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ANSA / CESARE ABBATE
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Juve, mani sullo scudetto ma contro l'Atletico così non basta

La vittoria a Napoli (polemiche a parte) avvicina il tricolore. Allegri, quanti motivi di preoccupazione in vista della Champions League

La vittoria contro il Napoli avvicina la Juventusa uno scudetto che ormai è ben più che virtuale. Calendario alla mano, i bianconeri potrebbero addirittura festeggiare a Pasqua (contro la Fiorentina) oppure poco dopo continuando a demolire record su record. Game over per un campionato nato morto in estate, con una squadra troppo superiore alle altre e per di più affamata come la striscia di 23 vittorie su 26 partite ha confermato.

I motivi di gioia per Allegri, però, finiscono qui. E' un paradosso, ma cisi è abituati talmente bene con la Juve di questi tempi che l'ansia da prestazione in avvicinamento alla sfida di ritorno contro l'Atletico Madrid supera anche la contabilità dei punti di vantaggio (16) e delle giornate che mancano alla fine del torneo (12).

Basterà la Juventus vista a Napoli contro il manipolo di guerrieri del Cholo Simeone? La risposta è no. Ancora. Servirà di più sotto tanti punti di vista, da quello atletico alla tattica fino ad arrivare al giocatore simbolo che sembra essersi smarrito nel momento decisivo della stagione.

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Allegri garantisce che i suoi saranno pronti e che la qualificazione è possibile, però la sfida del San Paolo era considerata quasi una prova generale e ha lasciato più di un dubbio, risultato a parte. La Juve continua a giocare a un ritmo compassato, non produce fiammate e continuità, quella ferocia che è basilare per aggredire l'Atletico e cominciare dal calcio d'inizio a costruire al rimonta.

In più ha colpito la tendenza ad arretrare il baricentro pur in ventaggio e con una gara - quella contro il Napoli - che si era messa in discesa e che andava gestita. Un atteggiamento che ha portato un osservatore esterno come Fabio Capello a parlare di scarsa personalità, peccato che rischia di essere mortale nel confronto europeo.

Ronaldo appare un po' giù fisicamente e, soprattutto, non ancora del tutto coinvolto nelle trame offensive della Juventus. A marzo comincia a diventare un problema oltre che un mistero, visto che gli ingredienti per cucinare una fase offensiva esplosiva ci sono tutti. Da segnalare come Dybala abbia perso la titolarità nelle partite di primo livello dove Allegri continua a preferirgli la coppia Ronaldo-Mandzukic con un esterno più di ruolo a sostegno.

Per chiudere la difesa: da fine gennaio è rimasta inviolata solo contro Sassuolo, Frosinone e Bologna incassando complessivamente 10 gol distribuiti in 5 delle ultime 8 partite giocate. Atalanta (Coppa Italia), Atletico Madrid (Champions), Lazio-Parma-Napoli hanno trovato la chiave per scardinare quello che non è al momento un muro. Dovendo risalire da un due a zero e non potendo concedere nulla agli spagnoli è più di un campanello d'allarme.

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Giovanni Capuano