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Supercoppa alla Juventus (ma con Ronaldo ha vinto anche Gattuso)

Allegri vince il primo trofeo della stagione, il Milan si difende e protesta per le decisioni di Banti. Il tecnico e il caos della vigilia

Ha vinto la Juventus, il Milan rimpiange e si arrabbia per come finisce la Supercoppa Italiana d'Arabia, l'ottava della storia bianconera e il primo trofeo dell'era Ronaldo. Verdetto che premia la superiorità dei bianconeri anche se per una sera in campo la differenza (22 punti in campionato) non si vede in tutta la sua nettezza. Gattuso e i suoi escono a testa alta da un confronto impari, reso ancora più arduo dalle assenze.


Ha deciso un gol di CR7 il cui merito va diviso con il piede fatato di Pjanic che ha depositato sulla testa del portoghese un assist impossibile da mancare. Pochi minuti prima Cutrone aveva colpito la traversa a Szczesny battuto: nemmeno la buona sorte è stata dalla parte dei rossoneri nella notte che verrà ricordata come quella della rabbia contro Banti per un possibile rigore negato nel finale e per l'affaire Higuain che ha condizionato la vigilia.

Due elementi che, insieme alla prodezza di Ronaldo e al controllo della gara da parte della Juventus, fotografano alla perfezione la sfida di Gedda, giocata in uno stadio esaurito, con molte donne presenti ma allo stesso tempo freddo (nonostante la temperatura) rispetto agli standard abituali per un confronto tra Milan e Juventus.

Ronaldo I il vincitore

La Supercoppa italiana non aggiunge molto alla carriera di Ronaldo. Siamo sinceri, dei 28 titoli di squadra conquistati non sarà questo a restare nella memoria del portoghese anche se ha il sapore dolce della prima volta e il merito di rompere il ghiaccio. La vittoria della Juventus non va sottovalutata nei suoi effetti collaterali: Allegri ha addosso una pressione tale che un passo falso non gli sarebbe stato perdonato tanto facilmente.

Gedda gli ha regalato anche la conferma che il suo asso portoghese è una macchina da gol nelle finali. Ha realizzato la 19° rete della carriera in un atto conclusivo, spinto la Juve oltre le difficoltà di una partita sorprendentemente equilibrata e messo il suo sigillo come il mondo bianconero spera possa fare a giugno nella finale della Champions League di Madrid. Il bersaglio grosso della stagione, l'essenza stessa della scommessa sportiva di portare a Torino l'attaccante più prolifico del mondo.

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Gennaro Gattuso

ANSA/SIMONE ARVEDA

Gattuso, quasi un miracolo

L'altro vincitore è Gattuso, l'uomo uscito sconfitto dalla finale. Ha preparato la Supercoppa in un clima impossibile, con il caso Higuain esploso alla vigilia in tutta la sua crudezza e con il Pipita che poi ha marcato visita causa febbre. Ha dovuto fare a meno di Suso (squalificato) dopo aver perso Bonaventura e Biglia per infortuni da lungodegenti. Chiunque si sarebbe aggrappato agli alibi, lui ha messo in campo una squadra capace di tenere testa in maniera dignitosa ai campioni d'Italia e se Cutrone avesse segnato invece di prendere traversa...

In generale le ultime ventiquattro ore a Gedda andranno ricordate come esempio di come non si prepara una finale: Leonardo parte, no resta a Milano, anzi va a Roma; Higuain gioca di sicuro, anzi no gioca al 90 per cento, poi non compare nella foto di gruppo e ufficiosamente succede perché stava finendo un trattamento salvo poi scoprire l'attacco febbrile. Il tutto in pieno psicodramma per una partenza verso Londra che era impossibile da immaginare un mese fa e che adesso, invece, pare realtà con il giovane Piatek in attesa di sbarco a Milanello.

Sull'albo d'oro va il nome di Allegri, ma questo Milan farà bene a tenersi stretto Gattuso che nel marasma delle ultime settimane ha tenuto la barra dritta. Non era facile e nemmeno scontato. A Gedda ha vinto la squadra più forte, ma anche chi ha perso può tornare a casa con una certezza in più.

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Giovanni Capuano