Damon’s Creek: tutti gli amici di Matt Damon
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Damon’s Creek: tutti gli amici di Matt Damon

Abbiamo incontrato, a Berlino, il divo hollywoodiano, oggi alle prese con il suo toilet strike ecologista

Bella la vita di una star di Hollywood. Soprattutto in trasferta: sorvolando il dettaglio dell'essere costantemente braccato dai paparazzi, puoi concederti serate spensierate tra amici. Amici per la pelle, nel caso di George Clooney e Matt Damon, che continuano giustamente a frequentarsi anche fuori dagli “oceanici” set soderberghiani e dall’accogliente villa di Como, dove il primo usa ospitare orde di amici, con tanto di mogli e bambini (e tate) al seguito.

Stavolta i due divi hanno scelto di incontrarsi a Berlino, dove Damon ha presentato in anteprima il suo Promised Land, interpretato e ancor prima scritto e prodotto da lui, ma girato da Gus Van Sant.

Location obbligata, quindi, ma il ristorante deve averlo scelto Clooney: i due si sono incontrati al Grill Royal Restaurant per una serata tra amici, tra bistecche al sangue e vino rosso. E per non smentire l’alibi squisitamente maschile della “tranquilla cena di lavoro”, Damon ha spiegato oggi alla stampa: “George voleva vedermi per propormi di far parte di The Monuments Man, film corale che dirigerà lui”. E che racconterà la storia di un gruppo di amici intento a recuperare le opere d'arte rubate da Hitler durante la seconda guerra mondiale. Gruppo di amici non da poco, continua Damon: “Non vedo l’ora, è un team straordinario: tra un mese dividerò il set con Bill Murray, Daniel Craig, Jean Dujardin, Cate Blanchett. E gireremo di nuovo qui a Berlino”.

Sempre in tema di amici del cuore, Mr. Clooney ha di che essere geloso: Damon in conferenza non ha fatto che parlare di un altro amico storico, Ben Affleck, e di quanto sia fiero del successo del suo Argo. “Se Ben vince l’Oscar per questo suo nuovo film, finalmente potremo permetterci un ufficio – scherza Matt, per poi farsi più serio - Sono davvero felice per lui, se lo merita, è uno che lavora duro: negli ultimi cinque anni ha diretto tre film fantastici, sfido chiunque a ottenere un risultato altrettanto straordinario in un tempo così breve. Gli auguro di cuore di vincere l’Oscar, ma so che starà bene comunque”.

Onorando poi la sua tenuta da intellettuale “casual”, con tanto di t-shirt, felpa scura e occhiali da vista, l'ex Mr Ripley ha proseguito la chiacchierata con la stampa con tono più esistenzialista: “In questa fase della mia vita e della mia carriera ho voluto esplorare chi siamo oggi noi americani, come prendiamo le nostre più grandi decisioni, quale sia il senso delle nostre scelte in termini di futuro e di collettività”. Della serie: piccole star crescono. Tutti insieme appassionatamente, ovvio.

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Claudia Catalli