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Juventus, 5 motivi per preoccuparsi (senza esagerare)

La difesa perforabile, il gioco di Sarri che non arriva, gli infortuni e la super Inter di Conte: ecco perché è un campionato diverso, ma non troppo

La sconfitta dell'Olimpico contro la Lazio dovrebbe essere archiviata senza troppi clamori in casa Juventus, dove non si perdeva una partita da sei mesi e dove il bilancio numerico (36 punti su 45) rimane comunque ampiamente positivo. Eppure la rimonta subita da parte della squadra di Simone Inzaghi fa suonare il campanello d'allarme, anche perché arriva una settimana dopo il pareggio casalingo contro il Sassuolo e il sorpasso da parte dell'Inter che nel frattempo ha portato a due le lunghezze di vantaggio.

Non è tempo di processi, ma qualche riflessione sul momento bianconero è giusto farla anche perché il campionato sta per entrare nella sua fase decisiva, quel profondo inverno in cui si stabiliscono equilibri e rapporti di forza. Ecco i motivi per cui la Juventus deve preoccuparsi, ma senza esagerare perché non è la prima volta si trova in questa situazione a dicembre.

Quel precedente del dicembre 2017

Due anni fa dopo 15 giornate la Juventus era terza in classifica a quota 37, dietro a Inter (39) e Napoli (38) e di poco davanti alle due romane a 35 punti. Sembra quasi una fotocopia e alla fine lo scudetto andò ad Allegri in volata contro Sarri sulla panchina partenopea, con l'Inter dispersa in inverno.

Questa Juventus, però, sta facendo molta fatica a vincere le partite anche quando dovrebbero essere semplici sulla carta e troppo spesso rimane a rischio. E' il famoso gioco di Sarri che non si vede se non a sprazzi (all'Olimpico contro la Lazio per circa mezz'ora), non si vedrà per ammissione dello stesso tecnico ma ha comunque necessità di alzarsi di livello.

E poi c'è la difesa che incassa troppo. Solo 5 clean sheet su 15 in campionato e 7 su 20 considerando anche la Champions League. Reti spesso nate da errori dei singoli o di movimento del reparto. Considerata la meticolosità di Sarri nel gestire la fase senza pallone è un altro elemento di allarme.

Terzo elemento sono le motivazioni che non paiono feroci, come se nella testa di tanti giocatori ci fosse soprattutto la Champions League e nemmeno il cambio in panchina fosse riuscito a regalare qualche stimolo extra. Nemmeno il fatto di avere come competitor Antonio Conte sta funzionando, anche se la pressione (lo ha ammesso anche Ronaldo) si sta facendo sentire.

Poi ci sono gli infortuni: Chiellini, Douglas Costa, Khedira, Ramsey, Bentancur. E i giocatori non centrali nel progetto e che faticano a ritagliarsi un ruolo come Emre Can. Oltre a Ronaldo il cui rendimento non è stato fin qui decisivo.

Ecco le ragioni di un allarme che suona, pur nella consapevolezza che la Juventus continua ad avere una rosa nettamente superiore alla concorrenza in Italia (anche rispetto all'Inter) e che alla lunga le differenze dovrebbero emergenere. Sempre che il mercato di gennaio non sposti qualche equilibrio.

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Giovanni Capuano