra di sci -. Moelgg ha fatto benissimo, perché ha provato a vincere. Poi, ha inforcato, peccato. Razzoli continua a uscire e questa è una sua caratteristica. E gli altri meno bene, perché hanno interpretato la gara in modo sbagliato. Thaler è così da un po' di anni. Fa fatica nelle grandi manifestazioni. Per Gross era la prima volta, ha pagato forse lo scotto dell'esordio. Cosa ho detto la squadra a fine gara? Nulla, ho soltanto consolato Moelgg, dicendogli che è in forma e prima della fine della stagione potrebbe vincere un'altra gara".

Se si guardano i numeri, rispetto al 2011 sono mancate le tre medaglie di Innerhofer...

L'ho detto prima di partire per i Mondiali. Abbiamo 5 discipline a disposizione. Vincere 2 medaglie è appena sotto la metà, vincerne 3 è più del 50%. Portarne a casa 2 era il minimo accettabile. Una nelle discipline tecniche e una nelle veloci. In più, eravamo competitivi per vincere medaglie anche nelle altre 3 discipline e questo per me è positivo. Nel quadriennio olimpico, ci sono stati due Mondiali. E noi complessivamente abbiamo portato a casa 7 medaglie. Posso dire di essere soddisfatto di come sono andate complessivamente le cose a Schladming.

Quale voto darebbe alla spedizione azzurra?

Dico sei e mezzo. Raggiunto l'obiettivo minimo. Bisognava forse fare qualcosa in più. Con una medaglia in slalom e in supergigante certo le cose sarebbero andate in modo diverso. E il voto finale sarebbe arrivato al sette.

A proposito invece di note liete: Paris ha dimostrato ancora una volta di essere tra i migliori al mondo in discesa...

Speriamo che lo diventi già il prossimo anno. Adesso si giocherà la coppetta di specialità, che dovrà contendere al bravissimo Svindal. Il norvegese si batterà fino alla fine perché ha bisogno di punti anche per la classifica generale di Coppa del mondo, per cui non lascerà nulla per strada. Quella sarebbe l'impresa dell'anno. Nessun italiano ha mai vinto la coppa di specialità in discesa. Ripeto, a me interessa che la Nazionale sia competitiva in tutte le specialità. In giro, ci sono 3-4 fenomeni. Dietro a loro, possiamo esserci anche noi.

Ecco, i fenomeni. Ted Ligety è il fuoriclasse del momento sugli sci. Cosa ha dimostrato di avere più degli altri?

Intanto, ha dimostrato di adattarsi benissimo al materiale. Al suo materiale, perché lo costruisce lui. Tutti dicono che ha gli sci truccati, ma io penso invece che sia molto bravo a "costruirsi la macchina". E poi ha una mentalità superiore a tutti gli altri. Ad alto livello, è la testa che fa la differenza. E la sua è particolarmente brillante. Ho letto una sua intervista in cui diceva che gli sciatori austriachi e italiani in un'ora sono a casa, mentre gli atleti statunitensi come lui vivono in Europa per tutta la durata della Coppa del mondo. Questo significa tante cose. Per esempio, che devono essere sempre concentrati e che si possono riposare nel modo opportuno. Sarebbe quasi da pensare di farlo anche noi. E' come una squadra di calcio che è sempre in raduno. Un approccio completamente diverso...

Tra le donne, tanta gioia per la Franchini e per la giovanissima Goggia (20 anni), quarta nel supergigante e settima nella supercombinata...

Non ho seguito personalmente il settore femminile, ma mi pare che quest'anno siano mancate le punte di diamante della squadra.  E' mancata la Brignone, ma pure la Moelgg. La Franchini invece ha fatto molto bene. Ecco, se lei si conferma a questi livelli, se la Brignone si rimette in sesto e ci sono due o tre ragazze che fanno podio, si può fare molto bene. Quando le leader non sono in forma, è evidente che l'aria che si respira in squadra sia completamente diversa. Brava la Goggia.

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Dario Pelizzari