F1, Gp Ungheria: i top e i flop di Leo Turrini
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F1, Gp Ungheria: i top e i flop di Leo Turrini

Per il noto giornalista emiliano, ottime le prove dei piloti che sono saliti sul podio, con un Alonso formato fuoriclasse e un Ricciardo superstar. Dietro la lavagna, Mercedes, Vettel e Dennis

Sulla pista dell'Hungaroring di Budapest è andata in scena una delle corse più belle della stagione, con sorpassi mozzafiato, incidenti a ripetizione e una battaglia in testa alla gara per il gradino più alto del podio che rimarrà nella memoria degli appassionati della Formula 1. Alla fine, l'ha spuntata l'australiano d'Italia Daniel Ricciardo, alla seconda vittoria in carriera e sempre più orgoglio e vanto di una Red Bull che deve amministrare con prudenza e saggezza il momento no di Sebastian Vettel. La seconda piazza è una meraviglia targata Spagna. Fernando Alonso ha preso per mano una Ferrari piena di cerotti e l'ha portata là dove osano le aquile. A un passo dal trionfo, a due dalla gloria. Davanti a una Mercedes che comincia ad accusare mal di pancia improvvisi e allarmanti fuori e dentro la pista a causa della battaglia tra i due piloti della scuderia, Lewis Hamilton, terzo d'imperio e potenza, e Nico Rosberg, quarto tra accuse e rimostranze. Ecco i top e i flop della gara in Ungheria secondo una delle penne più argute e sagge della F1, Leo Turrini.

TOP

FERNANDO ALONSO. “In gara, lo spagnolo ha la capacità straordinaria di riuscire sempre a massimizzare il valore del mezzo che ha a disposizione. A Budapest ha fatto forse la miglior gara della stagione. Insieme alla Ferrari, che finalmente è stata brava nella strategia, si è preso il rischio di andare fino in fondo con gomme ormai usurate. Avrebbe meritato di vincere il gran premio. Se guardiamo la classifica, Alonso è quarto nel mondiale piloti. Sta facendo cose incredibili con una macchina che probabilmente è meglio in fotografia. L'unico problema che la Ferrari non ha è chi guida la macchina. Perché nella situazione di ieri, hanno fatto benissimo sia Alonso sia Raikkonen. Se solo gli dessero un mezzo più competitivo, altro che soddisfazioni”.

DANIEL RICCIARDO. “In Ungheria è arrivata la conferma definitiva che questo ragazzo è un fuoriclasse. Può diventare un grande campione. Gli appassionati della Formula 1 si sono esaltati nel vederlo alle prese con due campioni del mondo, Hamilton e Alonso, sverniciati dall'australiano nei giri finali. E ancora meglio aveva fatto prima, quando è riuscito a rimanere in pista con gomme che avevano ormai fatto 40 giri. Ha un'aggressività straordinaria, che esprime soprattutto nei sorpassi. Non ci pensa mai due volte. Ci prova al primo tentativo e sa gestire con grandissima maturità la macchina nelle situazioni più complicate. E' veloce e duttile. Questo ragazzo è un dono del cielo alla F1. Oltre alle capacità alla guida, trasmette quel senso di allegria e di leggerezza che non si vedeva da tempo. Eravamo abituati a piloti musoni, grigi, torvi, che non hanno mai tempo per un sorriso e che danno la sensazione di essere divorati dalla tensione”.

LEWIS HAMILTON. “E' vero, guida una Mercedes, ma partiva ultimo ed è arrivato terzo. In una pista in cui non ci sono moltissime possibilità per sorpassare. A proposito, il sorpasso a Vergne alla curva 4 senza Drs è una delle più belle manovre che io abbia visto nella storia recente della Formula 1. Non so se Hamilton ce la farà a vincere questo campionato e ho anche l'impressione che per tanti motivi in Mercedes siano più portati a privilegiare Rosberg, tuttavia ciò che è riuscito a fare ieri ha del sensazionale, anche per il coraggio a disubbidire all'ordine della scuderia”.

FLOP

MURETTO MERCEDES. “Quello che abbiamo sentito durante la gara tra il team ed Hamilton, ovvero l'ordine di dare strada a Rosberg, è profondamente imbarazzante. La Mercedes ha la miglior macchina del campionato, il titolo se lo giocano i loro due piloti e in una domenica nella quale Hamilton, che partiva dal fondo, viene a trovarsi grazie a circostanze diverse incredibilmente davanti al compagno che aveva fatto la pole position riceve il disgraziato comando di fare un passo indietro. Una scelta scellerata, incomprensibile e inaccettabile. Ha fatto benissimo a non seguirla. Talvolta, in alcuni team controllati dall'azienda di Stoccarda applicano logiche che lasciano sbalorditi. Come hanno fatto a non rendersi conto che non potevano chiedere una cosa del genere ad Hamilton? Lui e Rosberg sono in testa al mondiale, divisi da una manciata di punti. La F1 non può essere soltanto una questione di calcolo e di algoritmi. I piloti e pure la competizione sportiva meritano rispetto. Cosa c'è di più bello di due piloti della stessa scuderia che lottano spalla a spalla fino all'ultimo gran premio per vincere il titolo iridato? La Mercedes sta gestendo molto male una situazione nella quale tutte le squadre vorrebbero trovarsi, Ferrari compresa”.

SEBASTIAN VETTEL. “E' una delle notizie più clamorose della stagione, persino più grande della delusione per la Ferrari. Parlo del quattro volte campione del mondo che viene sistematicamente bastonato dal compagno di scuderia, fino all'anno scorso uno semisconosciuto o poco più al volante della Toro Rosso. In Ungheria, Vettel partiva dalla prima fila. Poteva essere lui a sfruttare la défaillance della Mercedes. E invece, nulla. Ci ha pensato Ricciardo a prendere la scena. In più, il tedesco ha rischiato di compromettere la corsa con un testacoda che poteva avere conseguenze ben più gravi. E' un errore suo, la macchina non aveva problemi di sorta. Una delusione, Vettel. La sua è stata fin qui una stagione tutt'altro che positiva”.

RON DENNIS. “All'inizio della stagione ha ripreso in mano la gestione diretta della McLaren, dicendo che la ricreazione era finita e che con lui al comando le cose sarebbero cambiate in meglio. Passano i mesi, passano le gare e ieri abbiamo visto la McLaren montare la gomma da bagnato quando ormai la pista si era asciugata. Unica scuderia di tutto il Circus. La stagione della McLaren, se pensiamo che monta motori Mercedes, è un disastro assoluto”.

Twitter: @dario_pelizzari

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Dario Pelizzari