Le 5 domande che lascia Inter-Juventus di Coppa Italia
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Le 5 domande che lascia Inter-Juventus di Coppa Italia

Dalla condizione della squadra di Allegri agli esclusi eccellenti di Mancini. E Conte può guadagnare qualcosa?

La finale di Coppa Italia il prossimo 21 maggio - a meno di spostamenti della data - sarà Milan-Juventus. Tutto come previsto alla vigilia, ma il percorso attraverso cui i bianconeri si sono qualificati all'atto conclusivo è stato tortuoso e pieno di rischi. Il ritorno di San Siro contro l'Inter, che pareva seppellita sotto il 3-0 dell'andata, ha regalato spettacolo ed emozioni oltre a una rimonta abortita sul più bello.

E' stata una grande Inter e, come ha ammesso Bonucci, la peggiore Juve delle ultime stagioni. Approccio mentale sbagliato, poca corsa, zero personalità e qualche errore individuale: l'Inter ha visto lo spiraglio per compiere un ribaltone storico e ci si è infilata. Non è riuscita ad agguantare la finale a causa della traversa colpita da Palacio nella lotteria dei rigori, ma il senso del riscatto dopo un mese orrendo c'è tutto. E' l'eredita lasciata da questo Inter-Juve insieme ad alcune domande aperte. Eccole:

La condizione fisica della Juventus è ancora buona?

I primi 70 minuti della sfida di San Siro sono stati imbarazzanti per i bianconeri, sovrastati in ogni zona del campo dall'Inter e mai capaci di vincere un duello, nè tecnico né fisico. Campanello d'allarme fortissimo, considerato come la scena si fosse ripetuta anche contro il Bayern su altri livelli e con i titolari in campo. Poi, però, c'è stato un ottimo finale di partita e nei supplementari la squadra di Allegri è parsa stare nettamente meglio rispetto agli avversari.

Le gambe, insomma, ci sono ancora anche se l'apice della forma è passato. Qualche segnale, però, va colto nelle ultime settimane e riporta alla gara con il Genoa, la prima di una serie in cui la Juventus ha dimostrato di aver perso un po' della brillantezza dei mesi della rimonta. Questione di testa ma non solo.

Le riserve della Juve sono state sopravvalutate?

No, restano una rosa adeguata per qualità e profondità. Però alcune delusioni ci sono e vanno registrate a partire dal pessimo impatto che continua ad avere un giovane come Rugani. Prima non giocava mai, ed era un problema, adesso Allegri gli sta dando spazio e minuti ma la risposta non arriva. A San Siro è stato uno dei peggiori lasciando un continuo senso di incertezza. Anche Asamoah, penalizzato dai guai fisici, non è continuo nell'apporto che dà alla squadra.

Davanti la certezza è Zaza, che tratta ogni spezzone di partita come se fosse l'ultimo a sua disposizione, mentre Morata conferma di non vivere l'annata migliore della sua carriera. Lo spagnolo pare compresso nel ruolo di riserva, una situazione che apre ad alcune riflessioni su cosa accadrà in estate sul mercato.

Mancini, perché i giocatori di qualità fuori?

Due numeri che fanno riflettere. Perisic e Ljajic, due migliori tra i migliori nella notte della grande rimonta contro la Juventus, erano stati impiegati rispettivamente solo per 172 e 69 minuti nelle ultime 5 gare, quelle dopo il tracollo del derby. Perché? Erano considerati in condizione precaria e non affidabili per continuità o c'è stata una valutazione tattica da parte di Mancini?

Il sospetto che il tecnico nerazzurro abbia fatto molta confusione nelle settimane in cui la squadra è crollata dal primo al quinto posto si è trasformata in certezza. L'Inter contro la Juve ha mostrato non solo carattere, ma anche qualità e gioco che parevano impossibili. Lezione che dovrebbe essere tenuta a mente per la volata finale di una stagione in cui il terzo posto non è un dettaglio ma un obiettivo vitale per il club.

Nell'Inter c'è chi gioca contro Mancini?

Il dubbio lo avevano fatto venire le parole di Moratti sulla scarsa combattività a Torino e sui giocatori che avevano abbandonato la nave. Le scelte di Mancini e l'esclusione in blocco o quasi dei giocatori 'slavi' erano un altro segnale. Invece all'improvviso proprio l'Inter B ha ritrovato gioco, orgoglio e compattezza dando una risposta importante al tecnico. Rispetto alla gara in campionato allo Juventus Stadium, che ha fatto infuriare la società e portato a una dura reprimenda, c'erano 7 uomini differenti in campo.

Qualcuno, come Santon, è stato sottoutilizzato con 5 panchine su 5 dopo il derby. Musi lunghi che si sono riaccesi tutti insieme di colpo. O la squadra ha bisogno di sdraiarsi sul lettino di uno psicologo, oppure va presa in considerazione anche l'ipotesi che si sia trattato di un segnale al proprio allenatore. Un modo di dire: "Ehi, siamo qui anche noi ma dobbiamo essere coinvolti". Fosse così, il terzo posto non sarebbe impossibile...

Conte deve essere felice della finale Milan-Juventus?

No. Anzi, è lo scenario peggiore possibile perché sono le due squadre che danno più giocatori al blocco della nazionale e c'è il rischio che il 21 maggio all'Olimpico siano coinvolti 14 dei 23 azzurri per l'Europeo. Messa così per il ct è un mezzo disastro: avrà calciatori che non hanno mai staccato la spina e che arriveranno a Coverciano il 22 o 23 maggio nella migliore delle ipotesi, sempre che non si decida di lasciarli comunque a riposo per un po'.

C'è, però, ancora un margine da percorrere e la Figc ci proverà di sicuro nei prossimi giorni. Se la Juventus uscisse dalla Champions League contro il Bayern Monaco si potrebbe provare ad anticipare l'atto conclusivo della Coppa Italia in modo da accontentare Conte, che chiede la chiusura della stagione il 15 maggio così da mandare in vacanza per 5-6 giorni i suoi e averli il 20 a Coverciano per il ritiro pre-Europeo.

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Giovanni Capuano