Raffaello e l'eco del mito, a Bergamo
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Raffaello e l'eco del mito, a Bergamo

FIno al 6 maggio 2018, alla GAMeC, un percorso espositivo alla scoperta dell'opera di uno dei grandi maestri del Rinascimento

Anticipando le celebrazioni del 2020, quando ricorreranno i 500 anni della morte del maestro urbinate, è Raffaello il protagonista della stagione espositiva 2018 di Bergamo, con una grande mostra di Fondazione Accademia Carrara di Bergamo, in collaborazione con GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea.

Un' esposizione che, a partire dal dipinto del "San Sebastiano" conservato al'Accademia Carrara, approfondisce le opere e il mito cresciuto attorno al genio di Urbino in particolare nell’Ottocento, ma che ha affascinato, in forme diverse, anche artisti contemporanei, dalle Avanguardie d'inizio Novecento fino a oggi.

Quando

La mostra è aperta al pubblico dal 27 gennaio al 6 maggio 2018

Tutti i giorni (tranne il martedì) dalle ore 9:30 alle 19:00

Dove

Ad ospitare la mostra, gli spazi della GAMeC, in Via San Tomaso 53 a Bergamo

Perchè è interessante

Curata da Maria Cristina Rodeschini, Emanuela Daffra e Giacinto Di Pietrantonio, in un percorso espositivo di 60 opere, oltre venti lavori originali di Raffaello in prestito dai più importanti musei del mondo si alternano a opere di Memling, Berruguete, Perugino, Pintoricchio, Signorelli (per citarne alcuni), ricostruendo con rigore un contesto culturale unico e di altissimo profilo, che colloca il maestro urbinate nella sfera più alta del mito.

Una mostra emozionante, che si completa con un corpus scelto di opere del Novecento e del XXIsecolo realizzate dagli artisti che di Raffaello hanno raccolto l’eredità: da Luigi Ontani a Salvo e Francesco Vezzoli, da Pablo Picasso a Giorgio de Chirico e Antonio Donghi, da Carlo Maria Mariani alle fotografie digitali di Mariella Bettineschi.

A dialogare con l’opera del Sanzio in un excursus attraverso i secoli, anche i lavori di tre artisti concettuali: Ettore Spalletti, Luciano Fabro e Giulio Paolini, che presenta un’opera inedita realizzata proprio a partire dal San Sebastiano.

Da segnalare anche l'eccezionale allestimento espositivo, studiato da DE8 Architetti e Tobia Scarpa

Il catalogo della mostra è edito da Marsilio/Electa

Raffaello, opere e breve biografia

Nato ad Urbino nel 1483, probabile allievo del padre Giovanni Santi e in seguito del Perugino, Raffaello si affermò ben presto come uno degli artisti più rinomati, nonostante la giovane età.

Tra le opere più importanti dei suoi primi anni di attività, sono da ricordare, fra le altre, il "Sogno del cavaliere", lo stendardo di città di Castello, la "Resurrezione di Cristo", e, verso il 1503, la "Incoronazione della Vergine", conservata nei musei vaticani

A denotare la mano di un artista già profondamente capace sarà, nel 1504, lo "Sposalizio della Vergine", ora conservata nella pinacoteca milanese di Brera

Alla fine del 1504 Raffaello si reca a Firenze per studiare le opere di Leonardo Da Vinci, Michelangelo e fra Bartolomeo e nel corso del soggiorno fiorentino, la sua evoluzione artistica può essere ripercorsa esaminando i numerosi dipinti sul tema della Madonna con il Bambino: lo studio dell'opera di Michelangelo, per esempio, risulta particolarmente evidente nella cosiddetta "Madonna Bridgewater", conservata alla National Gallery di Edimburgo

Lascia Firenze per Roma, all'artista urbinateviene affidato l'incarico di affrescare - fra il 1508 e il 1524 - alcune pareti della Stanza della Segnatura e altre Stanze Vaticane:
contemporaneamente a queste opere, del periodo romano è da considerarsi interessante la raccolta di ritratti, nonché altre scene sacre e immagini di illustri e ignoti personaggi.

Nel 1514, dopo la morte del Bramante, Papa Leone X lo nomina responsabile della cura dei lavori per la costruzione di San Pietro: questa sua attitudine alle opere architettoniche viene spesso posta in secondo piano, ma in realtà costituisce una parte fondamentale dell'attività del genio cinquecentesco. Non solo, infatti, ha realizzato la cappella Chigi in Santa Maria del Popolo ma ha anche studiato la facciata di San Lorenzo e del palazzo Pandolfini a Firenze

All'apice della gloria, Raffaello muore a Roma il 6 Aprile 1520, a soli 36 anni. Le sue spoglie furono sepolte al Pantheon, monumento da lui profondamente amato.



Raffaello e l'eco del mito
Fondazione Accademia Carrara, Bergamo
Raffaello, San Sebastiano, 1501–1502 c.

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Rita Fenini