Pugno duro dell'Uefa: Galatasaray escluso dalle coppe per il fair play finanziario
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Pugno duro dell'Uefa: Galatasaray escluso dalle coppe per il fair play finanziario

Il club turco fuori dai parametri europei a causa delle ingenti perdite finanziarie: 164 milioni in tre anni. Un avviso per le altre?

Il pugno duro dell'Uefa si è abbattuto sul Galatasaray senza fare sconti. Un anno fuori dalle coppe europee per le violazioni al fair play finanziario e ai suoi paletti, esito non scontato di un procedimento in cui i turchi sapevano di essere dalla parte sbagliata e temevano la stangata. Che puntualmente è arrivata e che potrebbe anche essere più pesante in caso di recidiva.

Il livello dei controlli del massimo organismo europeo sui conti dei club, dunque, si innalza proprio nel momento in cui le grandi società sognano di costruirsi una Superlega tutta privata, fuori dall'egida dell'Uefa, e molti sottolineano come le regole scritte per limitare la corsa all'indebitamento del calcio stiano congelando la situazione attuale dove i big restano big e agli altri non rimane che guardare da lontano.

Il Galatasary aveva accumulato perdite per oltre 160 milioni di euro nell'ultimo triennio con una progressione incompatibile con la normativa che prevede uno sforamento massimo sul triennio di 45. A gennaio la Uefa aveva rimandato la pratica alla Camera di controllo apposita e la sentenza non ha colto del tutto impreparati i turchi. L'esclusione potrebbe anche raddoppiare in caso di mancato riallineamento dentro i paletti imposti dall'Uefa.

Il bando del Galatasaray, società che in Turchia è una potenza economica e non certo una piccola senza potere politico, va considerato anche come un avvertimento a tutti gli altri. L'elenco di chi è fuori dalle regole è lungo e comprende anche due italiane: Inter e Roma. Entrambe hanno concordato con la Uefa un piano di rientro. Non rispettarlo potrebbe avere conseguenze ancor più pesanti delle semplici multe comminate con vincoli nella consistenza della rosa e nelle polssibilità di espansione sul mercato e nel monte ingaggi.

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Giovanni Capuano