L'alimentazione al Giro d'Italia
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L'alimentazione al Giro d'Italia

Massimo Besanti, medico della Katusha, racconta cosa trovano in tavola i corridori (compresa la pasta al mattino) - lo speciale Giro 2013 -

Professionisti in sella a una bicicletta, ma anche a tavola. Ecco la regola d'oro che devono seguire i corridori che prendono parte a una corsa impegnativa come il Giro d'Italia. Lo spiega nei dettagli a panorama.it Massimo Besnati, il medico del team Katusha, la squadra russa che ha ottenuto dal Tas il via libera per partecipare alla 96esima edizione del Giro in rosa.

Cosa mangia un corridore il giorno della gara? Da quando si sveglia a poco prima di coricarsi per la notte...

La giornata inizia tre ore prima della partenza della gara. A colazione, il menu prevede cereali, fette biscottate, marmellate o gelatine, yogurt, latte, tè o caffè. E poi, c'è un piatto di pasta abbondante per fare il carico di carboidrati. In bianco, oppure con il sugo. Se la tappa è molto lunga, a tutto questo possiamo aggiungere anche qualche fettina di prosciutto. Questo è il pasto principale della giornata. E tra una cosa e l'altra dura circa mezz'ora.

Poi c'è la gara, oppure è previsto uno spuntino poco prima di salire in bici?

Prima della gara possono mangiare delle tartine o delle panini vuoti. Ma anche frutta, quella che desiderano. Poi, a seconda della lunghezza della tappa, si procede all'organizzazione del pasto in corsa. Quando è previsto un solo rifornimento, mettiamo a disposizione dei corridori tanti liquidi con maltodestrine, che sono zuccheri a lento assorbimento. Ma anche barrette proteiche o zuccherine, panini con prosciutto e formaggio, oppure marmellate. Se la giornata è molto fredda, c'è anche il tè caldo. Durante la tappa, in caso di bisogno, possono sempre chiedere all'auto della squadra un'integrazione del pacchetto precedente.

A corsa finita, si ricomincia...

Sì, subito dopo l'arrivo, c'è il reintegro. Che inizia con bevendo soluzioni saline e zuccheri. Alla fine di un impegno fisico di questa portata, l'organismo è molto ricettivo e assimila velocemente tutte le sostanze nutrienti che gli vengono proposte.

Fino all'arrivo in albergo...

Dove di solito facciamo trovare una macedonia di frutta, ma anche cereali, patate lesse e riso, se la tappa è stata molto impegnativa.

E la cena deve ancora arrivare...

Sì, si mangia intorno alle 21. Un altro pasto abbondante, che prevede sempre un primo, che può anche non essere in bianco, e un secondo, che varia generalmente tra carne bianca e rossa, perché il pesce preferiamo non considerarlo. Non piace a tutti e soprattutto non possiamo permetterci di fidarci. Potrebbe non essere stato conservato bene. Quindi, meglio lasciar perdere e non rischiare. Quasi dimenticavo. Prima di iniziare il pasto, verdura cruda o cotta in abbondanza. Chiude il pasto un dolce.

La cucina dell'albergo propone e voi scegliete, oppure vi fate seguire da un cuoco che conosce bene le vostre abitudini?

Ormai, quasi tutte le squadre hanno un cuoco che li accompagna durante la corsa a tappe. Non potrebbe essere altrimenti. Sa cosa fare e quando farlo. Si occupa tutto di lui, dalla colazione alla cena.  

Alcolici a tavola?

No, non sono previsti, ma devo spiegare.

Prego...

Non sono contrario al vino a tavola. Il problema vero è la quantità che se ne consuma. Un mezzo bicchiere non crea nessun problema. Ma se diventa un bicchiere o un bicchiere e mezzo, allora non mi sta bene. I corridori non sempre riescono a moderarsi, dobbiamo seguirli in tutto. E allora, noi evitiamo di metterlo in tavola. Se proprio lo chiedono, glielo diamo noi. Perché non il vino? E' un ottimo alimento, ma impegna non poco il fegato. Un problema quando l'organismo è già sotto stress per una fatica non indifferente. Evitiamo quello che possiamo evitare, insomma...

Si mangia tanto per recuperare le energie spese durante la corsa. Diamo i numeri. Quante calorie perdono i corridori durante una tappa, quante ne assumono nel corso del giorno per compensare lo sforzo?

Normalmente, una tappa media a clima medio fa perdere circa 3000-3500 calorie. Ma si può arrivare nei tratti più difficili fino al doppio. Con perdite di liquido che possono arrivare fino a 6-7 litri. La dieta che proponiamo nel corso del Giro varia proprio a seconda della difficoltà della giornata. L'obiettivo è comunque raggiungere il pareggio tra quanto si spende in energia e quanto si recupera attraverso il cibo.

Questo significa che alla fine di un Giro d'Italia il peso dei corridori è uguale o molto vicino al peso alla partenza della corsa?

Be', non è sempre facile trovare il giusto equilibrio ed evitare che i corridori non perdano qualche chilo. E' proprio per questo che nelle fasi finali della corsa gli concediamo qualche spuntino in più.

Come ci si prepara nei giorni precedenti la corsa? Quali le regole da seguire quanto a regime alimentare?

Partiamo dal presupposto che i corridori professionisti seguono un regime dietetico piuttosto controllato anche quando non partecipano a una gara. Ciò detto, noi non usiamo alcuna accortezza in particolare. Confidiamo sul fatto che sappiamo il fatto loro e che non abbiano bisogno di alcuna indicazione precisa.

I no a tavola che aiutano a vivere (e a pedalare) meglio. Quali gli alimenti e le bevande che vanno comunque evitati prima, durante e dopo le gare?

Io sono contrario alle bibite gassate in genere. Qualche volta le diamo durante il rifornimento, ma soltanto su specifica richiesta. Sviluppano gas nello stomaco e questo sicuramente non aiuta a sostenere lo sforzo. Anche l'acqua, è preferibile che sia naturale. Il vino e la birra, come dicevano, sono da limitare il più possibile, se proprio non si riesce a eliminarle. E poi sono da evitare dolci con creme, che possono contenere batteri. Il pesce non è un gran nutriente, lo consumiamo soltanto se conosciamo la sua origine e la sua provenienza. Il gioco non vale la candela.

Sigarette?

In verità, ce ne sono molti di corridori che fumano. Ma di solito non vanno oltre la sigaretta dopo pasto. Massimo due. E' più un appagamento psicologico che altro. Chiaro che se si arriva alle dieci sigarette, be', si tratta di un problema patologico, da seguire con l'aiuto di uno specialista. Fortunatamente, non accade quasi mai.

Dal professionismo al dilettantismo. Consigli utili per chi non pedala per mestiere.

Il principio che vale sempre è di non eccedere mai. Nè nello sforzo, né a tavola. A proposito, la prima regola è la più importante: controllare che il nostro fisico sia pronto a sostenere lo sforzo che andremo a compiere. Occorre fare esami cardiologici sotto sforzo per valutare la risposta del cuore in situazioni analoghe. Una visita seria, insomma. Per avere la certezza che non ci siano controindicazioni particolari. Sarebbe poi opportuno tenersi comunque in allenamento nel corso della settimana, anche minimo, per evitare il confronto con uno sforzo eccessivo concentrato in un'unica seduta. E poi, un consiglio. Due o tre ore prima di mettersi in bici, assumere tanti carboidrati. Perché dobbiamo dare al nostro organismo degli zuccheri che siano utili durante l'impegno fisico.

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Dario Pelizzari